La sveglia suona imperterrita e con le mani,alla cieca, cerco di afferrarla da sopra il comodino, la scanso e la faccio finire rovinosamente per terra ma continua a suonare.
-fanculo- urlo nella solitudine della mia stanza.
Ieri sera abbiamo fatto tardi e tra una partita di carte uno e qualche gossip succulento di quelli che Mattia ,inspiegabilmente, riesce a scovare, siamo andati a letto alle due e quarantacinque del mattino, ignorando palesemente il fatto che questa mattina sarei dovuta andare a lavoro.
Esco dal torpore delle lenzuola e poggio ,malamente, la pianta del piede sulla sveglia ,procurandomi un dolore atroce.
-se il buongiorno si vede dal mattino, questa è decisamente una giornata di merda!- bogonfio mentre mi dirigo al bagno e darmi una rinfrescata e a risvegliarmi.
Quando mi guardo allo specchio ho decisamente la faccia gonfia dal sonno mancato, le occhiaie sono così profonde che mi servirà un paio di occhiali extra large per poterle nascondere e per di più il mio orologio biologico non si sbaglia di una virgola e le mestruazioni sono arrivate puntuali come i treni svizzeri.
Apro la manopola dell'acqua calda e la lascio correre, mi spoglio e lego i capelli velocemente e poi con altrettanta rapidità mi infilo dentro la doccia.
Il calore che avvolge la mia pelle e rilassante, quasi mi riaddormento, ma la seconda sveglia, stavolta quella del cellulare, mi fa capire che no, è mattina e peggio per me che mi sono messa a spettegolare con Mat.
Mi insapono, tramortita dal continuo rimbombo del trillo della sveglia, mi sciacquo più velocemente che posso e indosso un morbido accappatoio,asciugando velocemente le mani per spegnere quell'infernale rumore.
Strofino il tessuto spugnoso del l'accappatoio sul mio corpo e rimuovo ogni singola goccia di acqua
Indosso il reggiseno ,metto lo stick per le ascelle e indosso la maglia immediatamente.
Lo so, in genere si indossano anche le mutande, ma di generale in me non c'è proprio nulla.
Rovisto nei cassetti alla ricerca di un tampax che trovo dopo un paio si minuti, mannaggia a me e a quando chiedo a Mattia di sistemarmi le cose.
Oggi non ho proprio intenzione di indossare un tailleur, ho le mie cose e devo andare a Vinovo per sistemare le ultime cose per i ragazzi, probabilmente mi toccherà pure corrergli dietro.
Infilo un paio di jeans a vita alta e metto dentro la maglia di cotone che è decisamente di un paio di taglie più grande della mia, d'altronde non è di mia proprietà ma di Gonzalo, solo che era troppo bella e gliel'ho fottuta, come si fa in tutte le belle relazioni di amicizia.
Bagno lo spazzolino, perché faccio parte di quella fetta di popolazione che se non bagna lo spazzolino prima di versargli sopra il dentifricio, poi non riesco ad infilarmelo in bocca.
Inizio a strofinarmi i denti e do un'occhiata all'orologio del cellulare, sono le sette e venti e Mattia ancora è a letto, mi conviene svegliarlo, altrimenti si beccherà quest'altra assenza in aula.
Quando apro le imposte della sua camera, in quel modo bastardo e sadico che usava sempre mia madre per buttarmi giù dal letto quando al liceo non volevo andare a scuola, lo vedo rotolarsi nel letto ed imprecare in dialetto torinese.
-ma sei proprio un piciu- mi dice, il che tradotto varrebbe a dire che sono proprio una testa di cazzo.
-alzati, hai lezione e hai solo trenta minuti per prepararti..non si tu beleng- evito come posso di sputtacchiare il dentifricio da tutte le parti e corro in bagno a sciacquarmi la bocca.
- con comodo- gli dico appena lo vedo seduto sul water mentre fa la pipì ancora ad occhi chiusi e comunque si, fa la pipì da seduto.
-vaffanculo a te e alla lezione di merda- mi dice poggiando la testa.
-vado a preparare il caffè, non rimanere li come un pirla e lavati, puzzi- gli dico scansando in tempo la sua ciabatta.Quando arrivo a Vinovo, un leggero venticello fresco, mi fa accapponare la pelle,nonostante indossi una delle mie inseparabili felpe oversize e il giubbotto di jeans a cui sono particolarmente affezionata.
-ti è passato un camion sulla faccia?- mi chiede Gonzalo appena metto piede in campo.
-buongiorno anche te- gli rispondo sarcastica e lui mi prende in braccio.
-fossi in te mi lascerei stare,ho il ciclo, mi fa male la pancia e mordo- gli dico mentre mi rimette per terra in mediatamente.
-aiha, giornata storta oggi!- mi dice alzandomi gli occhiali dal viso e trovando il peggiore dei miei sguardi assassini.
-okay okay, mi piaci di più quando non sanguini da nessuna delle tue parti- mi dice baciandomi la fronte
-mi piaci di più quando non apri la bocca- gli dico e lui sorride, compatendomi.
-tortura Dybala, lui ci sa fare con le donne ciclate- mi fa ridere e lo spingo seguendolo mentre ci dirigiamo entrambe nella palestra al chiuso, dove i ragazzi completano la sessione di ritiro prima della partita a Cardiff contro il Real Madrid.
-buongiorno a tutti- annuncia il Pipita, richiamando l'attenzione di tutti i presenti.
Io poggio la mia borsa sulla prima sedia libera e afferro il telefonino dal suo interno,allontanadomi poi per raggiungerli.
-ti senti bene?- mi sussurra Paulo
-no- gli rispondo e lui sembra pensarci due secondi e poi esclama - aha!- come se avesse appena risolto il più grande dei rebus.
-tienes tus cosas?- mi chiede e io annuisco semplicemente
-se vuoi ti vado a prendere una tazza di tea caldo, prima che Allegri arrivi e mi renda la giornata un inferno- mi dice carinamente
-no grazie, preferisco starmene a digiuno ed evitare di rimettere pure l'aria che respiro- lui mi abbraccia e io poggio la testa sul suo petto.
-ma perché a me mi tratti di merda e a lui no?- domanda Gonzalo raggiungendoci con addosso la tuta da riscaldamento.
- a me mi non si può dire- gli rispondo
-antipatica- dice semplicemente e sciogliendomi il cipollotto da sopra la testa.
-Hermano!- lo rimprovera Paulo, stringendomi al suo corpo come a volermi confortare.
Com'è che diceva il Pipa?
Che Paulo ci sapeva fare? Molto di più.
-se hai bisogno mi trovi li ad allenarmi, e se devi chiederci qualcosa chiama e basta, non ti muovere e stattene buona al tuo posto- mi bacia la fronte e poi si allontana raggiungendo il mister che insieme a tutti gli altri preparatori atletici hanno appena fatto il loro ingresso.
Io mi chino a prendere il macbook dalla borsa e poi mi vado a sedere su una comoda sedia in un angolino.
Ringrazio l'ingegnere che ha costruito le strutture, per aver sapientemente pensato ad un sistema di ricircolo dell'aria perche altrimenti sarei svenuta dalla puzza di sudore; Allegri li sta facendo sgobbare come degli schiavi ebrei ai tempi del faraone egizio quando c'era la carestia.
-Miralem,alza le ginocchia!- gli urla contro e quello povero, se ne sta muto e fa come gli viene ordinato.
-Dybala, se non la smetti di sorridere di farò fare venti giri di campo, non guardare Alves e concentrati- osservo i due che a stento trattengono le risate.
Mi alzo dal posto e mi avvicino al mister che vedendomi mi sorride e sembra tutt'altro che il terribile allenatore che sta distruggendo ogni forma di energia che hanno in corpo i ragazzi.
-Gwen, scusami per le urla ma questi caproni hanno la testa dura come il marmo di Carrara- che razza di similitudine è? Sorrido più per pietà che per altro.
-mister, io avrei bisogno di rifinite le ultime cose con i ragazzi, è un problema per lei se gli faccio qualche domanda mentre si allenano?- utilizzo la mia faccia migliore per convincerlo e fortunatamente mi finisce parecchio bene.
-certo cara, sfruttali come puoi- gli sorrido grata e mi avvicino al capitano che sta facendo della semplice , si fa per dire, siclette.
-capitano- lo saluto affiancandolo
-Dimmi piccoletta- mi sorride
-volevo sapere se oltre la camera per Ilaria, devo confermare quella per David, Louis e Leopoldo- gli chiedo e lui annuisce.
-si, il mio manager ancora non ti ha chiamato?- nego con la testa e pigio sul tasto conferma in modo tale che la stanza venga istantaneamente resa occupata.
-tutto pronto, aggiungo una seconda guardia?- ci pensa un attimo e poi conferma.
-si, non voglio problemi per i miei ragazzi,inoltre ho promesso ad Alena che David e Louis sarebbero stati nella più forte delle botti di ferro- gli sorrido, capendo a pieno come possa sentirsi la sua ex moglie.
-perfetto, buon allenamento- lo saluto e mi avvicino verso Marchisio che sta facendo flessioni sul ginocchio con cui ha avuto l'infortunio.
-Claudio- lo chiamo un po' più forte per sovrastare la musica delle cuffiette che indossa
-hey Gwen- si alza e mi saluta
-Roberta, alla fine ha deciso che fare?- gli chiedo diretta,non volendo che perda altro tempo.
-si, i bambini partono due giorni prima e lei purtroppo è costretta a partire la mattina, ci sono problemi?- mi chiede
-nono, devo solo avvisare uno di noi che la aspetti all'aeroporto, per i ragazzi rimaniamo come ci siamo accordati, Roberta mi ha detto che con i figli di Gigi si conoscono quindi fanno la visita guidata ai castelli e la giornata ai campetti, insieme - gli chiedo
-si, sono contenti che finalmente non debbano rimanere chiusi in hotel- sorrido contenta che abbia trovato una valida sistemazione per quei ragazzi che poveretti sono costretti a rimanere prigionieri di quattro mura.
-perfetto, almeno so di fare un lavoro decente- gli dico
-decente, mia moglie ti vorrebbe a casa con noi- rido e lo saluto, spostandomi verso gli altri.
-mister faccia mettere della musica- urla Dani mentre sta facendo esercizi con un attrezzo che solo a guardarlo fa percepire la morte.
-Dani, non sono un dj, che ne capisco io!- gli dice il mister facendo ridere tutti.
Il diretto interessato recupera il suo cellulare e va a collegarlo all'impianto stereo.
-musica latina?- si lamenta Daniele Rugani
-niente chiacchiere!- li ammonisce il coach.
Dopo aver sistemato anche i bambini di Dani con la sua compagna, Josepha con il piccolo Edin e i genitori di Miralem, non mi rimane che chiedere a Gonzalo se alla fine sua madre Nancy e suo padre Jorge, vengano.
-Pipa- lo richiamo
-dimmi nena- mi fletto sulle ginocchia per avvicinarmi di piu.
-i tuoi riescono a venire?- gli chiedo
-si, vengono anche i miei fratelli- mi dice contento
-anche Federico?- gli chiedo stupita
-si, ha chiesto tre giorni al suo mister e glieli ha dati- mi dice
-perfetto!- dico contenta, finalmente li conosco tutti, ho solo avuto il piacere di parlare via skype con Nancy della quale sono particolarmente affascinata.
Fa la pittrice ed è sopra ogni riga.
Queste mamme/donne argentine mi piacciano tanto; Alicia e Nancy si intende.
-no!- sento urlare Dybala e mi volto di scatto,spaventa che si sia fatto male, ma quando lo osservo sta solo guardando Danì come a volerlo uccidere.
-che c'è Joya, è la tua canzone preferita..pensavo ti servisse- gli dice quello fingendo una evidentissima innocenza che non gli appartiene.
Aguzzo le orecchie per capire di che canzone si tratta e già solo al secondo rigo, mi sento le guance a fuoco e sono imbarazzata come mai prima di adesso.
Lo guardo, sconvolta e lui dall'altro lato e imbarazzato almeno il doppio di me.
Cuadrado, Neto, Alves, Rincon, Sandro e persino Gonzalo scoppiano a ridere.
-Dani, lei lo capisce benissimo- dice Juan interrompendo le risate.
-cazzo- dice Neto, beccandosi uno schiaffo da Allegri che gli stava praticamente vicino.
-Dani, ti ammazzo- gli dice Paulo, continuando a fare le flessioni rassegnato.
Bene, deglutisco e guardo Gonzalo che mi sorride.
-stai prendendo fuoco- mi dice
-zitto, stronzo- gli do un pugnetto e mi sposto, andando incontro a Paulo.
Gwen, non fare cazzate ! Me lo ripeto mentalmente.
-ehm- dico richiamandolo
-dimmi- dice non guardandomi
-posso confermare le camere che mi avevi detto?- lui annuisce e "Ella no cree en amar
así vive la vida y no piensa cambiar
tu eres mi diabla, tu me haces pecar" rimbomba tra le pareti.
-d'accordo- gli dico avendo praticamente una salivazione assente, vorrei poter non commentare la canzone ma la mia lingua è pungente.
-davvero questa è la tua canzone preferita?- quasi mi viene da ridere della cosa, lui si lascia cadere per terra e poi si gira a guardarmi.
-l'ascolto prima di giocare in campo, mi carica- dice imbarazzato e io rido trascinandomi anche lui.
-molto, molto calda come canzone- gli dico
-doveva rimanere un segreto mio e di quei deficenti- dice portandosi una mano in faccia e poi si sistema i capelli.
-hahahaha, carinissima come canzone- lo prendo in giro anche se paradossalmente il remix è carino.
-sperare che tu non capisca il testo era troppo bello- mi dice iniziano a fare gli addominali, giusto per non farsi rimproverare dal mister.
-penso che il pezzo " y a mi nombre es que ella se..." -lascio la frase in sospeso
-sia di una profondità artistica che è quasi commuovente- ride e mi guarda con un occhio solo.
- vedo che l'hai già imparata- mi dice prendendomi in giro
-certe frasi, di un certo spessore artistico si imparano subito- lo sfotto e mi siedo al suo fianco.
-okay, okay non è la canzone più bella del pianeta ma mi da la carica giusta, è hot ma nulla di così scandaloso- lo guardo fingendo una faccia stupita.
-no, assolutamente no...in effetti il pezzo "al mio nome lei si masturba, sei come un diavolo mi fai fare i peccati,lei è un diavolo che si trasforma nel letto"- leggo il testo traducendolo di conseguenza.
-di cosa parla ?- gli chiedo e mettendolo in imbarazzo nuovamente.
-andiamooo- dice
-cara de diabla , cuerpo de diosa, con mi bicho ella se transforma- tossisco
-è necessario che traduca- gli chiedo.
-okay okay, è volgare - si arrende.A fine allenamenti, Dybala è senza macchina e decido di dargli un passaggio, alla fine abitiamo persino vicino.
-perché ridi?- mi chiede
-Antonella sa che ascolti quella canzone?- non so con quale coraggio io glielo chieda.
-no, ma poi che me ne frega- dice,reclinando il seggiolino e sdraiandosi meglio.
-ma come, ha un mago del sesso per fidanzato e non condividi questi desideri con lei?-
Gwen stai bene? Tutto okay? Il ciclo ti ha dato di volta al cervello?.
-mi sfotterai a vita?- mi domanda
-sfotterti? E perche mai, sei un ragazzo di ventitre anni e normale che il suo cervello pensi al sesso- gli dico sincera.
-non ti stai scandalizzando?- mi chiede poggiandosi sulle sue braccia .
-no, continuo a pensare che è una canzone volgare e che probabilmente l'avrai ascoltata in una delle discoteche che frequenti con quei pazzi, ma ha un bel ritmo e con qualche bicchierino scommetto pure che trovate qualcuna che vinsi getta ai piedi- gli spiego come la vedo io.
-beh, anche ma a me quelle facili non mi piacciono, preferisco quelle che mi rendono il gioco duro- dice tranquillo.
-non dovrebbe interessarti nessuna perche sei fidanzato- il primo passo per andare avanti è l'accettazione
-era per dire- si riprende subito
-stiamo parlando sulserio di questo?- dico più a me stessa che a lui.
Lui semplicemente ride e mi manda un bacio volante.
Quando arrivo più o meno vicino a Via Roma, mi giro a chiedergli di darmi il tesserino per la ztl, altrimenti la multa che mi arriverà sarà salata, ma lui praticamente sta riposando sul sedile.
Ottimo, ora che caspita faccio.
Decido di imboccare la traversa per via Bruno Buozzi , dove si trova il mio appartamento e una volta arrivata li, parcheggio nel mio posto auto e me ne sto li dieci minuti buoni a guardarlo riposare tranquillamente, finche nel movimento si fa male con il freno a mano e si sveglia imprecando.
-siamo arrivati?- annuisco
-si, e tu dormivi e non volevo svegliarti, siamo a casa mia- lui si tira su a sedere e si stropiccia gli occhi.
-che cucini di buono?- mi chiede
-riso bianco e insalata- gli dico e lui sembra pensarci sopra.
-mettiamoci del pane integrale e una bistecca ai ferri- mi sorride e scende dalla macchina.
-ceni da me quindi?- annuisce e si sgranchisce la gambe.
-si, non ho le forze per arrivare a casa mia- afferra le chiavi di casa, dalle mie mani e si porta avanti come se vivesse in quel palazzo da sempre.
Mentre preparo la cena, lo osservo starsene nel divano a sbadigliare di tanto in tanto e a fare zapping su sky sport e mediaset premium.
-se non c'è nulla di interessante, spegnila ma non fare zapping cosi perché mi sta esaurendo il cervello- gli urlo dalla cucina e sento il rumore della tv che viene spenta.
-ai suoi ordini chef- mi dice mentre mi raggiunge.
-dov'è la mia tazza?- cerca nel mobile e non la trova.
-guarda nella lavastoviglie, l'hai usata ieri a pranzo e ieri sera l'ho attivata ma non ho avuto tempo di tirare fuori le stoviglie- lo vedo aprire la lavastoviglie e afferrare la sua tazza dell'argentina.
-il mate?- gli indico il solito posto e lui afferra questa sorta di tea che beve in continuazione.
-me lo hai comprato lo zucchero di canna?- mi chiede e io a momenti glielo lancio addosso.
-qualcos'altro sua signoria?- mi sorride e annuisce.
-me lo dai un bacio?- mi guarda e io sono ferma li immobile poi decido di far finta di niente e gli do un bacio sulla guancia.
-brava nena- mi dice e io gli pizzico una guancia.
-e non mettere le carote nell'insalata- mi dice subito dopo mentre mi vede afferrare la confezione di carote che rimetto in frigo.
-che palle!- dico fingendomi scocciata.
-io non mi lamento del fatto che tu metta poco sale nei cibi- mi dice
-fa bene alla salute e poi questa è casa mia- gli faccio notare.
-casa mia, casa tua, che differenza fa, stiamo sempre insieme quindi non vale-.
-allora, dovresti comprare delle carote e metterle nel tuo frigorifero e comprarmi il tea al limone che mi piace e i cereali ai frutti rossi- gli dico ovvia.
-ce li ho gia- dice tranquillo e io scoppio di felicità.
-bravo bimbo- gli dico abbracciandolo
-tutto per te nena- mi bacia l'angolo della bocca.
Com'è che era?
L'amore ti fotte la testa!?Vorrei ringraziarvi ad uno ad uno, per i bei messaggi che mi scrivete nei direct e perché siete speciali e rappresentate quel famoso pezzo di paradiso che mi fa sorridere sempre.
Quante stelline per questi due ragazzi? ⭐️
Io continuo a pensare,giorno dopo giorno, che prima o poi finirò con perdere la testa😶 per questa storia che, vi giuro mi tiene incollata a scrivere senza sosta🚫, ci sono volte in cui mi devo dare una frenata altrimenti scrivo✍🏻 più di quattromila 👀parole.
Come sempre vi sono immensamente grata per il vostro supporto, che siano le visualizzazioni di chi legge 🤓semplicemente, di chi commenta ed è un'utente attivo e di chi poi, lascia la stellina ⭐️riempiendomi di gioia😍.
Vi voglio bene ❤️
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Fino Alla Fine
FanfictionLa complicità batte tutto, persino quello che potrebbe sembrare impossibile. Lei è Gwen. Una giovane ragazza torinese la cui prospettiva della vita sembra girare attorno al lavoro ,a Mat il suo inseparabile migliore amico e al calcio che a discapito...