Capitolo 2

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«se sorridi vuol dire che è andato bene» mi dice Mattia sulla strada del ritorno
-ho avuto le allucinazioni, perchè ho visto due volte Gonzalo Higuain, ma spero il resto non sia stato frutto della mia mente contorta perchè voglio essere lì più di qualsiasi altra cosa al mondo- gli dico stringendo quella sciarpa tra le mani.
-sono cosi sicuro che sia andato bene che ti offro il pranzo solo perchè so che mi farai incontrare quel gran pezzo di figo di Dybala- questo mi fa scoppiare a ridere.
-d'accordo, anche perché sto morendo dalla fame- accendo la radio della sua cinquecento nera e canticchio il testo di quella che è la nuova hit di Dua Lipa.
-pranziamo a Vinovo? Metti che oggi è il giorno della gran fortuna e li becchiamo da qualche parte.- rido della fangirlaggine di Mattia, a volte mi stupisco di quanto in alto possa volare la sua fantasia.
-sono sicura che non hai i soldi per poter andare in quei posti dove mangiano loro- dico ricordandogli della nostra povertà.
-tesoro quando sposerò Paulito vedrai che ti porterò a mangiare all'Arcadia- dice sbattendo le ciglia
- a beh, allora ovvio che vi sposerete, caro cacciatore di dote te e quella ragazza volete prosciugargli il conto in banca- difendo l'onore di quello che sembra essere uno dei ragazzi più limpidi che rimangono su questa terra.
-uohhh, sento odore di gelosia qui, non immagino li da te che ci deve essere- rido scuotendo la testa rassegnata, è un gran testa di cazzo adorabile e lo amo oltre il possibile.
-io propongo di prendere qualcosa al mc drive e mangiare al parco- dico attirando la sua attenzione
-ottima idea sorella di satana- mi dice scrivendo mcdonald sul gps.
Venti minuti più tardi siamo in coda al mc drive e la fame bussa impertinente alle porte del mio stomaco.
-potessi mi mangerei persino il commesso- dico in un momento di fame assoluta
-povero, è carino lascialo vivere- mi risponde ridendo
-io voglio crispy mc bacon, la cocacola grande, le patatine grandi e i mc nuggets da nove- dico guardandolo
-tu bestia di satana, dovrai dirmi dove cazzo lo metti tutto quel cibo- mi dice subito dopo aver finito di ordinare, nell'attesa continuo a pensare a come sarebbe se mi prendessero.
- terra chiama Gwen- mi porge i sacchetti e ripartiamo
-cerca le coordinate per il parco- smanetto velocemente con google maps e poi trasferisco le coordinate sul gps.
Ci vogliono esattamente diciassette minuti prima di arrivare, quando parcheggiamo non molto lontano dall'entrata, rifletto che non indosso esattamente la tenuta migliore per poter andare in un parco e che se sporco il tailleur mia madre mi menerà.
-Mat?- mi guarda e capisce al volo, esce dalla macchina e recupera la borsa della palestra dal cofano.
-abbiamo non più di cinque minuti per essere zingari- apre il borsone tira fuori leggings, felpa e sneakers
Mi accuccio come meglio posso e ad una velocità, che normalmente a casa non posseggo, mi rivesto causandomi non pochi lividi.
-Ginnaste vite parallele, scansati- esce fuori dall'abitacolo della sua mano saltellando probabilmente per riacquistare la normale funzionalità delle gambe chilometriche che si ritrova.
-sei cosi melodrammatico mi amor- gli dico saltandogli sulla schiena con i sacchetti di carta in mano
-mi ami cosi come sono- mi dice afferrandomi per le cosce impedendo che mi schiacci con la faccia per terra.
-hai proprio ragione- gli dico stringendolo e baciandogli la sua capigliatura super fashion alla Mariano Di Vaio.
-dove ci sediamo donzella?- mi chiede
-di la, un po al sole cosi la mia pelle bianco mozzarella diventerà un po' più dorata- gli spiego
-una deliziosa caciottina affumicata- rido come non mai
-ma te sei proprio un pirletta- gli scompiglio la struttura architettonica che ha in testa
-daiiii- si lamenta.
Appena ci sediamo sul prato, laviamo le mani con delle salviettine pescate dalla mia borsa e poi ci tuffiamo letteralmente sui panini.
-cazzo siii- dico assaporando la bontà dell'hamburgher
-ci sarà un girone all'inferno per i proprietari del mc donald, e per noi due che ci sfondiamo perdendo ogni briciolo di dignità- da un altro morso al suo panino rischiando persino di macchiarsi.
-stasera prometto solennemente di non mangiare , acqua e limone- dico portandomi una mano al petto a mo di giuramento
-stasera prometto solennemente di ordinare una cazzissima di pizza da pizza hut e di sfondarmi ancora di più, domani piangerò i miei peccati in palestra, rimpiangendo di non essere nato magro- dice bevendo dalla cannuccia prima che questa gli si rovesci letteralmente addosso.
-ma porca buttana, chi è questo bambino di merda con la sua altrett...oh mio cristissimo Dio- rimane fermo per due minuti buoni
-Mat?- mi alzo e lo raggiungo
-quello è Dybala! Mi ci gioco le palle che quello è l'amore della mia vita- mi sussurra da vicino tenendo la palla in mano che gli prendo
-beh, dovresti restituirgliela o vuoi che vada io?- gli chiedo vedendolo in serie difficoltà
-no, si..no insieme- mi dice afferrandomi il polso
-Mat, niente figure di merda mi raccomando- gli dico anche se so che le figure di merda per lui sono uno stile di vita, che sottolineo ho adottato anche io
-scusa, questa deve essere vostra- fingo di non stare per avere un defibrillazione ventricolare e di collassare li davanti.
-perdoname- ci dice sorridendo
-no pasa nada- rispondo porgendogli la palla
-tu amigo está bien?- mi giro ad osservarlo e vorrei ridere cosi tanto della sua faccia
-ehm si, solo tú eres su mayor amor y creo que está imaginando el día en que te casarás y adoptarás tantos hijos- appena mi accorgo di averlo detto oltre che averlo pensato, mi porto immediatamente la mano alla bocca e mi accorgo che sta ridendo.
-bien, muy bien- dice porgendogli la mano che Mat accetta volentieri
-encandado de conocerte mi amor- gli dice e Mat ha uno spasmo che fa ridere tutti.
-non conosce lo spagnolo- gli spiego
-oh scusa- gli dice sorridendogli, levando almeno altri dieci anni di salute a Mat
-oddio, ma tu sei vero...fatti toccare- ecco esatto era di questo che parlavo, questa grandissima figura di merda.
-Mat, Mat lo stai spaventando- gli dico ma Paulo è tranquillo e ride della cosa, probabilmente ci sta prendendo per disagiati e non lo biasimerei nemmeno.
-grazie è stato bello, vi lasciamo rilassare in pace- dico sperando che Mat smetta di guardarlo come se fosse un delizioso panino da addentare dopo mesi di digiuno
Lui torna indietro tirando un bel destro alla palla che arriva dritta dai suoi amici, noi invece ce ne ritorniamo al nostro posto, o meglio io cerco di contenere Mat che probabilmente già si andrebbe a legare alla gamba di Dybala perdendo anche quella poca dignità che gli è rimasta.
-ma dio mio, hai visto quanto cazzo è bello? Non l'ho sognato vero? Era li bello come il sole!- mi dice sedendosi per terra in uno stato di trance
-si era veramente lui, e comunque si è davvero bello niente a che vedere con quel poster inquietante della tua camera- ricomincio a mangiare le mie patatine ormai fredde.
-ti prego possiamo solo tornare li e chiedergli una foto, l'autografo, un video- mi chiede supplichevole
-si, il numero di telefono, l'indirizzo di casa, un rene, Mat per favore voleva solamente tornare a giocare con i suoi amici, pensa se tu fossi famoso e ti romperebbero in qualsiasi momento, anche adesso che ci stiamo sfondando di cibo da asporto- gli dico cercando di spiegargli il mio punto di vista
-beh, quando ci sposeremo poi saprò dirti come è la vita da famoso- mi dice girandosi a pancia in giù con lo sguardo diretto verso la zona dove i ragazzi stanno facendo quattro tiri di palla.
-no Gwen, io ci vado- non faccio in tempo a rendermene conto che sta già correndo dalla loro parte, madre natura perché a me?
Mi alzo raccogliendo la spazzatura che abbiamo fatto e la getto nel primo cestino che riesco a trovare, dopodiché vado a recuperare quel pazzo del mio migliore amico che sembra essere diventato un nuovo membro della combriccola.
-Mat?- lo chiamo e lui si gira chiamandomi con la mano, mi avvicino ancora e imbarazzata oltre l'invero simile mi costringo a raggiungerlo
-Mat, hai finito di fangirlare?- gli dico sperando che colga l'antifona ma ovviamente questo sarebbe troppo bello.
-stavo dicendo a juan che hai fatto il provino per quel posto alla Juventus e che siamo venuti qui a festeggiare perche io, oracolo del signore, ho già predetto che quel posto sarà tuo- lo guardo come se fosse impazzito
-Mattia!- quasi urlo ma Juan mi sorride probabilmente comprensivo
-es un poder!- mi dice Paulo accostandomi
-davvero scusatelo, ma ha una piccola ossessione per voi, cioè per te ma siccome se la sta facendo sotto allora fa il simpaticone con loro- gli spiego
-è tutto okay hahah, è troppo simpatico- Miralem Pjanic si allontana da loro facendogli un video su instagram.
-Mattia, lasciali in pace e per favore torna qui e portami a casa- glielo chiedo e lui dopo essersi fatto una quantità vergognosamente assurda di foto e video con i ragazzi si decide a lasciarli in pace.
-adios babe- saluta Paulo mandandogli un bacio volante e ovviamente vorrei che la terra mi inghiottisse ora e subito.
Quando torniamo in macchina, non oso commentare perché finirei per urlare dalla vergogna.
-si vive una volta sola amor, la vida est una canzion!- mi dice su di giri
-si est e ovest, cretino... intanto semmai sarebbe la vida es una cancion, ma poi che c'entra?- gli chiedo allibita
-niente, era l'unica cosa che credevo di saper dire, piuttosto devi farmi un corso accelerato di spagnolo per quando mi sposerò con Paulito- mette la marcia e ci dirigiamo a casa.

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Hey, questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia e se si e vi va mettete una 🌟.
Grazie in anticipo zebrine 🦓🦓 mie ❤️

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