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Jessica

Finalmente arrivò Daniele. Ormai siamo fidanzati da 2 anni e ogni giorno lo amo sempre di più. Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati. Entrambi eravamo in una profumeria e io giravo intorno agli scaffali alla ricerca di quel buonissimo profumo che mi aveva fatto provare mia cugina. A quel tempo lui era un goffo e dolce ragazzo che era in quel negozio per cercare un profumo da regalare a sua mamma per il suo compleanno. Trovai quel profumo ed era proprio l'ultimo nello scaffale. Lo stavo per afferrare quando mi trovai un altra mano che mi sfiorò per prendere lo stesso profumo. Non potevo lasciarglielo. Dovevo avere ad ogni costo quel profumo così gli dissi:

"Scusami ma l'ho visto prima io!"

"Ok, scusa." E mi lasciò il profumo.

La mia coscienza non mi permetteva di andare a casa con quel profumo quando sapevo benissimo che il tipo lo aveva visto e preso prima di me.

Quando se ne stava per andare lo seguii per darglielo poi lui si girò di colpo e mi venne addosso facendo cadere il profumo che avevo in mano e uno scaffale pieno di profumi di marca.

Mi trovai a terra con la gonna che sapeva da 3 diversi profumi e anche lui era caduto per terra bagnato dai profumi. Ci guardammo e ridemmo. Poi arrivò la commessa e urlò:

"Ma che cazzo avete combinato? Adesso lo pagate voi tutto sto disastro!"

Lui si alzò e si prese tutta la colpa anche se in parte era anche mia:

"No no. È stato tutta colpa mia. Lei non centra niente."

"A dire il vero è stato anche merito mio." Dissi.

"Bene. ora vi faccio il conto di tutto ciò che dovrete ripagare." Fece la commessa e si allontanò da noi per andare in cassa e si aspettava che la seguissimo, ma Daniele mi prese la mano e mi tirò facendomi scappare dal negozio. Mi girai e vidi la commessa che cercava di rincorrerci e io e lui corremmo il più veloce allontanandoci dalla zona prima che la commessa chiamasse la polizia. Daniele mi portò sotto un tunnel abbandonato e ci fermammo lì cercando di recuperare fiato. poi ci guardammo negli occhi e ridemmo.

"Come ti chiami?"

Jessica e tu?"

"Daniele, ma puoi chiamarmi Dan o Lele. O anche Dado."

Scoppiai a ridere come non mai, poi gli dissi:

"Ok Dado. Perché stavi prendendo un profumo per femmine?"

"Volevo regalarlo a mia mamma per il suo compleanno ma ho pensato che ne avevi più bisogno tu."

"Che intendi? Che puzzo?"

"No no per niente. Anzi hai un buon odore." Disse avvicinandosi a me. Mi sentivo battere il cuore tantissimo. Un pò era perché avevo appena fatto una maratona e dall'altra parte perché un ragazzo dolce e carino si era avvicinato a me e mi aveva accarezzato la guancia. Diventai rossa e lui lo capì, quindi si allontanò da me con un po di imbarazzo.

"Ti stavo restituendo il profumo. Non meritavo di portarlo a casa visto che lo avevi trovato per primo te." Gli dissi.

"E così distruggemmo una profumeria per un piccolo profumo alla fragola."

Mi sorrise. Pensai che avesse il sorriso più bello di tutto l'universo. Restammo lì fino alla sera. Parlammo e ridemmo un sacco. Poi ci scambiammo i numeri e da allora abbiamo cominciato a sentirci fino a metterci insieme.

Ora lui è meno goffo e più carino di prima. E in tutta la nostra relazione non abbiamo mai litigato, non ci siamo mai odiati e non ci siamo mai allontanati, Nonostante tutte le ragazze gli corressero dietro. Lui continuava a scegliere sempre me dopo tutte quelle che venivano.

Entrò in casa e non appena mi vide mi abbracciò facendomi cadere sul divano. Gli accarezzai i capelli e lo baciai. poi gli dissi:

"Dani, i miei non tornano prima di stasera quindi abbiamo la casa tutta per noi."

Lui fece un sorriso malizioso.

"Però... Mi sono appena arrivate le mie cose." Continuai.

Il suo sorriso si spense. Mi fissò per un momento poi mi lanciò un cuscino.

"Non è vero, le hai finite 2 settimane fa."

Io gli sorrisi e lui mi prese in braccio portandomi per le scale fino al letto in camera mia.

Si mise sopra di me e cominciò a baciarmi, poi infilò la mano sotto la mia maglia per palparmi il seno. Mi spogliai e lui fece lo stesso. Aprii il cassetto per prendere un preservativo ma non li sentivo. Mi alzai a controllare ed erano finiti. "Merdaa!"

Lui mi guardò poi mi disse:

"Non importa piccola. Per una volta possiamo anche fare senza."

"Dai, non essere irresponsabile, e se rimango incinta?"

"Meglio. Così poi ci sposiamo e andiamo a vivere insieme. E sai cosa? Sarà il bambino più bello di tutti perché avrà preso tutta la tua bellezza."

Io gli sorrisi sentendomi la ragazza più amata del mondo.

Quando finimmo, ci vestimmo e poi mi rifugiai tra le sue braccia pensando a quanto stessi bene con lui. Era il ragazzo, con cui avevo perso la verginità, il mio migliore amico, l'unica persona che mi avesse mai fatto innamorare.

Lui improvvisamente si staccò e mi disse:

"Sai devo farti vedere una cosa."

Restai lì a letto con la curiosità mentre lui si alzò e infilò la mano sulla giacca. Tirò fuori una siringa e venne verso di me.

"Che cos'è?" Chiesi aggrottando la fronte.

"Eroina." Mi sussurrò.

In quel momento sembrava che l'eroina l'avessi assunta io perché cominciai a sentirmi strana e pensavo di svenire. Forse era l'effetto di sentire quella parola per la prima volta da lui.

"Da quando ti droghi?" Gli chiesi.

"Sshh!" Mi mise il dito sulle labbra. "Non deve saperlo nessuno. Ho cominciato l'altra sera dopo che un mio amico mi ha fatto provare. È un esperienza fantastica. Dovresti provare anche te."

"Stai scherzando? Ok, fammi capire: tu, che sei il mio fidanzato, vieni a casa mia e mi offri della droga?" Chiesi divertita e allo stesso tempo offesa. Di solito nei film i fidanzati cercano di proteggere le loro ragazze e non spingerle a fare cose sbagliate.

"Beh, detto così mi fai sembrare uno stupido."

Io alzai gli occhi al cielo pensando che fosse davvero stupido se si drogava.

"Almeno mi permetti di usarlo un attimo?" Chiese.

Lo guardai incredula. Si comportava come se non ci fosse niente di male e quando lo guardai negli occhi sembrava che avesse convinto anche me che non ci fosse niente di male. Tanto io non ne sapevo niente della droga e pensai che lui sapesse cosa stesse facendo quindi acconsentii.

"Preferirei di no, ma se proprio devi."

Lui si mise sul letto e io mi affacciai alla finestra della mia camera. Osservai una macchina che arrivava. Erano i miei.

"Mettilo via! I miei sono tornati." Gli dissi in fretta prima che lui potesse usarlo.

"Non avevi detto che tornavano stasera?"

"Sì, ma non so perché siano qui. Senti se trovano della droga in camera mia, io sono morta!" Dissi nel panico.

"Ok, calmati. Ora la metto via." Rimise la siringa nella giacca. Io velocemente presi i miei quaderni e li sparsi sul letto e mi sedetti. Daniele si mise accanto a me facendo finta di aiutarmi a fare i compiti. Qualche minuto dopo i miei bussarono alla porta ed entrarono.

"Ciao Daniele." Lo salutarono. Lui ricambiò con un sorriso.

Rimasero ancora qualche secondo a guardarci compiaciuti, poi uscirono e chiusero la porta.

Io e Daniele ci demmo uno sguardo d'intesa e poi lui si avvicinò dandomi un bacio sulla guancia.

Stronzette Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora