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Sarah

Valentina era appena stata dimessa, mentre ricevemmo brutte notizie riguardo a Vanessa. Qualche ora prima della dimessa, il medico ci informò che aveva messo in coma farmacologico Vanessa per limitare i danni al suo metabolismo.

"Non potete fare questo a mia figlia! E se peggiorate le cose?" Disse la madre di Vanessa.

"Questo è un metodo efficace che riduce anche i casi di mortalità." Gli rispose tranquillamente il dottore.

"Mia figlia non morirà!"

"Bene, se non vuole che succeda allora mi lasci fare il mio lavoro."

"E quando uscirà dal coma?" Chiese freddamente il padre.

"Nel tempo valuterò se le sue condizioni di salute potranno permetterle di svegliarsi dal coma e di non avere qualsiasi altro danno."

"Nel tempo? Mi che storia è questa? Deve fare al più presto!" Urlò la madre.

"Signora, come le ho ripetuto mi permetta di fare il mio lavoro e le assicuro che un giorno mi ringrazierà." Il medico si allontanò prima che la mamma di Vanessa potesse risponderle.

Qualche ora dopo io, Valentina e Jessica eravamo in una gelateria con delle facce demoralizzate.

Valentina smise di giocare con la cannuccia del frappé ancora piena e la sposto via. "Non ho voglia di mangiare niente."

Mi guardai intorno nessuno delle tre in effetti aveva bevuto un sorso.

Notammo che Jessica era totalmente presa dai suoi pensieri.

"Pronto? Jessica, ci sei?" Valentina le faceva i gesti con la mano.

Lei si riprese da quel momento di distrazione. "Cosa c'è?"

"A cosa stai pensando?" Le chiese.

"A niente." Rispose nervosa.

Valentina fece finta di niente, la studiò per un attimo e poi sbottò: "Ti conosco troppo bene, c'è qualcosa che non va oltre alla storia di Vanessa, cos'hai?"

"Niente, non voglio portare altri problemi. Credo che ce ne siano già abbastanza."

"Dai, per favore! Siamo le tue migliori amiche!" La pregò Vale.

Jessica mi guardò, come se fosse strano associare la parola 'migliori amiche' a noi due. Poi rispose a Valentina.

"I miei hanno scoperto del bambino... e vogliono farmi abortire."

La guardai stupita. Questo spiegava perchè ogni volta che si guardava la pancia sembrava stesse per piangere.

"E tu ti opponi, no?" Le disse Valentina.

"Come se fosse facile! Stamattina mia madre mi ha chiamata e ha detto che ha preso appuntamento domani per portarmi dal ginecologo."

"Quante settimane ti mancano per arrivare al 90esimo giorno? "

"Credo una settimana e mezza."

"Beh prendi tempo, e superati i 90 giorni non potrai più abortire." Jessica fece una faccia esitante.

Decisi di intromettermi. "Potrei sembrare stronza, ma non hai pensato che potresti fare finta di ingoiare la pillola e far credere loro di aver abortito?"

Le si illuminò la faccia, ma cambiò espressione quando si accorse che l'idea proveniva da me.

"Scusate, devo andare." Disse improvvisamente.

Stronzette Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora