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Vanessa

Il prof di diritto parlava e parlava ma nessuno lo ascoltava. Erano tutti occupati a giocare a Tris sul banco, scarabocchiare i quaderni, messaggiare al telefono e c'era anche chi aveva le cuffiette sotto al capuccio della felpa e ascoltava tranquillamente la musica. Io e Valentina giocavamo a 'Nomi, cose e città' con Sarah e Jessica che erano sedute davanti a noi.

Ad un certo punto bussarono alla porta e la segretaria entrò.

"Buongiorno, professore. È appena arrivata la nuova allieva."

Tutti ci guardammo aggrottando la fronte. Nessuno ci aveva detto che avremmo avuto una nuova compagna di classe.

"Ok, la faccia pure entrare." Disse il prof.

La segretaria sparì per un momento poi riapparse con accanto una ragazza bionda e bella.

"Ragazzi vi presento la vostra nuova compagna di classe, lei è..."

"Alexis!" Lo interruppe la ragazza nuova.

"Ecco, appunto. Si è trasferita da Venezia poco tempo fa, ma è americana, se non sbaglio. Da quanto tempo vivi qui in Italia?" Chiese, rivolgendosi alla ragazza, intanto la segretaria si allontanò e sparì dall'aula.

"Da 5 anni."

Il suo volto, i suoi capelli mi ricordavano qualcosa. Quella ragazza l'avevo già vista da qualche parte.

"Bene, allora non hai problemi a comprendere l'italiano. Ti diamo il benvenuto." Disse il prof sorridendole.

"Grazie mille." Lei ricambiò il sorriso. Più la guardavo e più mi girava per la mente quell'immagine della ragazza bionda che era con Alex in discoteca. Aveva i suoi stessi lineamenti di viso, stessi capelli e guarda caso indossava la stessa felpa che indossò quella sera. Certo che era lei!

"Benissimo Alexis. Puoi prendere quel banco e accomodarti lì, in fondo, vicino a Vanessa."

Cominciai a nutrire un forte odio.

Lei venne verso di me con un sorriso, si sedette e poi mi disse:

"Ciao! Sono Alexis, ma puoi chiamarmi Lexi. Piacere." Mi tese la mano aspettando che le rispondessi. Era una coincidenza troppo assurda che avesse il nome simile a quello di Alex. Senza risponderle mi girai dall'altra parte e feci finta che non ci fosse.

La campanella suonò pochi minuti dopo e sembrava che il prof non avesse intenzione di finire la sua stupida lezione.

"Bene, ragazzi. Prima vi stavo parlando della ricerca che mi avreste dovuto fare. Ognuno di voi troverà uno stato e mi rappresenterà con un disegno, uno schema o qualunque cosa vogliate, la sua forma di governo. Ora leggo le coppie con le quali dovrete lavorare."

Man mano che leggeva i nomi, ognuno si girava e sorrideva al compagno con il quale avrebbe dovuto fare la ricerca. Arrivò al mio e io speravo veramente che mi mettesse in coppia con Jessica, Valentina o Sarah; invece rimasi delusa quando nominò Alexis.

Mi alzai velocemente e prima che il prof potesse lasciare la classe lo fermai.

"Scusi, ma potrebbe mettermi con un'altra persona?"

"Mi dispiace, ma ho già fatto le mie decisioni e perderemo solo tempo se cambio qualcosa."

"Ma..." Il prof mi ignorò e uscì dalla classe. Mi voltai e mi ritrovai Alexis davanti a me.

"Non preoccuparti. Non ti farò prendere un brutto voto solo perché sono nuova. Sono brava anche io in certe cose." Mi disse sorridendo.

"Già sei brava anche a farti i ragazzi degli altri. Questa è la ragione per cui io non voglio avere niente a che fare con te."

"Che intendi dire, scusa?"

"Quanto falsa sei? Scommetto che sei qui a Milano da un bel pò di settimane. Giusto il tempo di fare un pompino al mio ragazzo in discoteca."

Lei abbassò lo sguardo, quindi sapeva di cosa stessi parlando.

"Stai parlando del biondo? Io... Io non sapevo fosse fidanzato."

Poteva anche sembrare sincera con quel visino, ma a me non convinceva minimamente.

Feci per andarmene ma lei mi fermò.

"È stato lui a chiedermi di farlo. Non hai ragione di prendertela con me."
Non mi sorprendeva che fosse stato Alex a prendere l'iniziativa. Mi chiesi come facevo ancora a stare con lui.

"Non m'interessa. Ciao." Dissi ad Alexis e me ne andai.

"Ok, ma quando ci vedremo per fare la ricerca?" Mi urlò mentre mi allontanavo e io non le risposi.

Al pomeriggio tornai a casa. Credevo che non ci fosse nessuno ma la porta era aperta.

"Mamma!... Papà! Siete a casa?"

Non ricevetti nessuna risposta, ma dopo un pò sentì un rumore di una pentola che cadeva provenire dalla cucina. E c'era odore di pizza fatta in casa. Mia mamma non cucinava mai la pizza.

Feci per avvicinarmi alla cucina ma improvvisamente Alex spuntò dalla porta facendomi venire un colpo.

"Ciao, bellezza."

"Cosa ci fai qui? Pensavo ci fosse un ladro."

"Tranquilla. Ci siamo solo noi due." Disse dandomi un bacio. Avvolse le sue mani calde attorno ai miei occhi, poi mi disse di camminare fino alla sala da pranzo. Obbedì e alla cieca proseguì a piccoli passi. Mentre camminavo gli chiesi:

"Come hai fatto ad entrare a casa mia?"

"So che tua mamma tiene le chiavi di riserva sotto il tappetino e volevo farti una sorpresa."

Ad un certo punto mi fece fermare. Mi tolse le mani dalla faccia e davanti a me trovai il tavolo ben apparecchiato, con piatti, posate, bicchieri, vino e al centro un enorme vaso di rose bianche.

"Come mai ultimamente sei così tanto dolce? Questo non è di certo da te, Alex." Chiesi rovinando l'atmosfera. Prima mi porta le rose a scuola, poi mi prepara il pranzo... Questi non erano di certo comportamenti che Alex avrebbe fatto.

"È così che mi ringrazi? Allora metto tutto via." Disse.

"No!" Lo fermai e lo baciai.

Lui sorrise e poi mi fece accomodare.

Un pranzo romantico fatto di pizza non era proprio l'ideale ma era stato comunque delizioso.

Quando finimmo, andammo in salotto e ci distesimo sul divano.

"Non, credi che dopo la sorpresa che ti ho fatto mi meriterei qualcosa?"

Lo guardai per un minuto e poi capì cosa voleva.

"No, non ho voglia." Mormorai. Avevo ancora in testa l'immagine di lei ed Alexis in discoteca.

"Dai, sarà veloce." Mi sussurrò all'orecchio.

Se non lo avessi fatto mi avrebbe rotto per il resto del pomeriggio così mi alzai malvolentieri, mi misi in ginocchio davanti a lui, mi legai i capelli con un elastico e poi cominciai a sbottonargli i pantaloni. In quell'esatto momento suonò il campanello e lui sbuffò.

Io mi alzai ad aprire mentre Alex si riabbotonava i pantaloni e quando vidi chi era rimasi stupita.

"Tu che ci fai qui?" La guardai.

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