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Jessica

"Buongiorno. Siamo qui per l'appuntamento che avevamo preso per l'interruzione di una gravidanza." Disse mia mamma alla prima donna in divisa che vide girare per l'ospedale.

La signora frettolosamente le disse di andare alla prima porta a destra. Ci incamminammo. Stava per bussare a quella porta rossa davanti a noi, ma la porta si aprì improvvisamente e dietro c'era una donna che tremava quanto mia mamma dallo spavento.

Era sui 30 anni aveva i capelli biondi e raccolti e portava occhiali con grandissimi lenti che rendevano i suoi occhi ancora più grandi.

"Oh scusi. Sono venuta per un appuntamento. Mia figlia dovrebbe interrompere la gravidanza." Disse mia mamma con una voce così alta che infermieri e pazienti si giraronono per guardarci. E sembrava proprio brutto sentire una madre che diceva queste parole.

"Oh certo! Si chiama Barbieri vero?" Chiese la dottoressa.

Mia madre annuì. La dottoressa mi sorrise e ci fece entrare dentro. Chiuse delicatamente la porta e si sedette alla sua scrivania. Tirò fuori una cartella che metteva in evidenza il mio nome e cognome e cominciò ad esaminare ciò che c'era dentro.

"Siete giusti in tempo. Ancora qualche giorno e non avreste più potuto interrompere la gravidanza. Con la pillola vero?"

Mia madre annuì di nuovo. Fin'ora non mi aveva lasciata parlare neanche una volta.

"Sei sicura di voler abortire."

Questa volta la domanda era per me, quindi dovevo rispondere io. Mia mamma invece mi precedette.

"Certo. Ne abbiamo parlato e abbiamo preso questa decisione.... è meglio per tutti." E con tutti intendeva lei e mio papà.

La dottoressa si alzò. Aprì un cassetto, prese un piccolo pacchetto e me lo porse.

"Prendi queste pillole che faranno morire l'ovocita e poi ti darò quella per l'espulsione del feto."

Presi le pillole con mano tremante.

"Ti accompagno." Disse mia mamma.

"No, mamma. Ce la faccio anche da sola."

"Sicura?"

"Sì."

Aprii la porta e mi diressi in bagno. Una donna sui 50 anni si stava cospargendo sulle labbra un rossetto rosso fuoco. Entrai nel primo gabbinetto che trovai. Presi le pillole e le gettai nel WC. Tirai l'acqua e uscì dal gabbinetto.

La signora mi guardò sorpresa del fatto che sono stata in bagno per neanche cinque secondi. La ignorai e me ne andai. Tornai nella stanza dove c'era mia mamma e la dottoressa.

"Tutto ok?" Chiese mia mamma con un enorme sorriso.

"Sì." Le risposi convinta.

"È possibile che sentirai un po di dolori e sicuramente quando assumerai la pillola per l'espulsione del feto avrai un'abbondante perdita di sangue." Disse la dottoressa.

Annuii divertita perché avevo fregato tutte e due.

Mia mamma mi abbracciò.

"Sono felice che tu abbia preso la decisione giusta..." Non ci trovavo niente di giusto nell'uccidere un bambino. "... e anche tuo padre sarà felice per te. Andiamo a prenderci qualcosa da mangiare."

Non riuscivo ad immaginare la faccia che avrebbero fatto quando avrebbero visto che la mia pancia stava crescendo invece.

Stronzette Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora