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Sarah

"

Credo che i miei siano arrivati." Disse lui improvvisamente guardando verso la porta.

"Dai, ancora un po." Mormorai accarezzandogli il braccio.

Lui mi baciò di nuovo e poi scese verso le tette. I nostri respiri diventavamo sempre più forti. E i nostri corpi si muovevano sempre di più. Stringevo le sue braccia sempre più forte. Sentivo il suo pene pulsare dentro di me. Arriviamo all'orgasmo e poi basta. I respiri diminuirono e i nostri corpi si staccarono (o meglio, lui si staccò da me). Mentre ci vestivamo a lui squillò il cellulare. Lo prese, guardò lo schermo e invece di rispondere lo gettò sul letto. Mentre continuava a suonare riuscì a vedere che sullo schermo c'era scritto 'Lisa'.

"Che fai? Non rispondi?" Gli chiesi.

"No, non adesso." Mi rispose.

Stavo per chiedergli chi fosse, ma non avevo il diritto di fargli una scenata di gelosia. Infondo non ero altro che una scopamica per lui.

"Andiamo a mangiarci qualcosa?" Gli domandai.

"Sì. Tu intanto scendi, io ti raggiungo fra poco." Sapevo cosa avrebbe fatto. Avrebbe richiamato quella Lisa. Uscì da camera sua e mentre attraversavo il corridoio Jessica mi vide da camera sua.

"Sarah, che ci fai qui?" Svoltai a destra e entrai in camera sua.

"Ero con tuo fratello." Le risposi.

"Con mio fratello.... Non dirmi che state insieme?"

"Una specie."

"Che vuol dire una specie?"

"Che non stiamo insieme, però... stiamo insieme... a letto." Dissi più confusa io che lei.

"Oh... amici di letto." Disse facendo una smorfia.

"Esatto."

"Non mi sembri tanto convinta."

Chiusi la porta di camera sua. "Perché... io voglio stare con lui, non voglio essere solo quella amica che chiami quando sei solo e hai voglia... ma a lui non interessa. E credo si veda con altre ragazze. Hmmm quanto mi fa innervosire sta cosa." Ringhiai.

"Beh, la prossima volta che te lo chiede rifiutati no? E gli dici quello che vuoi davvero."

"Come se fosse facile." Dissi girando per la stanza. Trovai sulla sua scrivania un documento di carta. Quella parola 'aborto' mi incuriosì. Lo presi e lo lessi.

"Jessica tu hai abortito?!"

"No." Mi disse a bassa voce. "Ho seguito il tuo piano e ho gettato via le pillole."

La guardai sorpresa che avesse seguito la mia idea. Lei, lì seduta sul letto, mi fissò per un attimo e poi abbasso lo sguardo.

"Sarah... So che eri qui per mio fratello e so che non siamo più amiche come prima, però... resteresti a dormire da me stanotte?"

"Ehm..." Non mi fece finire la frase e continuò a parlare.

"Ho davvero bisogno di raccontarti tutto quello che mi succede e consolarmi."

"Certo." Le risposi senza problemi.

Mi misi accanto a lei sul letto e parlammo per tutta la sera. Mi raccontò della prepotenza di suo padre, di quando è svenuta, quando ha sognato Daniele.

"Tu credi che Nicole ti abbia mentito?" Le chiesi.

"Non lo so. Credo che quel sogno sia tutto frutto della mia immaginazione. Deve essere stato la conseguenza del sonnifero che mi avevano dato i miei."

"I tuoi ti hanno dato un sonnifero?"

"Sì, ma io non me ne ero resa conto."

"Jessica non possono darti sonniferi, potevano fare un danno alla tua gravidanza."

Lei si alzò di scatto e rimase a bocca aperta.

"Oddio, era quello che volevano fare. Volevano togliermi il bambino." Disse agitata. Poi cominciò a piangere.

"Da quando è morto Daniele sono tutti contro di me, non so più cosa si provi quando si è felici."

Mi resi conto di far parte di quel gruppo di persone contro di lei. Ma ora ero pentita.

La abbracciai. "Vedrai che vincerai te. Perché non c'è arma migliore che mostrare il tuo sorriso ai tuoi nemici." Non so perché ma mi sentivo una poeta quella sera.

Ci addormentammo come se fossimo sempre state quelle migliori amiche che si sono conosciute sin dalla nascita.

Il giorno dopo, mentre Jessica dormiva ancora mi feci una doccia veloce e poi mi introfulai in camera di suo fratello. Lo trovai mentre si vestiva. Si girò e mi vide.

"Che ci fai qui?" Mi chiese con un sorriso.

"Ho dormito con Jessica."

"Potevi anche dirmelo così passavi la notte con me."

"No, preferivo stare con lei."

Lui si avvicinò a me, mi prese le mani e mi sorrise. E quel sorriso ni fece dimenticare di quello che era successo il giorno prima.

"Mai provato il sesso di prima mattina?" Mi chiese.

"Ehm... no."

"Vuoi provare?"

"Non ti è bastato ieri?"

"Ma io ti voglio ora."

Mi lasciò le mani per accarezzarmi i fianchi. Gli aprii la cerniera dei pantaloni, ma mi fermai subito e mi allontanai ricordandomi ciò che mi aveva detto Jessica.

"No, non voglio."

"Perché?"

"Perché io non voglio fare solo sesso con te. Io voglio di più. Voglio poterti baciare sempre, darti la buonanotte la sera e andare al cinema come una coppia e non scopamici. Ma se a te non interessa allora lasciamo stare e finiamola qua."

"Chi ti dice che non mi interessa?" Sbuffò lui.

Lo indicai con il dito. "Tu lo hai detto. Mi dici sempre che non vuoi avere rapporti seri perché stai benissimo single. So che non ti piaccio..."

"Sì che mi piaci. È proprio per questo che non voglio avere un rapporto serio con te, perché piaci a tutti. Magari un giorno troverai qualcuno più bello di me e vorrai lui piuttosto che me."

"Più bello di te? Impossibile." Gli sussurai accarezzandogli il viso.

"Potrebbe andare così. Se stiamo insieme ho paura che potrebbe finire male."

"Te lo assicuro io. Non finirà male."

"Me lo prometti?" Mi chiese.

"Solo se anche tu me lo prometti."

Lui mi prese per la schiena e mi diede un bacio.

"Una domanda: chi è Lisa?" Chiesi con le braccia conserte.

"Non stiamo insieme neanche da un minuto e già cominci con la gelosia?"

"Dai rispondimi."

"Una ragazza fastidiosa che vorrebbe le facessi conoscere un mio amico."

"Giura."

"Lo giuro." Disse baciandomi i nuovo.

Si allontanò un attimo per mettersi su le scarpe mentre io mi fermai davanti allo specchio per mettermi a posto i capelli. Improvvisamente sentii una cuscinata in testa.

"Tutto ma non i miei capelli!" Gli urlai.

Lui me ne diede un'altra in faccia. Questa era guerra allora. presi un'altro cuscino e gli diedi un colpo sullo stomaco.

"Tutto, ma non i miei addominali." Disse lui.

Continuammo a picchiarci fino a quando non ci buttammo entrambi sul letto. Lui mi diede un bacio e poi mi disse di andare a fare colazione. Più felice di così non potevo essere. Avevo fatto pace con Jessica e mi sono messa insieme a suo fratello.

Stronzette Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora