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Vanessa

Odio il lunedì. Quel giorno in cui ti svegli con tanta fatica e fai tutte le cose a rilento perché vorresti startene a dormire e ti penti di essere andata a letto tardi la domenica. La mattina mi sveglio e affronto le lezioni malvolentieri. All'una torno a casa e non ci trovo nessuno, però trovo un biglietto e una busta sul tavolo della cucina.

"Ciao Vanessa, volevo ringraziarti per aver guardato ieri mio nipote. Purtroppo sono tornata molto tardi, ma Giovanni mi ha raccontato che sei stata molto brava con Alessio e che ti sei preso cura di lui finché non si è addormentato e te ne sei dovuta andare perché oggi avevi scuola. Sono molto contenta e questo è il tuo ricompensamento. Ci vediamo. Gianna Grimaldi."

Presi la busta e dentro c'erano 50 euro. Non ci potevo credere. Come si fa a pagare una cifra così alta ad una persona per aver fatto da babysitter a tuo nipote? E il bello è che sono stata lì per neanche 2 ore e non ho fatto praticamente niente. Decisi di non obbiettare, piuttosto pensavo che Giovanni era stato molto gentile ad aver detto a sua nonna quelle cose quando il merito è stato tutto suo.

Uscii e andai a casa della signora Grimaldi, sperando di trovarci ancora Giovanni. Fortunatamente lo vidi in giardino e non c'era nessun'altro in casa.

"Ciao! Che fai qua tutto solo?"

"Mia nonna ha portato Alessio da mia mamma e io sono appena tornato da scuola. Se vuoi però posso riferirle per cosa ti serviva."

Mi sedetti accanto a lui sulla panchina.

"Non avevo bisogno di tua nonna, cercavo te."

"Me? Per cosa?"

Tirai fuori la busta con i soldi e la lettera.

"Beh, innanzitutto per questo. Credo di non meritarmi i soldi perché alla fine hai badato tu a tuo fratello e io non ho fatto niente, quindi dovresti prenderli tu." Gli diedi la busta e lui la prese senza guardare neanche a dove metteva le mani, era troppo occupato a fissarmi negli occhi.

"E poi volevo anche chiederti scusa per come ti ho trattato dopo che abbiamo... Beh dopo che ci siamo..."

"Baciati." Mi interruppe lui.

"Già."

"Puoi stare tranquilla, sono io che dovrei chiederti scusa per averti baciata... Non mi era facile resisterti  e se non lo avessi fatto me ne sarei pentito per il resto della mia vita. Insomma capiscimi! Non ho sempre l'occasione di trovarmi solo in una stanza con una ragazza strafiga che mi abbraccia!"

Gli sorrisi teneramente.

"Ok. So di piacerti e ad essere sincera ho ricambiato il bacio, perché credo che mi piaccia anche tu, però sto con il mio ragazzo e quindi non penso che tra noi possa esserci qualcosa più dell'amicizia."

"Capisco. Però non voglio rinunciare neanche al rapporto di amicizia che ho con te."

"Certo possiamo essere comunque amici." Non l'aveva presa male come pensavo.

Lui guardò i 50 euro che aveva in mano e dopo qualche secondo mi disse:

"Sai hanno aperto dei nuovi negozi al centro commerciale. Che ne dici di fare shopping e dividerci i soldi."

Accadeva raramente che un ragazzo proponeva ad una ragazza di fare shopping. Per questo accettai subito senza esitare.

Andai a casa mia per prendere la bici mentre lui mi aspettava con la sua davanti casa.

Tra risate battute e complimenti pedalammo fino al centro commerciale.

Fecimo alcuni giri in alcuni negozi come H&M, Oviesse e Calvin Klein . Giovanni spese i 50 euro per comprarmi un profumo buonissimo e un paio di scarpe Nike.

Mi misi a discutere con lui sul fatto che non doveva spendere tutti quei soldi per me, ma lui insistette dicendo che non sapeva cos'altro conprare e che voleva farmi un regalo. Mentre stavamo discutendo successe una cosa bizzarra: un uomo con un po troppo di chili ci passò accanto ed indossava dei leggins rosa aderenti che mettevano in risalto le sue gambe formose.

Feci una smorfia non appena lo vidi.

"Questo è atto osceno in luogo pubblico." Mi disse Giovanni. Risi e vidi che anche i passanti avendo sentito la sua battuta sorrisero.

Alla fine andammo a prenderci un gelato e poi mi accompagnò a casa.

"Grazie per questa fantastica giornata." Gli sorrisi prima di entrare in casa ma avevo l'impressione che quelle parole non bastassero per ringraziarlo.

Mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia e capii che era ciò che si aspettava.
Lo saluta ancora e rientrai in casa con un sorriso stampato sulla faccia.

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