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Jessica

Aprii gli occhi e vidi un bellissimo cielo azzuro sopra di me. Ero distesa nell'erba, a casa mia. Mi alzai dal prato e mi guardai intorno ma non vedevo i miei genitori, eppure ero convinta che fossi con loro poco fa. Sentivo dei passi avvicinarsi. Mi girai e rimasi sorpresa dall'immagine davanti a me.

"Daniele!" Corsi verso di lui e lo abbracciai.

"Dio! Come sei bella!" Disse accarezzandomi il viso.

"Mi sei mancato così tanto!" Dissi sforzandomi di trattenere le lacrime.

"Anche tu, piccola."

"Perché hai fatto quella cazzata? Perché?"

"Lo so, mi avevi avvertito." Disse con la testa bassa.

Mi veniva da piangere ricordando quel giorno.

"Perché hai fatto quella scritta sul muro e poi ti sei portato a casa Nicole per giocare con lei?" Chiesi più angosciata che incazzata.

"È questo quello che ti ha raccontato quella là?"

Io annuì.

Lui si sedette per terra e feci lo stesso anche io.

"Stavo semplicemente tornando a casa e l'ho incontrata a metà strada. Mi ha chiesto di farle provare un po di roba. Io non volevo ma lei insisteva tanto e l'ho fatta venire a casa mia..."

"E poi ti sei fatto iniettare da lei..." Conclusi.

Lui rimase in silenzio, dispiaciuto quanto me.

Si alzò in piedi e mi chiese:

"Come sta il bambino?"

La sua domanda mi fece tornare un sorriso enorme in faccia.

"Bene." Gli risposi.

"E tu come stai?"

"Ora sto bene." gli dissi.

Mi fissava la pancia.

"Posso salutarlo per l'ultima volta?"

"Certo." risposi alzandomi in piedi.

Lui si inginocchiò e mi diede un bacio sulla pancia. Poi realizzai ciò che ebbe appena detto.

"No, aspetta! Che vuol dire 'per l'ultima volta'? Tu devi restare qui con me."

Lui mi accarezzò le guancie e mi diede un bacio.

"Ti amo." Mi disse.

"Anche io."

Lentamente persi il suo contatto. La sua figura stava svanendo e poi non lo vidi più.

"Daniele ti prego, torna! Torna!"

"Credo si sia svegliata." Disse una voce maschile accanto a me.

Aprii gli occhi. Un uomo con la barba folta e capelli grigi aveva appoggiato sul mio petto il suo strumento che teneva al collo. Non riuscivo a capire cosa succedeva, mi girava troppo la testa.

Mi guardai intorno e mi accorsi di essere nel salotto di casa mia. Ero distesa sul divano. Mia madre era accanto al medico con aria preoccupata. Di mio padre non vedevo nemmeno l'ombra. Mi ricordavo solo di essere svenuta mentre discutevo con i miei. Ma ricordavo che era pomeriggio passato quando è successo, mentre si direbbe che in quel momento sembrava mattina.

"Quindi cosa pensa che le sia successo?" Disse mia mamma.

"Confermo ciò che ho detto prima: deve aver avuto la pressione bassa ed è svenuta. In gravidanza è molto importante mangiare molto, sicuramente è stato questo il motivo dello svenimento."

Le aveva detto della mia gravidanza. Merda!

Il medico si allontanò.

"Mamma perché hai chiamato il medico? Sono solo svenuta, non c'era bisogno di fare tutta sta scena!" Le dissi.

"Lo so. Ieri sera quando sei svenuta ti abbiamo svegliata ma vedevamo che ti sentivi male e ti abbiamo dato... un sonnifero." Disse a bassa voce l'ultima parola evitando di farsi sentire dal medico. "Poi stamattina ho chiamato il medico."

"E papà? Dov'è?" Chiesi.

Non fece a tempo a rispondermi che il medico tornò di nuovo con dei fogli in mano.

"Vi lascio il certificato per interrompere la gravidanza." Disse.

Guardai mia mamma a bocca aperta.

Lei mi guardò e poi si rivolse al medico. "Potrebbe lasciarci ancora pochi minuti?"

Il dottore si allontanò.

"Mamma! Volevate farmi abortire senza il mio consenso?!"

"Lo sai benissimo che non riusciresti a portare avanti questa gravidanza. Non sei neanche al terzo mese e già cominci a svenire! Ammettilo, è troppo anche per te!"

"Ma voi non capite."

"Tesoro, so che ti manca Daniele ma tu non devi sentirti costretta a tenere il bambino solo per il suo onore, per la sua memoria."

"Io non lo faccio solo per questo."

"Non discutiamone. Lo sai come andrà a finire! Dovrai per forza ascoltarci... Noi lo facciamo per il tuo bene."

Come se ci credessi. Rimasi per un momento in silenzio e poi decisi.

"E va bene! Porti qui il certificato, dottore!" Dissi.

Lui me lo porse. Ci pensai ancora su e poi feci la firma.

"Benissimo. Ha 7 giorni di tempo. Poi dovrà andare all'ospedale e lì cominceranno le procedure per terminare la gravidanza."

Mia madre mi guardava soddisfatta. Il medico prese le sue cose e se ne andò.

Stronzette Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora