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Sarah

"Allora...Ecco la vostra tessera. Con questo avete uno sconto sul costo mensile. Fatemi una firma qui." Con la sua voce squillante, una donna sui quarant'anni dietro al bancone, indicò con il dito lo spazio da firmare. I suoi occhi grigi si puntarono addosso a me. Mentre Matteo firmava mi girai dall'altra parte, cercando di trattenermi dall'irritazione di essere fissata da quando sono entrata nella palestra.

Mentre masticava la gomma ci sorrise.

"Siete una coppia?"

Matteo mi mise il braccio attorno al collo.

"No, siamo solo amici." Sorride lui a sua volta.

Mi resi conto che più irritante di essere fissata era che il ragazzo che ti piaceva dicesse di essere soltanto amici.

"Ok, gli spogliatoi sono di là. Scusami un'attimo biondina..." La terza cosa che mi irritava da quando sono entrata in questa palestra: essere chiamata biondina. "...una domanda personale: che cosa ci vieni a fare in palestra te, con il fisico che hai?"

"E a quelli in sovrappeso invece, chiede a che cosa aspettavano a venire in palestra?"

"Hahahaha!" Che voce irritante! Io e Matteo ci demmo uno sguardo come per dire: 'questa ha seri problemi.'

"Possiamo andare?" Le chiesi.

"No! No no no! Volevo anche chiederti, come cazzo fai ad avere i capelli così splendenti nonostante la tinta? La tinta bionda rovina i capelli!" Notai che i suoi capelli castani erano abbastanza crespi e piene di doppie punte.

"Ehm... Non lo so neppure io. Ora possiamo andare?" Chiesi di nuovo, impaziente.

"No! Che prodotti usi?"

"Senta, usi Panthene, Garnier o quel cazzo che le pare. Funzionano, glielo assicuro." Mentì. Lei troppo impegnata a prendersi appunti sulle marche che ho appena nominato, non si accorse che ci stavamo allontanando.

Usciti dagli spogliatoi ci dirigemmo in un'enorme sala occupato da mamme che volevano perdere i chili della gravidanza, uomini di 40 anni che si gonfiavano i muscoli con lo scopo di portare a letto le ventenni e qualche ragazzo in sovrappeso che cerca di riacquistare la sua autostima. Mi guardai intorno cercando qualcosa di facile con cui poter iniziare. Seguita da Matteo mi diressi sul tapis roulant. Senza sapere quale, cliccai su un bottone qualsiasi. Ci salì sopra senza rendermi conto di non aver regolato la velocità. Non riuscendo a controllarmi caddi all'indietro e mi ritrovai tra le sue braccia.

Mi regalò un sorriso, ma mi accorsi che stava anche cercando di trattenere una risata. Mi tirai subito sù e gli diedi due pacche sulla spalla.

"Avanti ridi. Non posso evitare le mie figure di merda, quindi non mi offendo se ridi."

"Ammetto che è stato divertente, ma preferisco chiederti se ti sei fatta male."

"No, tranquillo. Sto bene." Alzai le spalle e gli sorrisi. Poi regolai la velocità del tapis roulant e ci salì sopra attentamente.

"Ehm... Palomba?"

"Sì?" Alzai lo sguardo.

"Evita di cadere questa volta." Non era per niente serio, ma gli sorrisi lo stesso.

"Che simpatico!"

Lui si girò e andò verso un una panca per addominali a pochi metri da me. Si distese e cominciò a fare esercizio. Faccia a faccia, ogni tanto ci sorridevamo.

Dopo 30 minuti mi stancai e scesi dal tapis roulant. Presi una bottiglietta d'acqua e ne bevvi un sorso. Un ragazzo fece marcia indietro e di scontrò con me facendo schizzare l'acqua sulla mia t-shirt.

Stronzette Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora