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Valentina

Domenica da coma. Mi alzo a rallentatore, ma poi non ci riesco e mi stendo ancora nel letto. Pensai a cosa ho fatto il sabato prima. Sono stata in discoteca con Vanessa e ho bevuto come una matta. Questo spiega perché mi sento nauseante. Una domenica da post sbornia. Che nervi!

Mamma entrò in camera mia e alzò gli occhi nel vedermi ancora a letto a mezzogiorno.

"Ma che fai ancora a letto, ti ho detto che oggi devi andare a pranzare dai tuoi nonni."

"Ma perché?!" Mormorai. Non che non volessi bene ai miei nonni ma non avevo proprio le forze di affrontare le loro solite domande: "Come stai andando a scuola? Perché  fumi alla tua età? E il fidanzatino?"

"Perché oggi e Pasqua e visto che io non posso stare con te e tua sorella allora andate dai nonni." Disse mia madre aprendo le tende e facendo infiltrare i raggi di sole accecanti.

"Mammaaaaaaa! Chiudi la tenda!"

"Valentina alza quel culo dal letto!" Disse lei togliendomi la coperta di dosso.

Mi ripresi di nuovo la coperta. "Non voglio alzarmi." Mormorai.

"Alzati!" Mi tolse di nuovo la coperta.

"No." Me la ripresi.

"Se tra 5 minuti ritorno e non vedo che ti sei alzata ti getto l'aqua fredda addosso."

Mi alzai di scatto. Me lo aveva già fatto precedentemente e non volevo riprovare quella esperienza.

"Dai sbrigati che devo accompagnarvi."

"Ma devo per forza andarci? Sai, io e le mie amiche avevamo deciso di vederci oggi pomeriggio." Mentii.

"Ma è pasqua!" Esclamò mia madre.

"E allora? Natale con i tuoi, pasqua con chi voi." Dissi sorridendole.

Lei sbuffò. "E va bene. Vado ad accompagnare tua sorella, allora." Si allontanò e chiuse la porta.

Mi alzai dal letto e andai subito in bagno a farmi una doccia, mi misi velocemente un paio di Jeans, una maglietta e le scarpe. Quando finii mia mamma e mia sorelle erano già uscite.

Ne approfittai anch'io, presi la mia borsa e uscii.

Mi diressi alla fermata del bus per vedere gli orari.

La casa di Thomas non era molto distante e l'autobus sarebbe arrivato tra qualche minuto. Quindi me la presi con comodo e mi sedetti ad aspettare.

Dopo aver gironzolato per circa mezz'ora in città, finalmente trovai il suo appartamento.

Suonai il campanello con il cartellino William sperando che fosse in casa o di non trovarmi una donna.

Infatti fu lui ad aprirmi e quando mi vide aggrottò la fronte, poi mi afferrò per la mano e mi tirò dentro chiudendo subito la porta.

"Che... che ci fai qui?!?"

"Non avevo nient'altro da fare." Alzai le spalle.

"E come facevi a sapere dove abito?"

"Entrare nell'aula insegnanti di nascosto per fotografare le verifiche mi è servito a qualcosa... poi lì si scoprono molte cose..." Dissi mentre giravo per il salotto dando un occhiata agli oggetti. Il suo appartamento era molto elegante e così spazioso che sembrava una casa enorme.

"...tipo che il prof di matematica si mette a palpare le tette alla prof di storia durante le pause e che la bidella ha beccato il marito della prof di ginnastica con una prostituta una notte... Secondo me era lei la prostituta."

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