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Jessica

"Ahi! Non tirare troppo che mi fai male." Dissi a Sarah mentre mi faceva la coda alta ai capelli.

"Ma così sarai più bella." Vidi il suo sorriso dallo specchio dell'armadio.

"Non voglio essere bella. Vado a un funerale non a un matrimonio." Quelle due parole mi fecero pensare di nuovo a lui. Non mi ero mai immaginata il suo funerale, ma il nostro matrimonio l'ho sempre fantasticato. Mi immaginavo attraversare l'altare appoggiata al braccio di mio papà e con dei bellissimi fiori bianchi tra le mie mani. La gente si girava e ammirava il mio fantastico abito a sirena che avevo comprato nel negozio di mia mamma. Dopo il fatidico "Sì, lo voglio" una grandissima torta alla vaniglia e cioccolata aspettava di essere tagliata e milioni di flash della macchina fotografica ci avrebbero accecati.

Immersa nelle mie impossibili fantasie, non sentii quello che mi stava dicendo Sarah, ma sentii mia mamma che saliva e si dirigeva in camera mia.

"Allora ragazze, siete pronte?"

"Sì." Rispose Sarah.

"E Valentina e Vanessa?"

"Hanno detto che ci raggiungevano dopo, in chiesa." Dissi a mia mamma.

"Ok! Allora andiamo."

Loro due uscirono e io mi soffermai davanti allo specchio. L'immagine ritraeva il mio abito nero lungo fino alle ginocchia, con il pizzo nel corpetto e nelle maniche; tacchi alti e una borsetta a tracolla in pelle; trucco semplice a base di correttore e mascara e capelli raccolti in una coda alta. Ma non ritraeva i miei sentinenti e le mie emozioni che credevo sarebbero scoppiati da un momento all'altro in un pianto isterico. Mi toccai la pancia, sapendo che quel bambino sarebbe stato l'unica cosa che mi sarebbe rimasta di Daniele.

⚫⚪⚫⚪⚫⚪

La cerimonia mi ha fatto versare lacrime che non avrei mai pensato di versare in vita mia.
Nonostante Sarah, Vanessa e Valentina erano sedute vicino a me e cercavano di consolarmi, io non riuscivo a trattenermi, come la metà dei presenti. C'erano anche mia mamma e mio fratello, ma mio papà non è potuto venire per lavoro. Avevo la strana impressione che a lui non importava molto di tutto ciò che è successo.

Ci fu stato un momento in cui il prete sapendo che ero la ragazza di Daniele, mi chiamò per fargli una dedica. Non me la sentii. Non volevo mettermi in mostra davanti a tutti sapendo che non sarei riuscita a parlare ma solo piangere. Il prete non esitò comunque a mettermi in mostra:

"Condividiamo il tuo dolore, cara Jessica. È stato molto duro per te perderlo dopo aver litigato con lui. Senza neanche fare pace. La pace è molto importante in questa comunità..."

Mi chiedevo come faceva a sapere del nostro litigio, ma non era la cosa importante in quel momento.

"E se fosse lui BadGirl?" Domandò Valentina a tutte e tre. Le mandai un'occhiata. Non era il momento nè di scherzare nè di parlare di BadGirl.

Finita la cerimonia la mamma di Daniele si diresse verso di me, con gli occhi gonfi piene di lacrime. Le mie amiche si allontanarono per fare in modo che potessi parlare con lei.

"Sai... in questi giorni stavo pensando a quali oggetti mio figlio tenesse di più, in modo che riesca a conservali in sua memoria, ma poi mi sono ricordata di una conversazione che avevo fatto con lui qualche mese fa.
Sai stavo litigando con lui perché non metteva mai in ordine la camera..."
Sì fermò un attimo per piangere.
"Così gli dissi che se tiene alle sue cose dovrebbe prendersene cura. E lui mi disse: 'l'unica cosa a cui tengo è la mia ragazza, e me ne prendo cura'... Il punto è che..." fece scendere una lacrima e appoggiò una mano sulla nia guancia.  "Voglio solo che tu non ti dimentichi mai di lui. Anche se stavate passando un brutto momento, non dimenticarti mai di lui."

"Non potrei mai farlo." Dissi angosciata.

Lei annuì e poi aggiunse:
"Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, puoi contare su di me... Io devo ancora realizzare che tutto questo sia accaduto. Sono convinta che i paramedici abbiano sbagliato, lui non si drogava, non lo aveva mai fatto. Altrimenti me lo avrebbe detto."

"Sì, si drogava, ma da poco. Me lo aveva detto subito e io ne ero abbastanza preoccupata, ma non immaginavo sarebbe arrivato fino a questo punto."

"Io sono convinta che lui non avesse intenzione di farlo. Insomma, quel giorno, era tornato a casa con una ragazza ed è andato in camera sua con lei senza neanche presentarmela. Ma poi quando sono salita e l'ho trovato sul pavimento di camera sua con una siringa nel braccio, quella ragazza non c'era più. Non ho idea di come abbia fatto a uscire senza che me ne accorgessi."

"Cosa?!? Stava con una ragazza poco prima di morire?" Sbottai, curiosa ma allo stesso tempo incazzata.

"Sì, avevo pensato che voi aveste litigato o che vi foste lasciati."

"Quindi, lei crede che quella ragazza abbia a che fare con la sua morte?" Pronunciare quelle parole mi fecero quasi venire i brividi.

"Sì, ma non mi ricordo il suo aspetto, è passata davanti ai miei occhi di fretta, ma sono sicura di non essermelo sognata... Ora devo andare, cara. Abbi cura di te." Disse guardando dei familiari che la aspettavano.

Chissà perché nel pensare chi fosse quella ragazza mi venne subito in mente Sarah, ma non poteva essere lei, perché mi ricordo che quel giorno dovette passare un'ora in più con il professore di diritto.

La sera tornai a casa e Sarah decise di venire con me. Mia mamma uscì subito dopo averci accompagnate e io e lei rimanemmo sole. Andammo in cucina per farci uno spuntino.

"Quando hai intenzione di dire ai tuoi che sei incinta?"

"Quando me la sentirò... Preferisco aspettare. La morte del mio fidanzato, il bambino che aspetto da lui... Se aggiungo anche una discussione con i miei, non riuscirei a sopportare tutto."

"Ok, ma se aspetti troppo le cose peggioreranno. Devi cominciare a farti vedere da un ginecologo, fare ecografie e pensare al tuo futuro con tuo figlio o figlia. E penso che per tutte queste cose ti serva una mamma che ti sostenga. Non credo che i tuoi possano avere una reazione così grave. Vista la tua situazione dovranno pur capirti."

"Senti, i miei non sono così comprensivi come pensi tu. Mio papà, come minimo mi prende a pedate e mia mamma non mi parlerebbe più, quindi preferisco che non sappiano adesso che sono incinta."

"Chi è incinta?" Chiese mio fratello, là, fermo alla porta con una barretta di cioccolato in mano. Come poteva mangiare cioccolato dopo aver partecipato al funerale del mio ragazzo?

Speravo davvero che non avesse sentito l'intera conversazione. Non volevo che anche lui mi facesse pressione su cosa devo fare e non fare. Volevo solo pace.

"Nessuno. Fatti i cazzi tuoi." Gli dissi e uscii aspettandomi che Sarah facesse lo stesso, ma lei rimase a parlare con lui. Sbuffai e me ne andai per conto mio .

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