Vanessa
La mia vita si riprese quando aprii gli occhi e finalmente cominciai a rivedere di nuovo la luce. Ma non stavo vivendo la mia vita di prima. c'era qualcosa che era cambiato. Ci doveva essere qualcosa che era cambiato se per un breve periodo sono stata assente dalla realtà.
Per cominciare faticavo a respirare e mi faceva male il petto. Avevo tubi che passavano per il mio naso e per la mia bocca. Una macchina accanto a me emetteva un suono 2 volte al secondo. Ma non mi preoccupavo del mio stato. Mi preoccupavo del fatto che non ci fosse nessuno accanto a me. Nessuno aspettava il mio risveglio... Non feci a tempo a finire i miei pensieri che la porta si aprì e una graziosa, giovane infermiera dai capelli rossi entrò con una cartella in mano e mi sorrise.
"Bene, vedo che finalmente ti sei svegliata! È da un po che aspettavamo questo momento."
Cercai di imitare il suo sorriso ma faticavo anche a quello.
"Allora come ti senti?"
Provai a parlare. "Um... mi fa male la gamba."
"Sì beh, ti hanno messo il gesso, ma il dolore dovrebbe passare tra un po di giorni."
Stavo per formulare un'altra domanda, quando entrò subito un medico e rimase sorpreso nel vedere l'infermiera.
"Caroline! Cosa ci fai qua?!"
L'infermiera mimò il gesto di abbassare la voce al medico, per non darmi fastidio.
Lui la ignorò e proseguì con lo stesso tono. "Mi spieghi perché sei qua?"
"Beh, vede Lei ha detto che la ragazza si sarebbe dovuta svegliare da un momento all'altro e visto che non è venuto a controllare allora ho pensato di farlo io."
"Ma chi ti credi di essere? Nessuno ti ha dato l'autorizzazione di venire a curare i miei pazienti. Se avessi combinato qualcosa ci avrei rimesso io!" Si avvicinò con fare minaccioso a lei.
"Ma io non volevo fare niente. Volevo solo controllare se era sveglia e stava bene." Disse lei tranquillamente.
"Quante volte ti avrò detto di non prendere iniziative senza il mio consenso?"
"Mai." Ripose a bassa voce facendosi sentire solo da me e io feci uscire una strana risata dalla mia bocca.
"E quante volte ti ho detto di toglierti i tuoi piercing mentre sei al lavoro?"
"Veramente oggi ho tenuto solo quello sulla lingua. Non credo di creare problemi."
Il medico sospiró impaziente. "Vai subito a avvertire i familiari della ragazza... Ah! E un'altro passo falso e perdi il lavoro."
Caroline annuì, si annotò qualcosa sulla cartella che aveva in mano e poi uscì.
Poco dopo entrarono i miei e mia sorella. A mia mamma brillavano gli occhi. Si avvicinò subito e mi abbracciò dolcemente. Chi l'avrebbe mai detto che la mia famiglia mi sarebbe mancata così tanto.
"Sono molto felice di rivederti! Domani torni a casa e ti organizziamo una piccola festa." Disse mia mamma.
"Ehm... Non credo sia possibile." Intervenne il dottore.
"Già, neanche io voglio fare la festa." Dissi.
Mia madre appoggiò le mani sui fianchi, inclinò la testa e sbatté le palpebre guardando il dottore. "Si può sapere perché non posso riportare a casa mia figlia?"
Il dottore, controllando la mia gamba, le rispose senza guardarla. "Perché nonostante sia sveglia non possiamo farla tornare a casa come se niente fosse..." Non ha neanche fatto a tempo finire la frase che mio padre lo interruppe:
"Ma lei sta bene, reagisce agli stimoli, non vedo dove sia il problema."
"La sua guarigione avviene per gradi. Dobbiamo assicurarci che si sia completamente ripresa prima di farla tornare a casa."
"E quanto dovrebbe stare qui?"
"Almeno 2 settimane."
"Eddai! Tra poco arriva l'estate, non voglio essere rinchiusa qui." Mi lamentai.
"Queste sono le regole." Rispose il medico e uscì dalla stanza.
Due ore dopo che mi sono riposata arrivarono le mie amiche. Mi porsero un pacchetto. Lo aprì e ci trovai delle cuffie Beats nuove di zecca.
"Perché?!" Chiesi.
"Ci hanno detto che avresti dovuto passare qui altre due settimane e cosa c'è di meglio della musica che ti fa compagnia?" Rispose Sarah.
"E ti abbiamo anche aggiornato la playlist del tuo Ipod... Justin Bieber!" Disse Valentina muovendo le sopracciglia.
"Vi prego ditemi che sta scherzando." Guardai le mie amiche preoccupata.
Jessica le diede una gomitata. "Certo che sta scherzando! Ma ti pare scherzi da fare quando una si sveglia dal coma?!" Si rivolse a Valentina.
Guardavo le mie nuove cuffie e vedevo che le mia amiche bisbigliavano senza farsi vedere da me.
"Mi state nascondendo qualcosa?"
"No." Rispose Jessica scuotendo la testa.
"Tu non sai mentire!" Le dissi.
"Ma!" Sbuffó.
"Glielo diciamo?" Chiese Valentina alle due.
"Oh! Ora si che me lo dovete dire! Sono curiosa."
"Ma niente, solo cazzate..."
Valentina interuppe Sarah. "Alex ti tradisce." Disse ferma.
"Ecco che arriva lei, con la sua dolcezza e la sua grazia!" Esclamò Sarah.
"Vale, ti ricordo che è appena uscita da un coma." Disse Jessica.
"No, non può essere. Alex non lo farebbe mai!"
"Lo abbiamo visto noi, era con Alexis." Rispose Sarah.
"Quante volte l'avrò visto io con Alexis. Ma comunque non mi tradisce."
"Fidati di noi. Lo fa e come!" Disse Valentina guardandosi le ciocche dei capelli.
"Io non vi credo!" Risposi agitata.
"Ok, calmati." Mi disse Jessica abbracciandomi, poi si unirono anche Sarah e Valentina. Nonostante mi facesse male il petto le abbracciai calorosamente
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Stronzette
Teen FictionLa società reputa che l'adolescenza sia una generazione di merda ma la verità è che facciamo ciò che anche loro vorrebbero fare, solo che noi abbiamo più fegato. Valentina, Vanessa, Jessica e Sarah. Ecco la storia che racconta l'adolescenza di quat...