My angel

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In un mondo in cui tutti potevano vedere il proprio angelo custode, il mio era un po' particolare. Non aveva tutta l'aria di essere proprio un angelo, poiché ero sicura che non imprecassero, mi dicessero che potevo "spaccare la faccia a quella puttana che stava per tamponarti con la macchina", e soprattutto, ero convinta che non dovesse fare apprezzamenti sul mio corpo quando restava in bagno a guardarmi mentre mi facevo la doccia. Tuttavia, per quanto strano sembrasse, non ero mai stata in pericolo con lei, nemmeno una volta.
Gli umani iniziano a vedere gli angeli quando vengono messi davanti alla loro prima scelta seria tra bene e male, e a seconda di quello che viene scelto, si diventa capaci di vedere il proprio angelo custode o il proprio demone custode. Ogni umano vedeva il proprio custode, ma non poteva vedere chi era il custode di qualcun altro, però i nostri custodi potevano vedersi tra di loro e solo in casi estremi, potevano farci sapere chi era il guardiano di qualcun altro. Ecco, il mio angelo aveva infranto anche questa regola. Mi diceva sempre che, per esempio, il custode di una mia amica era un angelo molto noioso di nome Uriel. Per non parlare di quella volta in cui l'avevo vista limonare con il nulla, e se n'era uscita dicendomi che stava baciando una vecchia amica che non vedeva da parecchio tempo.
Sì, proprio come avevo detto, il mio angelo era particolare.

<<Hai notato anche tu che Mary ha tinto i capelli?>>, chiese, mentre sedeva con disinvoltura sulla mia scrivania a lavoro. Roteai gli occhi, continuando a scrivere gli ultimi dettagli di un accordo importante.

<<Insomma, qualcuno dovrebbe dirle di cambiare il suo parrucchiere, perché le ricrescite bianche si vedono da qui fino all'altra parte del mondo>>, continuò, lanciando un'occhiata veloce alla povera Mary. Calcolando che nemmeno quattro settimane fa, aveva perso l'uomo con cui era stata sposata per quattordici anni, era un miracolo che Mary avesse deciso di andare a farsi dare una sistemata ai capelli.

<<Smettila di prendere in giro la povera Mary, Lauren!>>, dissi, sistemandomi gli occhiali sul naso.

<<Hai ragione....>>, disse, lasciandomi stupita per un attimo. <<Adesso vado a dare fastidio al suo angelo>>, continuò, scivolando via dalla scrivania. La vidi avvicinarsi a Mary, poi mise su un sorriso sornione e seppi che aveva iniziato a prendersela con l'angelo della donna. 

<<Perché a me?>>, chiesi, alzando brevemente gli occhi al cielo. 

<<Qualcosa non va?>>, chiese Andrew, rendendomi nota la sua presenza. Sussultai, siccome non l'avevo sentito arrivare. Andrew era il mio capo, ed ero davvero a disagio ogni volta che lui era presente. Alcuni avrebbero detto che era più che normale sentirsi in questa maniera con il proprio capo, ma io credevo che sotto ci fosse qualcosa di più. Dal modo in cui lo guardava Lauren, sembrava che anche lei intuisse qualcosa che non andava nei suoi confronti, tuttavia, non mi diceva mai nulla su di lui. Quindi, alla fine, finivo sempre per respingere questa sensazione indietro nella mia mente. Dopotutto, non aveva mai fatto nulla di sbagliato nei miei confronti o in quelli di qualcun'altro che lavorasse qui. Al contrario, era un capo molto generoso e rispettato da tutti, o così avrebbe risposto chiunque dovesse descriverlo, e inoltre, sapeva sempre cosa fosse meglio per l'azienda o meno.

<<Angeli>>, dissi. Lui annuì, con un piccolo sorriso sulle labbra. 

<<Sono imprevedibili>>, disse, guardandosi intorno nelle mie vicinanze.

<<Non è qui>>, dissi. I suoi occhi si posarono direttamente verso la scrivania di Mary, poi annuì come se avesse capito tutto. Trovai strano quel gesto, che lui si affrettò subito a coprire scuotendo la testa.

<<Come sta la povera Mary?>>, chiese. Certo, era molto più sensato che avesse guardato verso di lei per sapere come stava, piuttosto che perché riusciva a vedere il mio angelo. Adesso che mi applicavo di nuovo su di lei, avevo notato che si era rabbuiata e guardava Andrew con sguardo attento. Ancora una volta, sentiva quello che sentivo io in presenza di quest'uomo.

Camren one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora