Camren one shot

Demi goddess(G!P)

INTRODUZIONE: Ci troviamo nel 2018, con l'unica differenza che non esiste Dio, ma la cultura ci ha lasciati con gli dei dell'Olimpo. 
Quel bastardo di Ade non si è ancora tolto il vizio di rapire le donne di cui si innamora, ma quando rapisce Sofia Cabello, non sa contro chi si è messo. Una semplice umana alta appena 1.57. Però, quella ragazza, farà di tutto per trovare sua sorella. Ecco una lista di quello che combina:

1)Invocare l'unica semidea che non ha paura di mettersi contro Ade, anzi, lo odia tanto quanto Camila.

Era successo per davvero. Il nostro oracolo aveva detto che il Signore Dell'Oscurità cercava nuova compagnia, e non oso immaginare cosa fosse successo a quella povera Persefone, di cui non si era saputo più nulla.

Tutti gli uomini avevano iniziato a tenere sotto controllo le proprie figlie, sorelle, cugine, amiche...Sofia ed io, purtroppo, eravamo sole al mondo. I nostri genitori erano morti in maniera misteriosa quando io avevo diciotto anni e Sofi ne aveva nove. Per un po', ricevemmo l'aiuto dei nostri zii, però, iniziai poi a lavorare per cercare di aiutarli e quando anche loro erano passati a miglior vita, avevo scoperto che avevano lasciato a me e mia sorella la loro casa. Mi spaccavo la schiena per cercare di mantenere Sofia, e da quello che diceva lei, ero la sorella migliore che si potesse desiderare. Aveva compiuto da poco sedici anni, per me era ancora una bambina e non sopportavo l'idea che volesse iniziare a lavorare per aiutarmi. 

Avevamo litigato, come mai era successo prima, lei era uscita di casa come una furia e...non era più tornata. Il nostro oracolo aveva detto che Ade era tornato nel suo regno, perché aveva una nuova compagna. Sì, Ade aveva rapito mia sorella, perché sicuramente non era andata via con lui di sua spontanea volontà.

Era da tre giorni che la cercavo, che chiedevo a tutti gli oracoli cosa potevo fare. Mi dicevano che Ade non poteva essere evocato, che in alcun modo potevo entrare dagli Inferi, se non da morta e che io sia dannata, mi sarei uccisa pur di entrare negli Inferi e portare mia sorella fuori da quel posto.

Dinah, la mia migliore amica, era un'aspirante oracolo. Tutti nella sua famiglia lo erano, e lei non era da meno. Anche se comprendeva la mia disperazione, mi aveva detto come tutti gli altri che non potevo fare nulla, se non sperare che Ade concedesse anche a Sofia il privilegio di ritornare sulla terra per un periodo dell'anno. Non capiva che la volevo indietro, che dovevo scusarmi per averle urlato contro...Volevo che mia sorella stesse al mio fianco, com'era giusto che fosse. Nessuna divinità mi avrebbe fermato. Nessuna.

Ogni giorno mi recavo a casa di Dinah, per farmi dire secondo lei cosa stava accadendo negli Inferi, e ottenevo quasi sempre la stessa risposta: "Ade non ha nulla da condividere con noi, oggi". Sapevo che non mi sopportava più, perché la infastidivo sempre, però non potevo darmi per vinta. Dovevo trovare mia sorella, costi quel che costi.

Quel giorno, come sempre, mi recai a casa di Dinah. Ancor prima che potessi bussare alla porta, lei la spalancò. Era vero che poteva aver imparato la mia routine, però l'espressione sul suo volto, mi diceva che non era per abitudine che mi aveva aperto la porta. Era successo qualcosa.

<<Sofia>>, dissi, lei annuì subito. Mi affrettai ad entrare in casa, sentendo il cuore che mi batteva con violenza nel petto. 
Mi portò nella stanza dove si ritiravano i sui genitori quando le divinità parlavano con loro, che era anche piena di libri con delle profezie, con delle presunte pozioni magiche e quant'altro.
C'era sempre un profumo di buono in quella stanza, anche se non aveva finestre per lasciare arieggiare. Sembrava quasi di trovarsi in un prato fiorito.

Dinah mi portò verso un libro grande, dall'aspetto molto antico. Le pagine avevano raggiunto quel colore giallastro, e quando la ragazza lo aprì, si alzò tantissima polvere. Tossii, coprendomi il naso e la bocca con la manica della maglia.
Ignorando la mia reazione, prese a cercare tra le pagine, finché non giunse  a quella che doveva aver catturato la sua attenzione.