Bodyguard(parte 2)

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Lauren's pov

Quando la vidi per la prima volta, non era altro che una bambina, la prima di cui mi prendevo cura. Credevo che sarebbe stato difficile convincerla a starmi a sentire, a rispettare le regole che le venivano date, ma invece non si era mai lamentata. Apprezzava ogni cosa che facevo per lei, non mi aveva mai dato nemmeno un problema e più e più volte l'avevo vista rinunciare alle cose che fanno normalmente i ragazzi pur di seguire le mie regole. Era perfetta e comprendeva che mi prendevo cura di lei molto meglio di quanto non facessero altre persone di cui mi ero occupata.

Sua madre non voleva che Camila girasse alla Casa Bianca, perché diceva che non si fidava ancora completamente delle persone che ci lavoravano. Erano tanti quelli che non sopportavano l'idea che una donna avesse il controllo: stupidi maschilisti convinti che gli uomini siano superiori in tutto e per tutto. Per questo, restavamo da sole in casa loro la maggior parte del tempo. Dato che non c'era mai stata una minaccia concreta per Camz, restavo sempre da sola con lei, senza sentire la necessità di avere dei miei colleghi intorno. Era molto meglio che seguissero Sinue, perché a Camila ci avrei potuto pensare benissimo da sola.

Mi rendevo conto che l'assenza di sua madre l'aveva portata ad avvicinarsi a me, perciò trovavo tenero il suo comportamento nei miei confronti. Amavo quando mi chiedeva consiglio sui vestiti; mi divertii quando le mostrai come truccarsi per la prima volta; mi mancava quando si chiudeva in camera per studiare e non essere disturbata. Ero diventata un'amica, qualcuno di cui potersi fidare. Peccato che pian piano, avevo iniziato a notare i cambiamenti del suo corpo. Stava crescendo, sviluppando le curve delle donne, il loro carattere e i loro desideri. Non dimenticherò mai la prima volta che la sentii mugolare in camera sua...stavo per irrompere convinta che le stessero facendo qualcosa, che qualcuno fosse sfuggito alla sicurezza e fosse entrato in casa e invece l'avevo trovata con la mano sotto le lenzuola a darsi piacere. Ero così imbarazzata a quella vista, che il rossore mi colorò le guance come non accadeva da quando ero una giovane adolescente. Ma quando poi aveva mormorato il mio nome, raggiungendo l'apice, il sangue si era spostato dalle guance per giungere molto più al sud.

E da quel momento iniziai a vedere: mi toccava anche quando non ce n'era bisogno; mi guardava on maniera lussuriosa di tanto in tanto; il suo sguardo fisso sul cavallo dei miei jeans quando diventavano improvvisamente più stretti; il suo mostrarsi mezza nuda intorno a me ogni singola volta...Una donna ha un limite, e quella sera lei era andata molto oltre, facendomi perdere quel briciolo di integrità e pazienza che avevo ancora. 

E se mai mi avesse dovuto denunciare, avrei affermato volentieri che era colpa sua se era finita in quella maniera: nuda, sul mio letto, con le mani strette sopra la testa e il mio nome che abbandonava le sue labbra mentre torturavo il suo piccolo seno sodo. Merda, avevo fatto tanti di quei sogni erotici mentre pensavo a quel meraviglioso seno...che sentivo di poter venire da un momento all'altro. 

<<Adesso, abbi di nuovo il coraggio di dire che a nessuno potrebbero piacere>>, borbottai. Come sua guardia del corpo, ero sempre al suo fianco, perciò sentivo tutte le conversazioni che aveva con ogni sua singola amica. Ariana era quella di cui si fidava di più- e tutto sommato, non era niente male, si poteva stare tranquilli con lei- e quella a cui diceva più dettagli anche "sconci". Sapeva perfettamente che mi riferivo a quella volta in cui aveva parlato con lei, dicendole che aveva un seno troppo piccolo e che non sarebbero mai piaciute a nessuno. Avrei voluto dirle, quel giorno stesso, che a me piacevano comunque. 

<<Lauren...>>, gemette, inarcando la schiena, come se volesse offrirmi il suo petto. 

<<Ti scoperò così forte>>, mormorai al suo orecchio. Sapevo che non fosse più vergine. Insomma, per capire se le piacevano o meno le donne doveva pur aver fatto esperienza. Erano molti i siti di gossip che affermavano lei non avesse mai fatto sesso, ma non sapevano che quella ragazza era molto abile a tenere nascosta la sua vita privata. Sua madre non voleva che si vedesse in giro con dei ragazzi o delle ragazze, perciò dovevamo trovare un modo per portarli qui senza che i paparazzi se ne rendessero conto. Non saprò mai se essere contenta o meno del fatto che, quando Camila portò il suo ragazzo a casa, io non ero ancora così ossessionata con lei e non provai nemmeno un po' di gelosia. In quest'ultimo periodo, invece, sembrava proprio che io non riuscissi più a contenermi. La situazione in cui eravamo finite lo rendeva chiarissimo: avevo perso il buonsenso quando avevo visto la maniera in cui la fissava quel piccolo pervertito. 

Camren one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora