Nel 3018, il mondo è completamente diverso da quello a cui eravate abituati.
Le persone non facevano altro che diventare cattive ed egoiste, quindi per ottenere quello che volevano, avevano iniziato a fare dei patti con delle creature. Non si sa chi sia stato il primo a scoprirle, ma da quando rese nota la loro presenza, tutto il mondo si rivolgeva a loro per ottenere qualcosa. I demoni in questione non chiedevano altro che sesso.
Tuttavia, presto, si scoprì che il legame che vincolava i demoni e gli umani portava alla morte. Questa specie, infatti, uccideva gli esseri umani tramite il sesso. Erano affascinanti, e potevo dirlo perché nella mia vita ne avevo incontrati tanti, e se si sentivano generosi, iniettavano del veleno per impedire alla persona con cui facevano sesso di sentire dolore durante la morte.
Tutti provarono ad allontanarli, ma loro riuscirono ad avere la meglio. In pochi anni, presero a governare il mondo, cambiandolo totalmente. Amavano il sesso, sopratutto quello con gli umani. Dicevano che il nostro sapore era buono, mille volte meglio del loro(infatti, non andavano mai a letto con quelli della loro specie, o se lo facevano, era in casi particolarmente rari), quindi non potevano rinunciare a noi. Divenimmo degli animali per loro. Gli umani più ricchi, riuscirono a scendere a compromessi con loro, e in cambio di denaro, aiutavano i succubi a prendere gli umani. Ci vendevano, ci compravano, ci usavano e alcuni, per assicurarsi che non ci estinguessimo, compravano più umani e quando si rendevano conto che le loro forze stavano finendo, li facevano accoppiare per assicurarsi di avere degli "eredi". Povere vittime di demoni senza speranza.
I miei genitori mi dicevano sempre di fare attenzione. Non era più sicuro camminare per le strade da soli. Non solo perché i succubi potevano prenderti in ogni momento, ma anche perché spesso, erano i loro amici umani a prendere vittime per i succubi. Le mie uscite si limitavano solo all'andare e tornare da scuola, però, mi venne proibito anche questo quando delle ragazze iniziarono a mancare da Haven: il nostro piccolo paesino. Restare chiusa in casa era noioso. Non si poteva guardare la televisione o utilizzare cellulari e radio poiché i succubi utilizzavano la rete per sedurre e convincere gli umani a consegnarsi a loro. Avevo dei libri, certo, ma li avevo letti così tante volte, da essere convinta di poter citare ogni frase scritta dall'autore. Il mio unico modo per non annoiarmi era scrivere. Come avevo detto, dopo aver smesso di andare a scuola, avevo iniziato a prendere i quaderni e a scriverci sopra. Non raccontavo mai della mia vita, perché non c'era nulla da raccontare. Scrivevo poesie, oppure trame per delle storie. Immaginavo eroine che fermavano questa tortura, in grado di non sottomettersi ai poteri di seduzione dei succubi e ucciderli tutti, o almeno, allontanarli dalla Terra. Quando ero nata io, il mondo era già caduto vittima dei succubi, quindi non avrei saputo dire se le condizioni prima di me, fossero peggiori o migliori di queste in cui vivevo adesso. Ma non credo che ci fosse nulla di peggio che perdere la propria libertà. Libertà di uscire, libertà di conoscere persone, libertà di utilizzare un social network, libertà di vedere la televisione...Insomma, un essere senza libertà, può essere considerato almeno umano? Perché io mi sentivo come un uccellino chiuso in gabbia, ad essere onesta.Credevo che le cose non potessero peggiorare, ma invece, lo fecero eccome. Un giorno, all'improvviso, i collaboratori umani dei succubi fecero una cosa che non avevano mai fatto prima: entrare in una casa. Ruppero la porta di ingresso, entrarono in casa nostra, terrorizzandoci.
<<Non vogliamo fare del male a nessuno>>, aveva detto uno di loro. Non ricordo molto di quel giorno, forse per l'agitazione, per la paura. Ma ricorderò per sempre il loro tono. Quando mi resi conto che anche loro temevano i succubi, immaginai che fossero molto più pericolosi di quanto io potessi mai immaginare.
<<Ma abbiamo bisogno di ragazze nuove. Stanno impazzendo, vogliono sempre di più>>, aveva continuato un altro. I loro occhi si erano posati su di me nello stesso momento. Mio padre era balzato in piedi, pronto a difendermi. Un terzo uomo, tuttavia, lo afferrò per il colletto della maglia e lo spinse contro il muro. Il secondo ad aver parlato, si assicurò di tenere ferma mia madre, mentre quello che aveva detto di non voler far del male a nessuno, mi porse la mano. I suoi occhi mi imploravano di seguirlo: non sapevo se avesse paura di dover utilizzare la forza con me, oppure temeva i succubi in maniera generale.
<<Giurate di non fare loro del male?>>, avevo chiesto, per assicurarmi che nessuno facesse loro del male.
<<Certo>>, aveva detto prontamente l'uomo che mi porgeva la mano. L'avevo accettata. Le urla dei miei genitori che chiamavano il mio nome e imploravano gli uomini di lasciarmi andare, divennero sempre più deboli, fino a sparire del tutto quando uscimmo dalla casa. Notai che tutti i vicini di casa avevano visto cosa succedeva, ma nessuno di loro aveva avuto coraggio di venire ad aiutarci. Come biasimarli, però? Erano pur sempre coloro che aiutavano i succubi e nessuno vuole mettersene uno contro.
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Camren one shot
FanfictionMomenti Camren smut, fluffy e sad. Alcune one shot saranno mie, altre saranno traduzioni o trasformate in camren. Avvertenze: Smut, linguaggio volgare, differenza d'età, G!P