For the love of English

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ATTENZIONE: Questa one shot NON è mia, ma è tratta da un omonimo libro. Se trovate un po' di tempo per leggerlo, vi prometto che non ve ne pentirete.
Tuttavia, ho pensato che sarebbe stata una bella idea per una one shot, ed eccoci qui.  (Accenni a G!P Lauren)

Lauren Jauregui, madre single, era sexy da far paura. Sul serio, era la cosa più bollente da quando era stato creato il sole, tanto che se le rompevi un uovo addosso, quello iniziava a sfrigolare. Quindi qual era  il problema? Che era una stronza colossale. Camila la odiava, quella bastarda. Cercava di evitarla in ogni modo, ma per un qualche folle motivo saltava fuori ovunque lei andasse.

Il vero problema, però, era sua figlia, English. Un'adorabile, eccentrica bambina di prima elementare, e la cosa più dolce da quando avevano inventato il tè freddo. Ed era un'alunna di Camila, ma anche l'amore della vita di Lauren. Perciò doveva per forza avere a che fare con lei a livello professionale. Non era semplice. Su una scala che andava da facile a difficile, avere a che fare con Lauren Jauregui era come avere a che fare con delle unghie che grattano sulla lavagna.

Ma dato che l'altra madre di English cerca di ottenere la sua custodia, dopo averla abbandonata alla porta di Lauren quando era una neonata, lei era disposta a fare tutto il possibile per tenerla con sé. E Camila farebbe di tutto per fare in modo che quell'adorabile bambina non smetta mai di essere sotto l'arcobaleno, come era solita dire English.

Lauren ricordava benissimo la prima volta che vide la piccola English.
Aveva appena diciannove anni, e si era svegliata da poco quella mattina. Viveva con i suoi genitori, in una casa non estremamente grande, ma accogliente. Abbastanza da fare in modo che Lauren non volesse correre al college, non ancora almeno. Quindi, apprezzava di potersi godere fino all'ultimo minuto il suo anno sabbatico pre-college.
Tuttavia, non avrebbe nemmeno immaginato che quella stessa mattina tutto sarebbe cambiato.
Non ebbe nemmeno il tempo di arrivare in cucina, che suo padre le disse di correre alla porta. Credendo che si stesse sentendo male o tragedie simili, si affrettò a raggiungerlo. Ma trovò solo suo padre alla porta di ingresso che guardava una scatola ai suoi piedi, o meglio, ciò che c'era nella scatola.

<<Quella...quella è una bambina?>>, mormorò Lauren, guardando la piccolina con occhi sgranati.
Era piccolissima, e sembrava indifesa e fragile. I suoi occhi erano chiusi, succhiava il suo succhietto di colore rosa, e una coperta copriva il suo piccolo corpicino. Successivamente, il padre di Lauren si rese conto che c'era un biglietto, e lo prese, facendo attenzione a non svegliare la piccolina.
Un qualcosa dentro di Lauren le disse di prendere la bambina, perché il clima esterno era troppo freddo per lei e non sapeva nemmeno da quanto tempo fosse fuori quella porta.
Prese la scatola, sempre attenta a non svegliare la bambina, chiuse la porta ed entrò in cucina, poggiando la scatola sul tavolo.

<<Lauren...che hai combinato?>>, borbottò suo padre, alzando lo sguardo per guardarla torvo.

<<Che ho combinato? Che vuoi dire?>>, chiese lei, confusa. Entrambi parlavano a voce bassa, perché temevano di svegliare la bambina.
Suo padre le passò il biglietto.

Lauren,

non so se ti ricordi di me, perché io sicuramente mi ricordo di te. Insomma, mi sono ricordata di te per nove mesi, ma non ho mai avuto il coraggio di venire a parlarti. Temevo che non mi avresti accettata, che sarei stata costretta a crescerla da sola o abortire.
Se non si fosse capito, questa è tua figlia. L'ho chiamata English. Nome particolare, lo so, ma volevo che mia figlia fosse speciale.
Tuttavia, non può restare con me. Ho vinto una borsa di studio grazie alla danza ad un college, ma non posso accettare con la bambina e sai che non posso portarmela dietro.
Prenditi cura di lei. Credimi, è tranquilla e non ti infastidirà mai, spesso arriverai a dimenticarti che è nella tua stessa casa.
Amala, come io non potrò fare. Prenditi cura di lei, sempre come io non ho più opportunità di fare e dalle il meglio di te. Perché so che glielo puoi dare.
Magari adesso non comprendi fino in fondo le mie scelte, e magari mi odi addirittura, ma ti prego di comprendermi. E magari, un giorno, potrai anche perdonarmi.

Camren one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora