My mate

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Werewolf!Au 
Lauren G!P

Non ricordavo nemmeno quando fossero iniziati tutti quei sogni, ma sapevo solo che adesso erano una parte di me. Ricordavo il primo periodo in cui avevo provato a non dormire per non sognarla più, però peggioravo solo la situazione. Mio padre era convinto che fosse dovuto al fatto che la mia prima trasformazione da lupo era vicina, tuttavia mia madre diceva che c'era sicuramente qualcosa sotto e poi sorrideva, come se lei avesse capito già tutto.
Alla fine, avevo imparato più o meno a condividerci. Dormivo con quanti meno vestiti possibili potessi indossare, perché sapevo perfettamente che mi sarei svegliata accaldata. Ed avevo allontanato il letto dalla parete, perché una notte avevo tirato un cazzotto talmente forte da fare un buco nella parete.
Quella notte non fu differente da tutte le altre. Andai a dormire, e presto caddi in un sonno profondo. Ci trovavamo nel mio letto in quel sogno. Io aprivo gli occhi e la trovavo lì e mi guardava con adorazione, come se aspettasse me per essere presa, divorata. Il mio lupo interiore reagiva sempre a  lei, ogni singola volta, come se volesse minacciare di venire fuori da un momento all'altro. Anche se era un sogno, potevo sempre sentire il suo odore: cannella e vaniglia...Un profumo talmente buono che...mi veniva davvero voglia di divorarla. Sapevo che era un'omega: lo mostravano le sue spalle tese, il suo sguardo rivolto verso il basso e il rossore sulle sue guance. Ed inoltre, avevo sentito l'odore di altri alfa come me prima, e nessuno di essi aveva mai avuto un profumo così dolce. Gli alfa tendono ad avere un profumo forte, per poter così attirare le proprie compagne quando queste ultime entrano in calore, per potersi accoppiare e assicurarsi dei membri per portare avanti il branco.
Era la prima volta che la sognavo nella mia stanza e sperai, come una stupida, di poter sentire il suo odore nell'ambiente il giorno dopo.

<<Ciao, Alfa>>, sussurrò, mordendosi il labbro inferiore. Mi parlava spesso, usando sempre la stessa voce dolce e delicata. 

<<Ti sto aspettando, sai?>>, mi rivelò. Io non sapevo perché non parlassi mai, anche se spesso volevo farlo, qualcosa me lo impediva.

<<La tua prima trasformazione è vicina, ma io dovrò aspettare ancora un altro po'...ma io ti sto aspettando. So che anche tu mi vuoi, posso sentirlo. Quindi, vienimi solo a prendere, per favore>>.

Mi svegliai sentendomi strana, più strana del solito. Le mie mani tremavano, provavo una strana sensazione ai denti e il mio corpo prese a bruciare come se mi fossi rotta le ossa ovunque. Non so se urlai o qualcosa di simile, perché i miei genitori entrarono bruscamente nella stanza, guardandosi intorno.

<<Mike...sta succedendo>>, disse mia madre. Di che diavolo parlava? Provai a chiederglielo, ma un ringhio basso fu l'unica cosa a venire fuori dalla mia bocca.
Notai che le vene delle mia mani erano più evidenti in quel momento, i miei denti più affilati e...sì, stavo per trasformarmi. Ora.
Mio padre mi afferrò con forza, buttandomi sulla sua spalla. Dei grugniti di fastidio abbandonavano le mie labbra, mentre lui mi portava al piano di sotto, in cantina, dove sarei stata al sicuro. Alle prime trasformazioni, i lupi tendono a perdere il controllo, quindi è necessario tenerli d'occhio ed assicurarsi che non si caccino nei guai. Io era la figlia dell'alfa, la prossima alfa del mio branco, quindi immaginai che nessuno si sarebbe fatto troppi problemi se avessi perso il controllo. Ma proprio perché ero consapevole del mio stato, della mia importanza, non solo ero stata preparata a questo momento da tutta la vita, ma sapevo anche perfettamente che il mio primo compito era assicurarmi sempre di non mettere in pericolo il mio branco. Quindi, prima imparavo a mantenere il controllo, meglio sarebbe stato per tutti.
Ricordo pochissimo di quella notte. Il dolore, tutti i ringhi che avevo rilasciato, la mia voglia di correre e la voglia di andare a caccia...Morivo dalla voglia di correre fuori, lontano da qui, ma non per cacciare cibo, no. Sotto al mio naso c'era quell'odore di cannella e vaniglia ed io volevo cacciare quell'odore per trovarla, e renderla mia. Come se non ci fosse un domani, come se avessi ogni tipo di diritto su di lei.
Mentre raccontavo quelle cose ai miei genitori, loro due si lanciarono un'occhiata veloce e mia madre inarcò un sopracciglio, come a dire a mio padre: <<Hai visto che avevo ragione io?>>. Mio padre sospirò, alzando gli occhi al cielo.

<<Lauren, mija, sai che come alfa, ti aspettano alcuni compiti e uno dei più importanti, è dare un'erede che porti avanti il branco quando tu sarai troppo vecchia per farlo. Be', per assicurarsi che questo accoppiamento sia giusto, che il bambino sia perfetto, la Dea Luna ci regala un mate, ovvero un compagno.
Quando la nostra prima trasformazione è vicina, tendiamo a cercare la nostra compagna- noi alfa più di ogni altro tipo di lupo- perché iniziamo a sentire i primi istinti selvaggi. Quindi, la ragazza che vedi nei tuoi sogni altro non è che la tua mate>>, mi rivelò mio padre.
Semplicemente pensarla, mi mandava su di giri e ringhiai a voce bassa, desiderosa di averla. Il sangue affluì verso il mio inguine e mi ritrovai a muovermi nervosamente sulla sedia, guardandomi intorno. Merda!

<<Però, la tua mate non appartiene al nostro branco e noi dobbiamo trovarla per poter parlare con il suo alfa>>, disse mia madre, poggiandomi una mano sulla spalla.

<<Perché? Se è mia, è mia...non c'è bisogno di parlare con nessuno>>, dissi, furiosa. Invece di parlare con loro, potrei essere in giro a cercarla. Doveva essere vicina, per questo la sognavo ed ero convinta che fosse per questo stesso motivo che la mia parte di lupo avesse sentito il suo odore e volesse seguirlo.

<<Nessuno lo mette in dubbio, ma spesso, gli alfa non sono disposti a dare i membri femminili dei loro branchi quando sono così giovani. Immagina che qualcuno venisse qui, e reclamasse Dinah>>, disse mio padre. <<Non potrei permetterglielo, perché è troppo giovane. E quando avverrà la sua prima trasformazione, sicuramente vorrà l'appoggio del suo branco>>, continuò lui.

<<Non capisco, papà, davvero. Sono confusa. Se è  la mia mate, questo è il suo branco>>, dissi.

<<Lo sarà alla vostra prima unione, Lauren. Ma per il momento, lei è legata a quel branco, quindi deve fare le prima esperienze con la sua famiglia>>, disse lui.

<<Be', per il momento dobbiamo solo trovarla e parlare con il suo alfa>>, disse mia madre, sorridendomi dolcemente.

Il lunedì mattina mi recai a scuola insieme ai miei amici, che appartenevano al mio branco. Avevamo una specie di fascino selvaggio, quindi attiravamo l'attenzione di parecchie persone ovunque ci trovassimo.
Tuttavia, quel giorno, oltre che a sbavare per noi, sembrava che ci fosse altro a tenerli occupati. C'erano troppi sussurri accavallati per poter capire cosa dicessero, ma se avevo afferrato bene, parlavano di alcuni nuovi ragazzi che si erano trasferiti da poco. Senza sapere il motivo, il mio cuore perse un battito, e mi guardai intorno. Non poteva essere una coincidenza...

<<Lauren...va tutto bene?>>, chiese Normani, poggiandomi una mano sulla spalla.

<<Io...>>, mormorai, prima di fermarmi completamente.
Annusai l'aria, prendendo un respiro a pieni polmoni e...cannella e vaniglia. Anche se c'erano altri tipi di odori, il suo sembrava essere il più forte, come se fosse proprio accanto a me. Mi guardai intorno, cercando di vedere la piccola castana dei miei sogni. Troppe persone. Mi era impossibile vederla. Mi concentrai, quindi, solo sul suo odore e lo seguii con attenzione.
Matthew afferrò il mio braccio, ma io mi limitai a ringhiargli contro. Obbedendo agli ordini, abbassò la mano, lasciandomi andare. Ero vagamente consapevole del fatto che i miei amici mi stessero seguendo e che metà dell'istituto mi fissava con confusione.
Finalmente, la vidi. Era girata di spalle e frugava nel suo armadietto. Portava una camicia a mezze maniche e una gonna, entrambe rosa. C'era un piccolo fiocco sulla sua testa, ed ebbi l'impressione di guardare una bambolina. La mia bambolina.
Nel momento esatto in cui si voltò ed i suoi occhi incontrarono i miei, qualcosa di primitivo scattò dentro di me. Andai verso di lei a tutta forza, seguendo i miei istinti, sentendo il mio lupo interiore ringhiare e ululare per poter venire fuori. Quando le fui davanti, afferrai i suoi fianchi e la poggiai contro gli armadietti. Ignorai i sussurri intorno a noi, e mi limitai ad odorare il suo collo.

<<Mia>>, ringhiai.

<<Tua, Alfa>>, rispose lei.

A/a

Faccio una seconda parte con lo smut?

Camren one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora