Quando avevo scoperto la verità su Ty, ero completamente distrutta. Non riuscivo a restare in quella casa, anche se l'avevo comprata con i miei soldi e lui non contribuiva a pagare un cazzo, sentivo che era diventata sua. Era ovunque io mi voltassi, ovunque posassi lo sguardo, c'era il ricordo di qualcosa che avevamo fatto oppure che aveva fatto da solo, stupendomi o divertendomi. Guardavo la cucina e ricordavo di quella sera in cui mi aveva preparato la cena e aveva comprato un mazzo di rose; guardavo il bagno e ricordavo di quando girava con un asciugamano intorno alla vita e canticchiava mentre si radeva; guardavo la camera da letto...Non potevo restare in quella casa, altrimenti avrei perso la testa.
Fu così che chiesi a due mie vecchie amiche d'infanzia se potevano ospitarmi in casa loro per un po', almeno finché non avessi trovato una nuova casa da comprare e qualcuno che si compressa la mia. Avevano accettato, consapevoli del dolore che sentivo in quel periodo. Erano state fortunate Normani e Dinah: si erano conosciute a sedici anni, si erano innamorate follemente e vivevano ancora la loro favola. Erano cresciute insieme, come se fossero due migliori amiche normalissime, solo che la loro chimica aumentava a causa del loro amore. Invidiavo tantissimo la loro storia, sopratutto in quei momenti in cui la mia vita era solitaria e fredda.Mi sentii in colpa quando mi dissero che un'amica di Dinah sarebbe passata per un po' da loro, perché anche lei non riusciva a stare da sola con i suoi pensieri. Era una donna cieca, mi avevano detto, quindi c'era bisogno di fare un paio di spostamenti per evitare incidenti. Non avevo mai conosciuto una persona ceca fino a quel momento, però mi immaginavo di vederla girare con un bastone per casa o peggio ancora con un cane. Non è che non mi piacessero i cani, però Tyrone era allergico al pelo degli animali e quindi avevo dovuto mettere da parte il mio amore per gli animali per lui. Alla fine, quella specie di antipatia che provava nei loro confronti, era stata trasmessa anche a me. Quindi ero infastidita dal pensiero che ci sarebbe stato un cane che andava in giro per casa, accompagnando quella loro amica.
Dinah mi raccontò che Normani non la conosceva molto bene, mentre lei e questa donna erano state vicinissime anni addietro. Doveva venire al liceo con noi, ma non avevo mai sentito il suo nome. Aveva bisogno di una tutor in matematica, perché nonostante il fatto che fosse cieca, i professori erano severi anche con lei e rischiava di perdere l'anno. Dinah che era bravissima in quella materia, si offrì di aiutarla senza nemmeno preoccuparsi del fatto che fosse cieca. Si trovarono bene e anche dopo aver finito il tutoring, continuarono a tenersi in contatto. Si mandavano messaggi vocali, in cui si raccontavano le proprie vite.
Entrambe ritenevano necessario che sapessi un po' di lei: finito il liceo, aveva vinto una borsa di studio in Inghilterra, dove viveva tutt'ora. Tuttavia, suo marito era morto da pochi mesi e lei non ce la faceva più a restare lì. Aveva rivelato il suo timore a Dinah, che le aveva proposto di svagarsi un po' tornando a Miami- i suoi genitori erano morti di vecchiaia e sua sorella più piccola sembrava un po' restia all'idea di averla in casa con dei bambini piccoli...non si fidava di lei- e restare da loro. Mi chiedevo dove diavolo avrebbe dormito quella donna e si sbagliavano di grosso se credevano che avrei diviso la mia stanza con lei. Insomma, mi ero promessa di non dividere mai più la stanza con nessuno per un paio di anni.Quando arrivarono quel pomeriggio, mi affacciai dalla finestra e le osservai in silenzio. Dinah uscì dalla macchina, ridendo a crepapelle. Normani uscì dall'altro lato, aiutando qualcuno ad uscire dai sedili posteriori mentre sua moglie andava a prendere la valigia della donna. La mora la prese sottobraccio, aiutandola a camminare. Notai che lei non aveva un bastone oppure un cane, solo gli occhiali neri. Tutte e tre risero, e per un attimo, ebbi l'impressione che il suo sguardo si posasse su di me.
Entrarono in casa e aspettai in soggiorno, assicurandomi che la donna non si sentisse sotto pressione. Dinah mi sorrise, posando la sua valigia accanto al mobile della televisione.<<Attenta che c'è un poggia piedi>>, mormorò Normani, aiutando la donna a passarci intorno. <<Ti sto portando a conoscere Lauren, la nostra amica di cui ti abbiamo parlato>>, disse, quando giunsero davanti a me. Lei alzò la mano, in attesa che la stringessi. Mi stupii vedere che aveva indirizzato il braccio proprio dove mi trovavo io...avrei immaginato...lasciamo perdere.
STAI LEGGENDO
Camren one shot
FanfictionMomenti Camren smut, fluffy e sad. Alcune one shot saranno mie, altre saranno traduzioni o trasformate in camren. Avvertenze: Smut, linguaggio volgare, differenza d'età, G!P