MYSTERY WOMAN
Mi drogarono. Ero sicura che nessun'altra ragazza fosse mai stata drogata, quindi era un trattamento speciale per me. Quando ripresi coscienza, avevo un mal di testa tremendo. Mi guardai introno, rendendomi conto che ero nel retro di un furgone. La consapevolezza mi portò a saltare sull'attenti. Feci per rimettermi in piedi, ma scoprii di avere ancora le catene alle mani e ai piedi. Almeno, ero vestita. Il classico vestito bianco che facevano indossare alle ragazze quando erano vendute. Dicevano che il bianco eccitava i succubi. A quanto pare, la mia non faceva eccezione.
Non potevo ancora credere che fossi stata venduta...e ad una donna! Non sapevo com'erano le donne succubi, ma non dimenticherò mai quella donna così violenta che vidi un giorno al club. Trattava i suoi sottomessi come se fossero animali. Erano tre: tutti e tre con dei collari, tutti e tre con dei segni di bruciature sul proprio corpo. Se erano tutte come lei, allora io ero fottuta. E da come la descriveva l'uomo che era suo fratello, ero davvero fottuta.
Il furgone deviò improvvisamente verso una curva, e mi ritrovai a sbattere la testa. Gemetti, cercando di sistemarmi quanto meglio potevo. Smettemmo di muoverci e balzai sull'attenti. Anche se ero ancora stordita da quella droga, sapevo di dovermi guardare intorno per poter trovare un modo di fuggire via. Non sarei stata la puttana di nessuno, sopratutto non di un succube.
L'uomo che mi aveva comprata in nome di sua sorella, aprì gli sportelli posteriori del furgone. Non c'era luce, quindi era sera. Tuttavia, mi servì a capire che distavamo tanto dal club. Era ancora chiuso quando era arrivato l'uomo, quindi era ancora mattina. Se ci avevamo messo quasi un'intera giornata per giungere qui, significava che distavamo tanto dalla città. Avevo notato degli alberi tutto intorno alle sue spalle, quindi seppi che eravamo in un bosco, o una foresta...Inoltre, non si sentiva alcun rumore di auto. Lontani dalla città.<<Credevo che quello che ti avessero dato fosse più forte...doveva tenerti giù per altri venti minuti o qualcosa di simile>>, mormorò, quando si rese conto che ero sveglia. Che cazzo mi avevano dato la dose per un elefante? Perché ero rimasta fuori gioco per parecchie ore.
Lui mi afferrò per i piedi, spingendomi verso il bordo del furgone. Era un po' difficile mettersi in piedi con quelle catene. Mi fece sedere, tirando la catena verso di lui. Mi guardò negli occhi, poi sorrise.<<Si divertirà da morire con te. Le piacciono le persone che obbediscono ai suoi ordini>>, disse, facendomi mettere i piedi a terra. Caddi, siccome faticavo a tenere il mio stesso peso. Mi sorresse, aiutandomi a camminare. Non volevo che mi toccasse, ma non avevo la forza per muovermi o per parlare. Potevo solo pensare alla mia grande fuga. Non sarei rimasta in questo luogo nemmeno per un altro minuto, ma dovevo avere pazienza. Avevo letto un libro di una ragazza che viene rapita e grazie alla calma e alla pazienza, riesce a trovare il modo di scappare dal suo rapitore. Peccato che la ragazza soffrisse della Sindrome di Stoccolma e si fosse innamorata del suo rapitore, quindi era ritornata da lui.
Strinsi le sopracciglia, quando un pensiero raggiunse il mio cervello correttamente.<<Ma io non obbedirò agli ordini di nessuno>>, mormorai.
<<E odia quelli che disubbidiscono. Come ti ho detto, quello che ti facevano in quel club, ti sembrerà il paradiso in confronto a ciò che ti farà lei>>, disse. Camminammo verso una villa, che ero sicura fosse l'unica abitazione nei paraggi.
Entrammo nella casa, tuttavia, era completamente al buio, quindi faticai a vedere dove stavamo andando o cosa ci fosse intorno a me. Lui, invece, sembrava conoscere benissimo il posto, poiché si muoveva senza difficoltà. Si fermò all'improvviso, poi bussò ad una porta. Non ottenne risposta, ma comunque lo sentii aprire la porta. Merda, era impossibile vedere, però, fortunatamente, ero abituata all'oscurità, quindi non mi sentivo in svantaggio. Certo, sarebbe stato meglio se avessi visto cosa mi circondava, ma ero brava a muovermi nel buio.
Immaginai che fossimo entrati nella stanza. Mi colpì il retro della gamba, facendomi cadere in ginocchio. Le catene tintinnarono.
STAI LEGGENDO
Camren one shot
FanfictionMomenti Camren smut, fluffy e sad. Alcune one shot saranno mie, altre saranno traduzioni o trasformate in camren. Avvertenze: Smut, linguaggio volgare, differenza d'età, G!P