La caja de las parejas

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Ascoltare Can't help fallin' in love(Elvis Presley) in questa prima parte.

Il matrimonio non era una cosa facile. Ci viene sempre detto che il matrimonio non è altro che l'unione tra due anime che si amano, che vogliono stare insieme perché sentono di appartenersi per davvero. Be', una volta che ti sposi, scopri poi che è molto di più di così. Un matrimonio vuol dire crescere, maturare, imparare a prendersi cura di qualcun altro e spesso, mettere per primi qualcun altro anche prima di noi stessi. Inoltre, significava fronteggiare lo stress per il lavoro, le visite dai parenti, le lotte per cercare di arrivare a fine mese, in un mondo dove sempre meno persone riescono a farlo. Litigare spesso, sentirsi male per questo, ma essere troppo orgogliosi per ammetterlo, quindi far trascorrere giorni senza parlarsi, come se in casa vivessero due sconosciute. Per non parlare della maledetta gelosia...Dio, se credevo che quest'emozione svanisse una volta sposate, adesso mi rendevo conto che mi sbagliavo proprio di grosso. Al contrario, sembrava essere proprio peggiorata. Il fatto sta che, proprio come ho già detto, si ha l'opportunità di scoprire sempre di più dell'altra persona ed inevitabile unirsi a lei in modi che non si è in grado di scoprire durante un semplice fidanzamento.

<<Ci stavi provando con lui!>>, sbottai, guardandola. Era poggiata con la schiena contro il bancone della cucina, le braccia conserte e lo sguardo fisso sul suo cellulare. Poco prima, ero entrata in cucina e l'avevo trovata a parlare- tutta sorridente, come una stupida adolescente innamorata- a telefono con un suo collega di lavoro. Lei diceva che erano solo amici, mentre io ero sicura che lui ci provasse con lei.

<<Non dire stupidaggini! Non lo farei mai...o almeno, non sarei così ingenua da chiamarlo in casa nostra, proprio quando so che tu torni da lavoro>>, disse, roteando gli occhi.

<<Devo ricordati che Troy ha portato in casa sua la sua amante, ed Ally li ha beccati a scopare nel suo letto?!>>, sbottai.

<<Oh, andiamo, Troy è pur sempre stato un puttaniere...io mi aspettavo che prima o poi la tradisse>>, disse, alzando le spalle.

<<Quello era davvero molto menefreghista da parte tua, Lauren!>>, dissi, puntandole un dito contro.

<<Mi stai dando della menefreghista? Perché poi, ovviamente, la buona della situazione sei tu, no?!
Accogliere Ally in casa, trascurandomi in uno dei miei periodi più bui, perché sai che mi intristisco sempre quando si avvicina l'anniversario della morte di mio padre! Consolare lei e non la menefreghista di Lauren che ha passato notti a piangere, perché il vuoto dovuto alla sua assenza mi tormenta sempre! E infine, hai persino messo da parte il nostro discorso sull'avere un bambino...perché dovevi stare accanto alla povera Ally!>>, sbraitò, muovendo le mani in cielo.

<<Lauren, io...>>, stavo per dire, prima di rendermi conto che non avrebbe avuto proprio senso parlare. Aveva ragione. Ero stata così presa nel cercare di aiutare Ally, per non farle pesare il tradimento del suo ex marito che...avevo trascurato mia moglie, il mio matrimonio. Avevo trascurato la donna che avevo giurato di amare e di protegge, di amare e rispettare...la donna con cui volevo costruire una famiglia...molto numerosa, a dirla tutta.
Lei sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. La vidi muoversi per la cucina, poi prese una sedia, la poggiò vicino ad un mobile e ci salì sopra. Cercò qualcosa con la mano e la vidi afferrare una scatola, poi, dopo essere scesa dalla sedia, mise tutto apposto.
Riconobbi subito cos'era quella scatola ed un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra, mentre lei usciva dalla cucina, lasciandomi capire che dovevo seguirla.
Uscimmo fuori in veranda, dove ci sedemmo sull'altalena che, in un certo senso, ci aveva fatto innamorare della casa. Entrambe avevamo subito pensato a come sarebbe stato bello sedersi lì, con i nostri bambini che, magari, ci raccontavano della loro giornata. Fino a quel momento, avevamo passato serate intere a guardare il cielo mentre chiacchieravamo del più e del meno, bevendo una bottiglia di vino.
Ci sedemmo, proprio come se fosse una sera come le altre, con l'unica differenza che stavamo per farlo. L'avevo proposto io, e lei mi aveva detto che potevamo anche evitare, poiché non ci sarebbe mai stato il bisogno di aprirla. L'avevo convinta dopo una serie di baci, ed adesso, vedere che questo era stato il suo primo pensiero, mi riempiva il cuore di allegria. Era un'idea che avevo avuto dopo aver visto un articolo su internet, e mi era subito parsa una buona idea da mettere in atto.
Si chiamava "la caja de las parejas", ovvero: la scatola delle coppie. Si prendeva un vino pregiato e si metteva in una scatola, che ogni giorno doveva essere riempita da entrambi i partner con dei bigliettini dove si parlava di alcune cose carine che il partner era solito fare- e che quindi ci avevano conquistato- o avvenimenti romantici e teneri. La scatola doveva iniziare la sera stessa del matrimonio, e doveva venire aperta al primo litigio, sperando che le cose che erano state scritte, potessero aiutare a fare la pace.
Lauren aprì la scatola, tirando fuori due bicchieri di cristallo, che appartenevano al set preferito del padre di mia moglie. Cacciò poi la bottiglia di Chateau Petrus, che costava un botto...Lauren stava per sentirsi male quando il cassiere aveva detto il prezzo, e tra poco, avremmo scoperto se ne valeva o meno la pena.
Stappò la bottiglia, senza mai interrompere il silenzio, quindi riempì i due bicchieri e me ne porse uno.

Camren one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora