The Omega Revolution [ITA]

Capitolo 3.6 - Squadra

L'ora di cena è orribile. O perlomeno, lo è per Jungkook.

Dopo anni di pasti condivisi con il suo team, la sua famiglia, questa è la terza volta in una settimana che Taehyung non siede con loro. Non si trova nemmeno nella grande sala mensa, e Jungkook sospinge i piselli per il piatto, preoccupato, ma troppo orgoglioso per dirlo ad alta voce.

Jackson sta tentando di instaurare un dialogo con Yugyeom -il quale a sua volta li ignora -, facendo battute stupide nell'intento di strappargli un sorriso.

"Dacci un taglio, ok?" dice Yugyeom seccato, facendo ritrarre Jackson. "Non sono dell'umore."

Jungkook sospira. Nel complesso, la loro tavola è cupa e triste e ciò sta snervando Jungkook. Proprio quando decide di lasciar perdere i piselli e andare a prendere un po' d'aria, spunta Taehyung, preso a dialogare animatamente con Hoseok.

Mentre Jungkook non è niente più che una nuvola di tormento e cattivo umore, Taehyung risplende sotto la luce artificiale. È come se il loro piccolo litigio non l'avesse minimamente turbato, e Jungkook si sente un poco tradito. O forse parecchio, intravedendo come proprio dietro di loro, il nuovo omega fa capolino nella stanza. Le conversazioni si smorzano e diversi occhi guardano nella loro direzione, fissandosi su Jimin. Jungkook si chiede se è l'unico ad ancora considerare l'omega come una potenziale minaccia, arrivando alla conclusione che con molta probabilità, questo è il caso.

La maggior parte dei ribelli osserva l'omega più per curiosità che in diffidenza.

Taehyung subito intercetta lo sguardo di Jungkook, come se lo stesse attendendo. A conoscerlo, e di sicuro Jungkook la sa lunga, Taehyung lo sta facendo di proposito. L'intera mostra di guidare l'omega con una mano sul suo fianco fino al tavolo, sedendosi così vicino da quasi stare in braccio a Jimin.

"Rilassati," dice Jaebum, dando una breve occhiata a Jungkook. "Finirai per esplodere."

"Quell'ingrato bastardo," brontola Jungkook. "Mi sto spaccando la schiena da una settimana intera ed è ancora incavolato con me."

"Forse dovresti concedergli un po' di spazio," suggerisce Jaebum, annaffiando il cibo con un po' di the.

"Sono solo preoccupato per lui," confessa Jungkook, "è come...incollato all'omega."

"L'omega ha un nome. Ed è Jimin, nel caso te lo fossi scordato," afferma Jaebum. "È parte della squadra ora, Taehyung si sta solo comportando come tutti dovreste; ovvero farlo sentire parte di noi."

"Come potete fidarvi di lui con così tanta facilità?" protesta Jungkook, quasi infastidito. "Come potete così facilmente dimenticare da dove arriva....e se facesse qualcosa a Taehyung e io non ci sono?"

Jaebum posa il cucchiaio con un sospiro, appoggiandosi indietro e guardando Jungkook come se fosse un cucciolo.

"Prima di tutto, Taehyung è più che capace di prendersi cura di sé stesso e anche se non lo fosse," si ferma Jaebum, "questa stanza...è piena di persone disposte a correre in suo aiuto, se necessario" egli aggiunge gesticolando. "E secondo, Jimin è davvero innocuo. Smettila di preoccuparti."

"Io ho fatto una promessa" replica Jungkook mettendo il broncio.

"E te la stai cavando benissimo a mantenerla," rassicura Jaebum, "il padre di Taehyung sarebbe fiero di te. Adesso Jimin è uno di noi," continua lui, alzandosi in piedi. "Meglio che ti ci abitui."

Jungkook volge lo sguardo al tavolo degli omega, dove Jimin è intento a studiare attentamente un pezzo di broccolo. Le sue sopracciglia sono aggrottate e quando egli avvicina il vegetale per annusarlo, il suo naso si arriccia in una maniera tale che perfino Jungkook sente il bisogno di andare a stropicciare il ragazzo.

E Hoseok lo fa nell'immediato. Jungkook si arrabbia con sé stesso. 

Con uno sbuffo, egli riposa il cucchiaio, troppo frustrato per mandare qualcosa giù in gola. Jackson lo patta sul fondoschiena mentre egli si avvia, con un sospiro solidale. Jungkook riesce a percepire lo sguardo di Taehyung che gli brucia la schiena ma combatte il bisogno di girarsi.

Jungkook ha chiuso, Taehyung può tornare a svolgersi da solo le sue faccende del cazzo.