Capitolo 5.3 - Alpha

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"Sul serio, stai facendo tremare l'intero tavolo. Piantala."

La mano di Yugyeom gli afferra la coscia e Jimin s'irrigidisce. Non si era nemmeno accorto che lo stava facendo di nuovo, troppo preso dal fatto che subito dopo pranzo avrà la prima sessione di allenamento con Jungkook. Yugyeom ritorna al suo pasto e Jimin si mordicchia il labbro, senza posa mentre la sua gamba ricomincia a saltellare di nuovo.

L'omega brontola e Jimin si raccoglie le ginocchia, in imbarazzo.

"E' a causa di Jungkook?" chiede Yugyeom. Al momento ci sono solo loro due al tavolo, per cui l'omega non si preoccupa di abbassare la voce.

"Cosa te lo fa pensare?" controbatte Jimin, giocherellando con il cibo.

Yugyeom alza un sopracciglio. "Non hai mangiato nulla."

"Non ho fame."

"Ceerto." Yugyeom rotea gli occhi. "Di solito fare esercizio senza avere energia non è una bella cosa, ma farlo mentre Jungkook ti sta allenando è semplicemente stupido. Non resisterai un minuto, per cui mangia!"

Jimin annuisce, ficcandosi qualche forchettata di cibo in bocca, attento ad evitare le verdure. Deve essere pronto al cento per cento per il suo appuntamento con l'alfa. Non può rischiare di avere uno stomaco sotto-sopra proprio adesso.

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Non importa quanto Jimin dica a sé stesso che andrà tutto bene, si sente ancora in procinto di rigettare. L'omega ripete le indicazioni che gli diede Jackson sottovoce, mentre camminavano per i corridoi e sorrideva ai ribelli che lo salutavano, nella speranza di non dare troppo a vedere quanto male stava in realtà. Finalmente Jimin raggiunge la porta che stava cercando e si ritrova in uno spazio aperto. Somiglia ad una specie di capannone abbandonato, polveroso e dall'illuminazione fioca.

Jungkook sta correndo dei giri lungo il posto e il naso di Jimin si storce quando note di luce solare gli raggiungono il naso. E' un'aroma che l'omega fatica ad associare all'alfa dall'aspetto piuttosto cupo davanti a lui, uno che non può fare a meno di gradire. La scia dell'alfa lo solletica giù per le braccia e l'omega reprime il brivido che cerca di sopraffarlo. L'omega richiude la porta dietro di sè e Jungkook si ferma, segnalando a Jimin di avvicinarsi.

C'è un materasso proprio al centro della stanza; una roba lercia e sottile di sagoma circolare. Non appena Jimin è vicino, Jungkook si toglie il suo maglione e le scarpe, chiedendo a Jimin di fare lo stesso. L'omega guarda da un'altra parte mentre si sveste, non abituato a farlo di fronte a nessuno salvo Seokjin. Lo percepisce come qualcosa di un po' troppo ardito per una situazione del genere, considerando che si sentiva già abbastanza teso di suo.

"Stavo pensando," inizia Jungkook, noncurante mentre fa stretching, "che hai già fatto un bel po' di allenamento di rinforzo con Tae - dovresti fare stretching anche tu - perciò, sì...credo che..." Jungkook si flette in un particolare movimento e Jimin nota i graffi che ancora persistono sulle sue braccia, alcune escoriazioni qua e là; si domanda se ce ne siano degli altri al di sotto della maglietta dell'alfa. "Credo che dovremmo concentrarci sul combattimento. E resistenza, vorrei testare anche la tua resistenza."

L'alfa lo guarda con aspettativa e Jimin annuisce. "Ok."

"Bene." Jungkook abbassa la sua postura, i piedi ben piantati sul materasso. "Attaccami."

"Cosa?"

Jungkook alza gli occhi al cielo. "Ho detto attaccami. Devi essere in grado di sconfiggere alfa a scontro ravvicinato, altrimenti per te non sarebbe sicuro andare là fuori."

Jimin fissa l'alfa con scetticismo. "Taehyung riesce a sconfiggerti?"

"Taehyung potrebbe prendere a calci sulle palle il Comandante se solo lo volesse," replica Jungkook. "E ora avanti, fatti sotto."

Jimin si morde le labbra, cercando di adottare una posizione simile a quella di Jungkook. L'alfa non dice una parola, occhi scuri fissati su ogni singola mossa dell'omega. Il suo sguardo rende Jimin nervoso, gli fa ribaltare lo stomaco dall'aspettativa; Jimin prima d'ora non sapeva che potesse agitarsi così tanto all'idea di farsi prendere a calci in culo.

"Non so quello che sto facendo," mormora Jimin mentre sta per scattare in avanti, i muscoli contratti e pronti.

Jungkook si flette, inintenzionalmente rovinando la concentrazione di Jimin. "E' questo il punto."

Prima che Jimin possa battere ciglio, il mondo lo colpisce frontalmente e sta cadendo all'indietro sul materasso con un tonfo, contorcendosi dal dolore. Apre gli occhi ritrovandosi Jungkook che torreggia su lui, una scintilla da predatore nel suo sguardo. La polvere sta danzando tutt'attorno a lui, come una specie di velo, facendo chiedere a Jimin se tutto ciò stia realmente accadendo o se sia solo frutto del suo cervello traditore.

"Sei sotto di uno," proclama l'alfa, spostando con uno scatto i capelli dagli occhi.

Jimin esala, alzandosi lentamente e rimettendosi in posizione. Al di sotto di tutta quella lampante determinazione, nel volto di Jungkook sono presenti tracce di preoccupazione, retaggi di notti in bianco che fanno stringere il cuore a Jimin. Vorrebbe chiedere, realizza Jimin mentre si accerchiano sul materasso. Vorrebbe chiedere all'alfa cosa c'è che non va, cos'è che lo rende taciturno durante i loro pasti condivisi. La breve distrazione gli costa un'altro colpo e si ritrova di nuovo contro il materasso, sta volta a faccia in sù.

"Ancora!" sbraita Jungkook.

Jimin sospira. Sarà una lunga giornata.

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