Capitolo 3.14 - Squadra

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È a causa del suo fissare ostinato che Jimin si accorge che Taehyung non si sente bene.

Il sorriso che di solito acceca Jimin con la sua luminosità sembra sotto tono. Gli angoli delle labbra che Jimin ha già memorizzato non si sollevano come dovrebbero. Taehyung non è il solo, l'intera squadra cammina come se il pavimento fosse un campo minato e non ci vuole molto a capire che è per via di Jungkook.

Jimin si mordicchia il labbro inferiore, lo sguardo agganciato alla schiena di Taehyung mentre si dirigono verso i dormitori dopo aver cenato. Taehyung è più vicino e quando arrivano lì, l'omega si volta, scompigliando i capelli di Jimin prima di girare la maniglia.

"Ci vediamo domani alle otto?" dice Taehyung con un sorriso incerto.

Jimin sta per annuire e mormorare un veloce buonanotte ma qualcosa glielo impedisce. Forse le occhiaie al di sotto degli occhi di Taehyung.

"C'è qualcosa che non va?" chiede Taehyung, notando il modo in cui Jimin si gingilla col polsino del suo maglione.

"Sei preoccupato per Jungkook?"

Jimin pronuncia le parole in un soffio, senza incrociare gli occhi di Taehyung. La preoccupazione è così genuina che disperde la nuvola sopra la testa di Taehyung, rimpiazzandola con il calore dei giorni di sole. Fa segno a Jimin di seguirlo, perdendosi completamente il leggero rosa che fiorisce nelle guance dell'omega all'invito.

La camera è simile a quella personale di Jimin, sebbene un po' più vissuta. Le camicie di Taehyung sono sparpagliate ovunque, stropicciate sul pavimento o buttate sullo schienale dell'unica sedia nella stanza. Il letto è disfatto, gli strumenti per affilare i coltelli che si mischiano con alcune erbe a foglia larga in cima. Odora pesantemente di Taehyung, burroso e di dolce, proprio come Jimin si aspetterebbe che una casa profumi.

"Jimin."

Jimin sobbalza al richiamo di Taehyung, solo allora accorgendosi di rimanere incollato all'entrata della stanza. Fa un'inchino in tacita scusa, richiudendo la porta per poi dirigersi dove Taehyung lo sta attendendo. L'omega fa spazio affianco a sé nel letto, spingendo il disordine contro il muro.

Non appena Jimin si è sistemato, Taehyung si distende, riposando la testa sulle ginocchia di Jimin. Ci vuole circa un secondo a Jimin perché incominci a intrecciare le dita tra le ciocche brune, la dolcezza di Taehyung che pervade la stanza con ogni tocco. Jimin si chiede se l'altro omega riesca a sentire il suo cuore che batte nel petto.

"Sono preoccupato," conferma Taehyung. "Una guerra infuria là fuori e io non sono con Jungkook."

"Guerra."

"Guerra," accentua Taehyung. "So che l'alfa è lui. So che la natura l'ha fatto così che il suo corpo sia più forte del mio. Più veloce, più capace di resistere agli stenti. Ma all'interno, è ancora il mio fratellino e mi preoccupo."

"Ritornerà," Jimin patta il capo di Taehyung, in quello che spera essere un gesto di conforto.

"Sarei dovuto andare con lui," rimpiange Taehyung, risollevandosi dal grembo di Jimin per fissare il pavimento. "È tutta la famiglia che mi resta."

"Mi dispiace," proferisce Jimin, sia perché ci sta male per Taehyung sia perché si sente come se la colpa fosse sua.

Taehyung sospira, le dita che giocherellano con una foglia posta tra loro. Jimin vuole essere rassicurante. Vuole tirare fuori Taehyung dal malumore che gli attanaglia la mente. Ma la verità è, le cose non sono mai andate nella maniera giusta per Jimin, quindi l'ottimismo è un qualcosa che gli è difficile carpire. Per cui rimane silenzioso, mentre desidera di aver saputo di più sul mondo.

"Chissà di che cosa odori..." afferma Taehyung di punto in bianco e Jimin sobbalza quando sente l'omega che annusa al suo collo. "Scommetto che la tua scia è molto dolce...tipo mela. Quando mi presentai, Jungkook divenne quasi matto per quanto forte il mio odore era diventato" Taehyung ride placidamente al ricordo, dando a Jimin un po' di spazio. "Mi evitò per giorni, dicendo che puzzavo, che il suo naso era troppo sensibile. Allora mi rotolavo per le sue lenzuola solo per dargli fastidio...avrebbe pianto per ore, lamentandosi con mio papà."

Gli angoli della bocca di Jimin si sollevano in divertimento, cercando di far combaciare l'immagine di un ragazzino con l'alfa che conosce.

"Pensavo che agli alfa, emm...piacesse la scia degli omega?" commenta Jimin, contento di vedere il cambiamento nell'umore di Taehyung.

Taehyung pondera la domanda, flash di Seokjin che gli attraversano la mente.

"Gli alfa sono complicati a modo loro. Pensavo che Jungkook si sarebbe presentato come omega quando tutto ciò accade anni fa, ma guardalo ora..." Fa una pausa. "Immagino che le cose non siano così letterali come il Generale ha provato a farle sembrare. Siamo molto più della nostra classe, sai, esseri umani."

Jimin annuisce. Per lui, tutti quelli che non sono omega rappresentano ancora una minaccia. Taehyung patta la coscia di Jimin quando si rialza e Jimin lo segue con lo sguardo, un po' disorientato.

"Dove stai andando?"

"Devo fare una cosa ma...tu puoi stare qui quanto vuoi, okay?"

"Cosa?" gli sfugge a Jimin, una mano che attraversa il letto per afferrare un cuscino. "Cos'è che devi fare?"

Taehyung boccheggia. "Eh...solo...qualcosa."

Fa spallucce e lo saluta prima di uscire fuori. Jimin abbraccia il cuscino stretto al petto, sicuro che qualcosa significhi Seokjin.

The Omega Revolution [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora