"Mettiti un paio di jeans e una camicia bianca, così sarai elegante ma anche sportiva" mi consigliò Jo.
Se ve lo steste chiedendo, beh..sì, alla fine decisi di accettare il consiglio di Jo e Andrew. Lei contattò il manager della band per un colloquio di lavoro e proprio ora mi stavo preparando. Ovviamente la mia amica e Andrew mi avrebbero accompagnato.
Sentii comunque che sarebbe stato tutto uno spreco di tempo. Infatti, per telefono, Jo non informò il manager della mia età. Ero sicura che appena lo avesse scoperto mi avrebbe cacciata a calci in culo proprio, ma in fondo non mi costava nulla provarci. Inoltre era sabato, così non dovevo nemmeno preoccuparmi di andare a lezione."Leslie muoviti sono le 9:45, hai il colloquio tra 15 minuti!" urlò lei dal piano di sotto.
Finii di truccarmi, presi il telefono, la borsa, i documenti, la mia amata polaroid e la mia amata Canon e subito uscii di casa.
Andrew era già davanti casa mia. Prendemmo la mia macchina e partimmo."Sai, ti è andata di culo che il manager e la band si trovavano qui nei paraggi per una intervista radiofonica altrimenti saremmo dovuti andare fino a Los Angeles" disse Jo mentre guidava e rompendo il silenzio che si era creato.
"Secondo me è destino, insomma proprio quando decidiamo di fare il colloquio, loro sono in città...sai io penso che andrà bene Leslie" continuò lei.
Magari potessi essere positiva come lei, pensai. Mi sudavano le mani e sembrava avessi un tornado nella pancia.Dopo pochi minuti arrivammo all'indirizzo che ci era stato dato. Appena scesi, subito mi aggrappai al braccio di Andrew. Lui mi accolse abbracciandomi. Capì subito il mio stato d'animo.
"Cerca di fare del tuo meglio e vedrai che andrà tutto alla grande" mi disse lasciandomi un bacio sulla fronte. Io non dissi nulla, risposi solo abbracciandolo.Entrando in quell'edificio enorme vedemmo una ragazza che era alle prese con il computer e fogli sparsi in ogni dove.
"Salve, siamo cioè sono qui per il colloquio di lavoro con il manager dei 5 Seconds Of Summer" balbettai nervosa.
"Il tuo nome?"
"Leslie Clarke"
"Sì, accomodati pure qui. Ti vengo a chiamare appena i ragazzi sono liberi" mi rispose lei. Mi sedetti e controllai il telefono. Vidi una chiamata persa da mia mamma. L'avevo informata di tutto e probabilmente mi voleva augurare buona fortuna. L'avrei richiamata dopo.
"Ok puoi venire Leslie" mi informò la ragazza di prima.
"Ehm..scusi loro possono entrare vero?" chiesi titubante. Sembrava infantile ma avevo pur bisogno di un supporto morale. Non si trattava di un lavoretto senza conto. Qui si parlava di fare la fotografa per un gruppo di ragazzi che avrebbe viaggiato il mondo. Più ci pensavo e più mi sembrava un lavoro irraggiungibile. Insomma io? Perché dovevano scegliere me e non un fotografo professionista?
"Sì certo, venite pure" ci disse cordialmente. Ci fece entrare in una stanza enorme. Le pareti erano bianche , al centro vi era un pianoforte e dall'altra parte della stanza vi era un tavolo enorme."Il manager e i ragazzi stanno arrivando" ci informò ancora lei.
Appena la ragazza uscì ne approfittai per smorzare un po' la tensione. Mi avvicinai al piano e cominciai a toccare qualche tasto. Andrew si avvicinò a me vedendomi stranamente taciturna.
"Sei nervosa?" mi chiese accarezzandomi la schiena, gesto che lui era solito fare proprio in situazioni del genere.
"Beh un po'. So che non ho speranze ma...ecco una piccola parte di me spera di poter ottenere questo lavoro..." farfugliai io. Ma chi volevo prendere in giro?! Ero in ansia perché non ero pronta alla figura di merda che avrei dovuto affrontare a breve."Leslie quante volte ti ho detto che non devi sottovalutarti?! Sei una maga con la fotocamera! Mostraglielo e vedrai che otterrai questo lavoro" mi disse Andrew guardandomi dritto negli occhi. Non riuscii a formulare una risposta da dargli per quanto avessi la gola secca in quel momento.
"Quindi chi è Leslie?" Sentii una voce profonda pronunciare il mio nome. Doveva essere il manager. Mi alzai subito e mi precipitai a presentarmi.
"Sono io signore, Leslie Clarke"
L'uomo era abbastanza alto e dedussi che non poteva avere meno di quarant'anni. Lo vidi squadrarmi dalla testa ai piedi. Subito mi sentii in imbarazzo. Dietro di lui lo seguivano quattro ragazzi. 'Probabilmente i membri della band' pensai.
Cercai lo sguardo di Jo e la vidi persa a fissare i ragazzi. Ecco, iniziamo bene, pensai.
Andrew invece non faceva altro che tenermi la mano.
Tutti e cinque si andarono a sedere al grande tavolo e mi invitarono a farlo."Come mai quei due sono qui? Noi cerchiamo solo una persona da assumere, pensavo fosse chiaro" Certo che questo tipo era proprio bravo a mettere a proprio agio le persone. "Ehm sì, ecco loro mi hanno solo accompagnata..." farfugliai.
"Guarda che è solo un colloquio di lavoro, non stai mica andando al patibolo che hai bisogno degli amichetti" parlò uno dei due ragazzi biondi presenti nella stanza.
"Ashton!" lo richiamò il ragazzo moro seduto accanto a lui.
Come si permetteva di parlarmi così?! Avrei tanto voluto chiederglielo ma ero pur sempre ad un colloquio di lavoro e quindi cercai di non dare a vedere la mia rabbia nei suoi confronti.
Sentii Andrew stringermi la mano più forte. "Scusa?" mi rivolsi al tizio biondo con la bandana in testa.
"Sì, tranquilla, accetto le scuse"
Faceva sul serio?!
"Non ci fare caso. Ashton oggi ha avuto una brutta giornata" parlò di nuovo il moro.
"Non ti intromettere Calum" lo rimproverò stavolta il biondo.
"Sì, vabbè la finite di scannarvi? Ho un colloquio da fare e interessa anche voi" li rimbeccò il manager. Allora a qualcosa serviva quel tipo."Parliamo di cose serie, dimmi qualcosa di te Leslie" Sei nella merda, mi ricordò la mia coscienza. Non poteva andare meglio.
"Mi chiamo Leslie Clarke. Vivo a San Francisco da due anni. I miei abitano a Londra. Ho ottenuto una borsa di studio per venire a studiare qui" mi fermai e guardai Jo e Andrew che con lo sguardo mi incitavano a continuare.
"...e ho vent'anni..." proseguii io.
Il manager che prima stava sfogliando i documenti che gli avevo dato ora mi stava fissando con un sopracciglio alzato.
Pronta a correre via per la vergogna?
"Come vent'anni? L'annuncio era chiaro, mi pare. Cerchiamo gente al di sopra dei venticinque anni. Non si tratta di un gioco, signorina Clarke. E' un lavoro in piena regola" mi disse guardandomi dritto negli occhi.
Beccai il biondo di prima a ridere sotto ai baffi. Giuro che avrei potuto dargli un pugno se questo non fosse stato un colloquio di lavoro.
Mi girai e guardai allarmata Jo e Andrew. "Senta, è vero che forse può essere 'piccola' per questo lavoro ma mi creda non lo è. E' una maga con la macchina fotografica, le dia almeno una possibilità" arrivò Jo in mio soccorso. Sperai davvero che potesse almeno darmi un'opportunità. Poi davvero me ne sarei andata via e non mi avrebbe mai più rivista.Il manager chiese conferma con lo sguardo ai quattro ragazzi.
"Secondo me non è in grado..." Ed ecco che il biondo di prima parlò un'altra volta. Ma che problemi aveva?
"Ash diamole una possibilità almeno" gli suggerì l'altro biondo seduto accanto a lui. L'altro sbuffò e io lo guardai male. Per quale dannato motivo gli stavo già sulle palle?!
"Va bene. Allora vediamo che sai fare" finalmente il manager parlò.
"Scatta qualche foto alla stanza, al piano, non so vedi tu, basta che ci dai qualcosa di concreto da poter analizzare"
Non me lo feci dire due volte. Presi la mia adorata Canon e scattai qualche foto qua e là. Cambiai l'inquadratura e la luce per risaltare differenti oggetti.
Sentivo lo sguardo del manager e dei quattro tizi bruciarmi sulla schiena. Che disagio.
Non ci pensare e dimostra al biondo scassa palle e a compagnia bella che quel lavoro te lo meriti davvero."Ecco le foto" dissi appoggiando la mia Canon sul tavolo davanti a loro. Ne scattai sei. Il manager cominciò a guardarle e tutti e quattro i ragazzi si radunarono intorno a lui. "Leslie, possiamo discuterne un attimo da soli?" mi chiese il moro. Io mi affrettai ad annuire.
"Torniamo subito" E detto ciò si dileguarono. Jo e Andrew si avvicinarono a me, abbracciandomi. Io li guardai preoccupata. Chissà come poteva essere andata. Una cosa era certa, io avevo dato il massimo o almeno lo speravo.
"Siamo sicuri che non siano scappati per sempre?"Rieccomi!
Perdonate il mio immenso ritardo ma chi mi conosce sa che ho avuto tutta una serie di problemi che non mi hanno permesso di aggiornare :(
Comunque ora sono qui e spero davvero che qualcuno ancora voglia leggere la mia storia :)
Fatemi sapere che ne pensate e grazie immensamente per le 55 visualizzazioni, alla prossima 😘
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Photograph • Ashton Irwin
Fanfiction«Mi vuoi dire che ti prende?» mi chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, come se davvero gli importasse qualcosa. «Non ho nulla e poi a te non dovrebbe nemmeno importare» gli risposi sempre con quel tono scazzato, guardandolo di sottecchi. Al...