50. Lover Of Mine

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Dopo un buon quarto d'ora che io e i ragazzi avevamo passato a guardarci in faccia, ansiosi e felici come non mai allo stesso tempo, Anne Marie e i due fratelli di Ashton uscirono dalla stanza.
Notai Lauren asciugarsi in fretta gli occhi, segno che aveva appena pianto.
Anne Marie, invece, non si preoccupò di nascondere proprio nulla. Aveva un sorriso sornione sul volto e le lacrime che le scendevano copiose sulle guancie.

Io mi avvicinai di più a lei rispetto agli altri, non seppi nemmeno io perché, e, non appena la donna mi notò, mi disse sottovoce: "Non ha fatto altro che parlarmi di te Leslie, sta morendo dalla voglia di vederti" al che il mio cuore sembrò fare un milione di capovolte tutte insieme. Le sorrisi e mi permisi di abbracciarla un'altra volta.

"Ragazzi, entriamo?" domandò Michael con la mano già appoggiata sulla maniglia della porta. Io mi staccai da Anne Marie e annuii ai ragazzi. Avevo il cuore che mi stava letteralmente esplodendo per la gioia e per l'ansia. Prima di entrare, però, guardai un'ultima volta la madre e i fratelli di Ashton che si stavano allontanando per prendere l'ascensore. Interiormente non potei non sorridere.

Io fui l'ultima ad entrare nella stanza.
Chiusi la porta e quando mi girai notai i ragazzi riuniti attorno ad Ashton per abbracciarlo tutti insieme. Quella scena me la sarei ricordata per tutta la vita, ormai lo sapevo. Non erano semplici amici, i 5 Seconds Of Summer erano dei veri e propri fratelli. Quella ne era la prova.
Non volli disturbare nulla di quel momento, per quello decisi di stare un attimo in disparte e lasciare stare i ragazzi. Pensai che, forse, avrei fatto meglio a rimanere fuori e ad entrare dopo, ma ormai era fatta e uscire dalla stanza non mi sembrava proprio il caso.

"Allora? Come sta il nostro batterista preferito?" domandò Calum salutando Ash con un presa di mano.
"Smettila Cal, sai che sono l'unico batterista che abbiate mai conosciuto" lo prese in giro il biondo abbassando lo sguardo. Sembrava quasi come se Ashton si sentisse in imbarazzo in quella situazione. Mi si strinse il cuore al solo pensarci.
"Eddai, sono serio!" gli rispose, d'altro canto, sempre il moro.
"Sto bene...credo" Ashton parlò tentennando.
"Ti rimetterai al più presto e tornerai quello di prima" lo rassicurò Luke, al che Ashton non poté non rivolgergli un sorriso.
Dopo che parlò anche Michael, rivolgendo ad Ash parole di conforto e supporto, ci fu una pausa in cui nessuno disse più nulla.
I ragazzi abbassarono sicuramente lo sguardo un po' imbarazzati perché ormai li conoscevo. Durante quei momenti erano soliti guardare altrove o, più semplicemente, abbassare lo sguardo sulle loro mani.

"Leslie?" e poi, finalmente, il mio nome uscì dalla bocca di Ashton. I ragazzi si spostarono di lato per permettermi di guardare gli occhi verdi del biondo che, in quel momento, erano pieni di lacrime pronte a inondare le sue guance leggermente pallide. Per un attimo, mi parve di aver perso un battito. Avevo passato tutta la giornata a piangere temendo il peggio per lui e adesso Ashton era davanti a me che mi parlava e mi guardava e mi scrutava cercando di leggermi dentro, negli angoli più oscuri e nascosti della mia anima.
Non ero solo al settimo cielo di vederlo sveglio e lucido, ero anche tanto nervosa e sì, forse, anche un po' imbarazzata. Un po' come i ragazzi e lo stesso Ashton. Per quello, quando sentii il suo sguardo su di me, non potei non guardare per un attimo tutto tranne che lui. Mi tirai dietro all'orecchio destro una ciocca di capelli e mi avvicinai di più a lui.
Nel frattempo notai i ragazzi che si erano allontanati dal letto di Ash per lasciarci un po' più di 'spazio'.

Non mi sentii di dire nulla.
Probabilmente non riuscivo nemmeno a parlare. Eppure avrei voluto dirgli tante di quelle cose. Le parole non volevano lasciare la mia bocca a quanto pareva.
Ashton lo capì, ormai mi conosceva molto bene. Si limitò a tendermi la sua mano sul letto, gesto che mi fece completamente scoppiare il cuore. Non stavo realmente piangendo, però. Solo qualche lacrima ogni tanto decideva di scendere sul mio volto.
Appoggiai la mia mano sulla sua e sentii improvvisamente qualcosa, come se un'energia inspiegabile e invisibile stesse attraversando entrambi i nostri corpi cercando, in qualche modo, di unirli per sempre.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora