18. Complicated

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Il concerto a Londra fu un vero successone. Dopo essersi esibiti, i ragazzi rimasero sul palco a rispondere a delle domande che le fan gli avevano fatto su Twitter.
La cosa fu organizzata con BBC Radio 1, quindi una ragazza, un'intervistatrice per l'esattezza, si trovava seduta insieme ai ragazzi sul palco per fargli le domande. Erano più che altro domande che riguardavano il nuovo album e, di conseguenza, le nuove canzoni.
Ma proprio quando pensavo che la prossima fosse una domanda simile alle altre, mi dovetti ricredere.

"@lovelukeismypenguin chiede: 'Ashton, come mai sminuisci la vostra fotografa? Tutto il fandom ha visto le sue foto e tutte pensiamo che sia bravissima'"

"Oh" fu ciò che rispose il riccio.
Certo, non se l'aspettava una domanda del genere e, onestamente, nemmeno io me la sarei mai aspettata.
Proprio quando volevo essere tenuta fuori, venivo ritirata dentro per l'ennesima volta.

Io, che mi trovavo dietro ai ragazzi e stavo ascoltando tutta l'intervista, mi irrigidii, soprattutto perché tutti gli occhi delle ragazze presenti al concerto si puntarono su di me, ma non erano loro che mi preoccupavano.
Il problema era Ashton che si era voltato a fissarmi con lo sguardo basso, quasi con aria mortificata.

Aspetta, Ashton mortificato? Impossibile.

Pensai di essere addirittura arrossita, ma per fortuna le luci, tra l'altro rosse, che illuminavano il palco in quel momento, riuscirono a camuffare il mio imbarazzo.

"Beh, sì...forse non avrei dovuto giudicarla in quel modo" ammise il biondo, sempre continuando a guardarmi dritto negli occhi, cosa che mi mise ancora più in soggezione. Erano loro la band, erano loro i famosi.
Io non c'entravo proprio nulla, non volevo stare al centro dell'attenzione.

Deglutii forse un po' troppo rumorosamente perché beccai Luke e Mike a ridacchiare, probabilmente per il mio nervosismo.
Solo dopo realizzai cosa avesse detto Ashton alla ragazza.

Aveva sbagliato a giudicarmi in quel modo? Sì, certo, e poi ti insulta.
Lui e il suo bipolarismo del cazzo, pensai.

Ma è proprio quando pensi che le cose non sarebbero potute andare peggio che le cose andranno sicuramente peggio.

"Leslie giusto? Puoi avvicinarti?" mi domandò la ragazza che all'inizio non sapeva come mi chiamassi.
Ma era matta?
Guardai l'uscita del palco e trovai il manager che mi stava indicando con lo sguardo di avanzare sul palco.
Tutti gli occhi erano puntati su di me.
Che situazione imbarazzante.

Incerta, mi avvicinai, stringendo sempre più forte tra le mie mani la Canon che avevo legato al collo. Non dissi nulla appena mi fermai a due passi dalla ragazza, sperai che parlasse lei.

"Come vanno i rapporti con i ragazzi?" mi chiese con un sorriso felice stampato in faccia e io non seppi cosa dire.

Adoro tutti tranne Ashton perché mi ha trattata di merda fin dall'inizio, dubitando della mia bravura e...oh sì, anche perché è bipolare a livelli estremi.

Beh, non sarebbe stato male rispondere così. In fondo, Ashton, in Italia, aveva affermato che non fossi una brava fotografa , quindi mi sarei anche potuta vendicare, ma poi mi ricordai del manager e di tutto ciò che mi aveva detto nei giorni passati e quindi mi morsi la lingua per rimanere zitta.

"Mi trovo molto bene" risposi alla fine guardando con un sorriso i ragazzi che ricambiarono. Poi passai il mio sguardo ad Ashton. Stava sorridendo tranquillo, ma non uno di quei sorrisi arroganti o strafottenti. Era un sorriso genuino. Quel ragazzo riusciva a destabilizzarmi con poco.

Dopo altre due domande sul tour e sulle mie foto, finalmente la serata terminò.
Mi andai a sedere sull'altro divanetto di pelle che si trovava nel corridoio dove c'erano i camerini e controllai il telefono.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora