31. Broken

497 33 51
                                    

'Mai ubriacarsi da soli'?
Ma era serio?

"Ashton, davvero, io non so cosa cazzo tu ci faccia qui, come cazzo tu abbia fatto a trovarmi, ma, credimi, non sono in vena. Lasciami da sola. Ho bisogno di riflettere" parlai chiaro io e lui sembrò essere molto interessato a ciò che gli stavo dicendo poiché lo vidi annuire tutto il tempo, ma sentivo che, in realtà, mi stesse solo prendendo in giro.
"Certo Leslie, però lascia che ti dica alcune cose. Primo: modera il linguaggio perché sono venuto qui solo per aiutarti, visto che te lo devo dopo ciò che hai fatto tu per il sottoscritto, secondo: tu non stavi pensando, ma stavi rimuginando su qualcosa che ti ha fatta soffrire perché sennò non mi spiego come tu abbia avuto il coraggio di venire in questo pub a quest'ora della sera a ubriacarti" parlò stavolta lui e io decisi che gli avrei lasciato dire tutto quello che voleva, non avevo intenzione di ribattere. Volevo solo che se ne andasse e che mi lasciasse nel mio dolore.

"Tu non sei così" aggiunse dopo poco, guardandomi dritto negli occhi in una maniera così fredda e quasi delusa che percepii quel suo sguardo dritto dentro. Ecco perché non volevo discuterne con lui, perché mi avrebbe fatta sentire peggio. Le sue parole mi avrebbero fatta soffrire solo di più e non era ciò di cui avevo bisogno. Volevo stare bene, ritornare la Leslie di prima, quella sorridente e fiduciosa che le cose sarebbero andate nel verso giusto.

"Tu non potresti mai capire" risi amaramente io, ordinando un altro bicchiere di whiskey.
"Ne sei convinta?" mi chiese lui, alzando un sopracciglio come a farmi capire che stessi pensando una completa stronzata.
"Certo che ne sono convinta Ashton e non guardarmi più con quell'espressione, mi irrita più di quanto non lo sia già" lo avvertii io, guardandolo storto.
"Nessuno meglio di me riuscirebbe a capirti in questo momento" commentò lui, fermando un cameriere per ordinare anche lui una bottiglia di Corona. Io evitai di rispondergli e lo guardai disgustata.

"Come fai a prenderti una Corona dopo che ti sei sgolato il mio whiskey? Che schifo"
"Cosa vuoi saperne tu?" mi prese in giro lui, sorridendo. Io abbassai lo sguardo sulle mie mani che giocherellavano con il bicchiere vuoto.

"Mi vuoi dire che ti prende?" mi chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, come se davvero gli importasse qualcosa.
"Non ho nulla e poi a te non dovrebbe nemmeno importare" gli risposi sempre con quel tono scazzato, guardandolo di sottecchi. Alzai lo sguardo su di lui, aspettandomi di ritrovare sul suo volto un'espressione incazzata e invece no. Mi sorprese il fatto che il mio tono e il modo in cui mi stessi comportando con lui in quel momento non lo scomponessero di un centimetro.
"Ma stai morendo dalla voglia di parlarmene" ribattè lui ovvio e giurai di volergli quasi tirare un pugno. Era da tanto che quel suo sorrisetto sfacciato non compariva sul suo volto.

Perché all'improvviso gli importava così tanto di me? Perché non poteva passarci sopra?
Lui non era tenuto ad aiutarmi.
Lui non era tenuto a fare proprio niente.

"Leslie, non sono lo stronzo che credi che io sia in questo momento" continuò lui. "So che stai di merda ora perché io ci sono passato e se vuoi parlarmene-"
"L'amore fa schifo, Ash" lo interruppi io. Lo vidi sbarrare gli occhi, forse sorpreso per la mia affermazione o forse perché quella fu la prima volta che lo chiamai così.
Continuava ad essere così pressante quindi tanto valeva accontentarlo. Almeno, mi avrebbe lasciata stare dopo. O, se non altro, lo speravo.
"Sì, forse hai ragione, ma se non ci innamorassimo allora sì che la vita farebbe schifo, non credi?" mi fece notare lui, bevendo un sorso della Corona che, nel frattempo, il cameriere gli aveva portato.

"Aspetta, aspetta" lo fermai io. "Tu non eri quello che pensava che l'amore fosse solo sofferenza?" gli domandai, prendendolo in contropiede, cosa che fece sorridere vittoriosa la me interiore.
"Sì, ma... non lo so. L'amore è fondamentale nella vita. E' vero che porta dolore e depressione, però ti fa anche sentire al settimo cielo e ti fa scordare i problemi" parlò lui con uno sguardo perso. "Capisci cosa intendo?" mi chiese dopo.
"Sì, capisco che sei una persona tremendamente indecisa" gli risposi tutta convinta, bevendo un sorso dell'altro bicchiere di whiskey che, nel mentre, mi era arrivato.
"Oh andiamo, sai cosa intendo" si lamentò lui e io scossi la testa per stuzzicarlo, cosa che mi riuscì bene dato che lo vidi alzare gli occhi al cielo, sbuffando. Io non potei non ridere.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora