21. Stressed Out

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"Comunque c'è una cosa che non ti ho ancora chiesto da quando sei tornata a casa..." esordì la mia migliore amica con lo sguardo basso.
"Di che si tratta?" le chiesi io curiosa.
"Hai presente l'altro biondo nella band? Cioè non Ashton, ma l'altro"

Oh no.

"Sì, ci ho trascorso due settimane con loro, se ancora non ti fosse chiaro Jo" scherzai io, sapendo già dove volesse andare a parare. "Ecco, volevo sapere... è per caso fidanzato?"

Ci avrei scommesso che me lo avrebbe chiesto. Era sempre la solita, pensai.

Era passata esattamente una settimana da quando il tour europeo dei 5 Seconds Of Summer era terminato e, di conseguenza, da quando io ero tornata a San Francisco.

La mia vita era ripresa quasi come se non avessi mai passato due settimane in tour con una band famosa.

Era assurdo.

Per i primi due giorni, sentii nostalgia dei ritardi fatti in aeroporto, del jet lag che non mi fece riposare a pieno e anche delle litigate fatte con il manager e con Ashton.
Mi mancò tutto ciò. Ormai, era chiaro come il sole che volessi quel lavoro. Se il manager me lo avesse dato, non avrei rimpianto nulla.

Fu molto difficile anche riprendere le lezioni all'università. Rividi un po' di persone e parlai con i miei prof per approfondire la questione 'esami'.
Sicuramente, fu quella la parte più complicata di tutte,  dare gli esami.
Dovevo darne tre, di cui due li avevo già dati nella settimana appena trascorsa. Non presi di certo il massimo, ma, dopo aver studiato tutto all'ultimo, anche un diciotto sarebbe stato più che sufficiente.

"Ehi? Mi stai ascoltando?" mi domandò Jo, sventolandomi la mano davanti alla faccia. "Sì, stavamo parlando di Luke no?"
"Ha davvero un bel nome" commentò lei con fare sdolcinato. Io mi passai le mani sulla faccia, come a voler scomparire per un attimo dal mondo e dalla mia vita reale.

Ero non stressata, di più. Non avevo fatto altro che studiare, cosa che considerai peggiore delle ore di sonno perse a causa del jet lag. Avrò dormito, sì e no, una decina di ore negli ultimi giorni. Ancora non riuscivo a credere a come avessi fatto a superare quegli esami.

"So che ti stresso con questa storia di Luke, ma dimmi solo se ha la ragazza" mi pregò Jo, tenendo la sua tazza di cioccolata calda tra le mani. Io avevo optato per un tè.
"Non sei tu che mi stressi" rassicurai la mia migliore amica che sospirò, bevendo un sorso della sua bevanda. "Il fatto è che non mi sono fermata nemmeno un secondo in quest'ultima settimana. Sento di star per scoppiare. Hai presente il timer di una bomba? Ecco, il mio timer si sta avvicinando velocemente allo zero" e stavolta fu il mio turno di sospirare.

"Mi dispiace un sacco per te Leslie, ma comunque guarda il lato positivo! Gli esami non sono andati male no?" cercò di tirarmi su di morale lei.
"Già... ma il vero problema è l'esame di linguistica e didattica delle lingue moderne" ci tenni a precisare io, sentendo già la testa pesante a causa del troppo studio.

"Ho sentito di una ragazza che lo ha fatto e ha detto che è stato una passeggiata, quindi stai tranquilla e piuttosto pensa a riposarti per qualche giorno perché ne hai davvero bisogno" si preoccupò lei passandomi una mano sulla schiena mentre andava a posare la sua tazza nel lavandino.
"Lo spero tanto" commentai io, guardando i miei appunti e non leggendo altro che parole strane.

"E poi... tra qualche giorno è il tuo compleanno" aggiunse Jo, guardandomi innocentemente, cosa che mi fece capire chiaramente le sue intenzioni.
"Non ci provare" l'avvertii io, finendo l'ultimo sorso di tè rimastomi.
"Non so di cosa tu stia parlando" continuò lei sempre con quello sguardo che non fece altro che farmi disperare di più.
"Oh invece sai benissimo di cosa parlo Jo e, credimi, stavolta non scherzo" ripetei più seria.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora