13. Happier

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"Leslie? Leslie, perché cazzo non ti svegli?" "Leslie, per favore, è urgente"

Stavo sognando gente che urlava il mio nome per caso?

Stropicciai i miei occhi e vidi che la stanza dell'albergo era ancora abbastanza buia.
Ma che cazzo?

"Ti sei svegliata? Minchia, era ora"
Chi era il rincoglionito che si azzardava a svegliarmi alle-, ok non sapevo che ore fossero, ma ero certa fosse troppo presto.

"Dai Leslie connettiti, devo farti vedere una cosa assolutamente assurda!" Riconobbi dopo la voce.
Era Calum.
Aspetta, Calum in camera mia?
Mi misi seduta sul letto e cercai di mettere a fuoco la sua immagine.
"Come hai fatto a entrare?" fu l'unica cosa che gli chiesi anche se avevo un sacco di domande da fargli ed era prima mattina. Direi che la giornata stava partendo bene, anzi benissimo.

"Ash ha lasciato la porta aperta" si giustificò lui facendo spallucce.
Cercai di guardarlo in faccia ma i miei occhi continuavano a chiudersi per il sonno e la stanchezza.
Io e Ashton eravamo rimasti svegli fino alle cinque del mattino. O almeno io, perché poi crollai appena toccai di nuovo il cuscino.

"Leslie non ti starai riaddormentando vero?" mi chiese il moro, no anzi mi gridò lui addosso scuotendomi dalle spalle.
Ma che problemi aveva?
"Che ore sono Calum?" gli domandai io irritata. Sì, perché di prima mattina nessuno doveva rompermi le palle finché non mi ero svegliata completamente.
"Sono le sette e mezza, perché?"
Ok, adesso lo strangolavo.

"Fammi capire" cominciai a parlare io strofinandomi la faccia. "Tu sei venuto in camera mia, mi hai svegliata e sono le sette e mezza di mattina giusto?"
Lui annuì tranquillo.
Per quanto mi fossi affezionata a Calum, avrei tanto voluto spaccargli una padella in testa in quel momento. Quella notte avevo dormito, sì e no, tre ore. Il mio corpo necessitava di riposo dopo la nottata passata a parlare con il biondo.
Cercai di calmarmi e di capire che cazzo ci facesse il moro davanti a me, a quell'ora specialmente.

"Hai delle occhiaie da paura Leslie" se ne uscì ad un tratto lui.
"Ma no, non mi dire? Sai non ho dormito un cazzo stanotte e tu mi stai svegliando tipo un'ora prima di quando effettivamente mi dovrei svegliare" gli risposi sarcastica.
"Te lo avevo detto io che Ashton non ti avrebbe fatta dormire"
"Non è stata colpa sua"

Per qualche strano motivo non me la sentii di dare la colpa ad Ashton. Certo, era vero che mi fossi svegliata anche a causa sua, ma dopo quello che mi aveva raccontato non me la sentii di addossargli altre colpe. Aveva già troppi bagagli sulle spalle.

"Davvero? Non è stato lui a tenerti sveglia?" Io scossi la testa e mi alzai. Andai ad aprire la finestra per far entrare un po' di luce, tanto ormai non sarei più riuscita ad addormentarmi.
"Beh allora questa sarebbe una delle prime notti in cui Ashton avrebbe davvero dormito" rifletté Calum guardandomi sconvolto.

"Che cosa volevi dirmi?" gli chiesi io impaziente. Tanto valeva saperlo, ma giurai che se fosse stata una cazzata, oltre ad andare a procurarmi una padella per sbattergliela con forza in testa, lo avrei cacciato a calci in culo dalla mia camera.
Mi dispiace Calum, ma la mattina sono peggio di una ragazza col ciclo.

Il moro sembrò rinsavire appena gli feci la domanda e mi sorrise a trentadue denti. Ok, non lo avevo mai visto così felice.
"Vieni con me" mi disse semplicemente prima di prendermi dal polso.
"No aspetta Cal, sono in pigiama" protestai io. Non potevo camminare per l'hotel in quel modo. La gente mi avrebbe scambiata per una psicopatica. Notai che però anche il moro era in tuta. Dove voleva andare?
"Tranquilla, ti sto solo portando in camera di Michael"
Eh?

"Ecco, lo vedi anche tu? Dimmi che lo vedi anche tu" mi supplicò lui appena entrammo e io lo guardai come se fosse un visionario.
In camera di Mike vidi solo lui e Ashton che erano davanti ad un computer.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora