Dopo aver cantato altre tre volte (perché alla fine, dopo che Ashton mi chiese di cantare con lui 'Bad Romance', sia io che i ragazzi ci lasciammo prendere dal momento e andammo avanti a cantare anche 'Poker Face' e 'You And I'), Luke chiamò Dave per portarci all'hotel.
Non capii a che ora uscimmo dal locale, ma comunque doveva essere tardi.
Io avevo anche esagerato con la vodka, infatti tra le ultime due canzoni presi un altro shot e, per quello, pensai di essermi addormentata sul van. Quando mi svegliai, notai i raggi del sole che, nonostante le tende, già illuminavano la stanza dell'hotel. Mi girai e notai Ashton steso sul suo letto che contemplava il soffitto."Buongiorno" parlò lui, accorgendosi evidentemente che lo stessi fissando. La sua voce era ancora impastata di sonno. Io ricambiai il saluto e lo imitai. Mi sdraiai sulla schiena e iniziai a fissare il soffitto bianco.
Improvvisamente pensai al fatto che non mi fosse suonata la sveglia e che quindi non sapessi nemmeno che ore fossero."Oh merda" imprecai sottovoce, cercando il mio telefono per guardare l'ora.
"Sono le undici passate" mi precedette Ashton.
"Come le undici? Cristo il manager ci ucciderà tutti!" mi impanicai sempre di più, ma il biondo mi rassicurò.
"Oggi non dobbiamo alzarci presto. E' il nostro giorno libero"
Ah.
"Pensavo che il manager ti avesse avvertita" rise lui, vedendo la mia faccia chiaramente sollevata. Io scossi la testa e mi sdraiai nuovamente."A che ora siamo rientrati stanotte?" gli domandai io curiosa.
"Se non sbaglio erano le due meno un quarto" mi rispose lui. "Ma saremo arrivati in hotel alle tre passate poiché qualcuno ieri sera ha alzato un po' il gomito e quindi è stato più lungo e difficile portarlo fino in camera" continuò lui con un sorriso divertito sul volto, lanciandomi una frecciatina. Io mi vergognai come non mai.Come tutte le ventenni del mondo, anch'io a volte esageravo con l'alcol, ma quelle poche volte che capitava ero a casa e con la mia migliore amica, non dall'altra parte del paese e con quattro ragazzi famosi.
"Mi dispiace, davvero. E' che non so cosa mi sia preso. Di solito non esagero, cioè lo faccio dopo che passo gli esami per festeggiare la cosa, ma nulla di più" mi scusai, mettendomi seduta e guardando tutto tranne il viso di Ashton. Ero sicuramente diventata un pomodoro per quanto ero rossa.
Sperai che non se ne fosse accorto."Stai tranquilla. Sai quante volte succede tra di noi? E' nostro compito sostenere gli altri durante le sbronze" raccontò lui con un tono tra il serio e l'ironico.
"Non lo metto in dubbio, ma ecco... immagino che riuscire a trascinarmi fino in camera non sia stato facile"
"Nah, ho solo fatto pesi e, credimi, che non mi ha fatto altro che bene visto che non ho mai tempo di andare in palestra" continuò lui, alzandosi per andare ad aprire le tende e far entrare più luce.
"In che senso?" gli domandai d'altro canto io un po' confusa.Ok che per trascinarmi in camera ci voleva un po' di forza, ma da lì ad arrivare a dire addirittura che era stato come fare pesi in palestra ce ne voleva, no?
"Non sto dicendo che tu sia pesante" commentò lui, muovendosi per la stanza. "Ma non sono solito portare qualcuno in braccio quindi-"
Come, come, come?
"Mi hai portato in braccio fino in camera?" quasi gridai.
"Sì, perché?" rise lui, vedendo la mia espressione sorpresa.
Dio, che imbarazzo.
"Non-, sì insomma, non dovevi. Bastava che mi svegliassi e mi sarei fatta le scale, cioè ce la facevo comunque anche se-" balbettai io, chiaramente a disagio e per la seconda volta quella mattina arrossii e volli sparire dalla camera per sotterrarmi."Ehi, calmati" mi interruppe lui, usando quel suo tono gentile. "Non è stato un problema perché ho preso l'ascensore e poi, credimi, svegliare una persona ubriaca è peggio che portarsela in braccio in camera" scherzò lui, guardandomi mentre aveva in mano un paio di skinny neri e una maglia dei Pink Floyd.
"Grazie" riuscii semplicemente a dire io, grattandomi il collo imbarazzata.
"Figurati, comunque ti conviene guardare i messaggi. Il manager ha inviato il programma di oggi sul nostro gruppo" mi avvisò lui per poi chiudersi in bagno.
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Photograph • Ashton Irwin
Fanfiction«Mi vuoi dire che ti prende?» mi chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, come se davvero gli importasse qualcosa. «Non ho nulla e poi a te non dovrebbe nemmeno importare» gli risposi sempre con quel tono scazzato, guardandolo di sottecchi. Al...