34. Memories

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"Leslie"
"Cosa vuoi?" sputai acida più che mai. Io davvero non riuscivo a crederci.
"Come stai?" mi chiese lui come se non fosse mai successo nulla tra di noi. Io scossi la testa e presi un respiro profondo.
Non volevo piangere cazzo, non potevo più piangere a causa sua. La stavo superando, ci stavo provando per lo meno.
Perché doveva piombare nella mia vita di nuovo e mandare a puttane tutto quanto?!
Per quale cazzo di motivo?!

"Ok, è comprensibile che tu non mi voglia rispondere, ma c'è un motivo se ti ho chiamata" Non ne avevo dubbi.
Io continuai a rimanere muta per tutto il tempo. Non meritava nemmeno che gli avessi risposto. Poi perché mi stava chiamando con il cellulare della mia migliore amica?
"Perché hai il telefono di Jo?" gli domandai con un tono che faceva trasparire sia disprezzo che preoccupazione. Dopo averlo sentito urlarmi addosso non mi avrebbe più sorpreso nulla da parte sua, anzi, lo credevo capace di qualsiasi cosa.

"Sapevo che se ti avessi chiamata con il mio telefono non mi avresti risposto" mi spiegò lui sospirando alla fine.
"Beh, hai perso tempo Andrew" e pronunciare il suo nome dopo dei giorni mi fece venire subito una fitta all'altezza del petto.
"Perché non ho voglia di sentire la tua voce e di sentire ciò che vuoi dirmi, quindi vedi di ridare il telefono alla mia migliore amica e di lasciare stare anche lei" gli ordinai io con il tono di voce più fermo che potessi tirare fuori.
Fui sorpresa da me stessa.

Pensavo sarei crollata subito a sentirlo parlare e invece, a parte i primi secondi, l'unica cosa che volevo fare era urlargli addosso, ma non lo feci. Io ero superiore a lui e, di certo, non mi sarei abbassata al suo livello.

"Hai tutte le ragioni del mondo a non volermi sentire, ma ti sto pregando Leslie. Davvero, permettimi di spiegarti com'è andata davvero e poi potrai veramente chiudermi il telefono in faccia e non sentirmi mai più nella tua vita" Non riuscivo a credere fino a che punto si stesse spingendo pur di vedermi cadere di nuovo per lui. Non bastava cos'avesse già fatto?

"Non ti darò questa soddisfazione. Non hai bisogno di spiegarmi proprio nulla, in fondo, quella che qui ha sbagliato sono io, no? Non avrei mai dovuto permetterti di entrare nella mia vita e di stravolgerla perché tu non mi meriti. Ho buttato un fottuto anno della mia vita dietro a te e tu mi hai ripagato andando a scoparti un'altra ragazza sapendo che io non ero al tuo fianco solo perché stavo lavorando. SI', Andrew, anche se ti fa strano, viaggiare con una band è un lavoro per me e non sempre un divertimento. Anche io ho avuto i miei fottuti problemi e io non ho mai tradito la tua fiducia" Più andavo avanti e più la voce cominciava a incrinarmisi.

In quel momento non avevo più voglia di urlare addosso a Andrew tutta la mia rabbia repressa, in quel momento volevo solo piangere anche se una parte di me non voleva farlo perché sapeva che avrebbe solo peggiorato le cose.

"Io non ti ho tradita Leslie"
Come poteva essere così falso? Come potevo aver amato una persona del genere?
"No certo" risi amaramente io asciugandomi subito una lacrima che mi era scivolata sulla guancia. "Mi fai ribrezzo Andrew, davvero. Non provare a richiamarmi" conclusi la telefonata io senza lasciargli il tempo di assimilare le mie parole.

"Ehi Leslie, che succede?" mi domandò Ashton avvicinandosi a me e appoggiando una mano sulla mia spalla. Io gli sorrisi sospirando.
"Nulla, davvero" scossi la testa ed era chiaro che avesse capito che quello che mi aveva contattato era stato proprio Andrew, ma non mi disse nulla e gliene fui più che grata.
"Ok... allora se vuoi puoi darci una mano a ritirare la roba" mi invitò lui con un sorriso molto gentile in volto e io non potei non rifiutare.

Tornammo in hotel che erano le due e mezza del mattino e, tra una cosa e l'altra, io finii per addormentarmi un'ora dopo. Continuai per tutta la notte a rigirarmi nel letto e guardare un po' la luce della luna che si rifletteva sulla finestra e un po' il soffitto immacolato. Pensai a tutto quanto. Nella mia testa non c'era solo lui, c'erano un sacco di situazioni, parole e persone. Mi rodeva il fatto che non fossi riuscita a godermi come avrei dovuto il risultato del video dei ragazzi.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora