38. Seattle

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Seattle sarebbe stata la nostra ultima tappa. Con quella il Meet You There Tour si sarebbe concluso e io sarei tornata a casa, o almeno era quello che mi aspettavo succedesse.
Il manager non mi aveva ancora detto nulla al riguardo, ma sapevo che, una volta finito il tour, sarebbe finito anche il mio tempo con i ragazzi. Sarebbe stata davvero dura ritornare a casa. Ormai mi ero affezionata a loro e viaggiare, anche se aveva i suoi lati negativi, mi piaceva più di ogni altra cosa al mondo.

"Sai dove è andato il manager?" mi domandò un Calum alle prese con il suo basso.
"Penso stia parlando con qualcuno sul palco" gli indicai e lui mi ringraziò subito.

Quel giorno non erano previste interviste né video, però il manager era stato informato di un problema al locale dove i ragazzi si sarebbero esibiti quindi, appena arrivammo a Seattle, andammo sul posto per risolvere qualsiasi fosse stato il problema.

Io avevo un po' di lavoro arretrato.
La realizzazione del video di Lie To Me mi aveva portato via molto tempo e, di conseguenza, mi erano rimasti ben tre video da editare e pubblicare il prima possibile. Avrei potuto fare indubbiamente molto di più a Los Angeles durante i giorni di riposo, ma me ne scordai completamente.
Stare a casa con Ashton mi distraeva fin troppo. Ashton ti distraeva troppo.
Già, la mia coscienza non aveva torto.
La cosa peggiorò dopo la sua festa, ma cercai di non pensarci più.

Così, appena arrivammo, io ne approfittai per sedermi su uno di quei divani in pelle nera presenti nei camerini dei ragazzi, tanto loro avevano da fare con gli strumenti e il manager. Io non ero richiesta, perciò recuperai dalla mia borsa il mio pc e cominciai a rivedere i video girati, compreso quello in cui i ragazzi cantarono San Francisco.
Quello decisi che sarebbe stato il primo video che avrei pubblicato sul canale dei 5 Seconds Of Summer. Presi anche il mio telefono e aprii Spotify per ascoltare la mia fidata playlist. Ero solita ascoltarla quando mi dovevo occupare di foto e video per il manager. Era incredibile come riuscissi a concentrarmi solo con la musica.

Sapevo che se avessi detto al manager che ero solita montare i video ascoltando la musica mi avrebbe subito fatto una sfuriata, ma ormai sapevo come andavano montati i video e, inoltre, i sottotitoli che ero abituata a mettere me li ero già segnata da parte.

Sorrisi quando mi partì Ghost Of You dei ragazzi. Cominciai a canticchiarla mentre aspettavo che il video si caricasse.
Ormai quella canzone mi era entrata nelle ossa per quanto l'avessi ascoltata nell'ultimo periodo, precisamente dopo la rottura con Andrew. Mi creai una playlist con sole canzoni tristi e deprimenti. Mi aiutavano un po' a sfogare il dolore che avevo provato all'inizio. Poi, avevo deciso di lasciarla stare per un po', ma ogni volta che risentivo Ghost Of You avevo un colpo al cuore.

Mi ricordavo perfettamente della prima volta in cui Michael, insieme ai ragazzi, mi parlò del suo significato e di quanto dolore ci fosse dentro.

Feci una pausa una volta montato il primo video. Controllai il telefono e chiamate varie e poi ritornai a concentrarmi.

"Cosa stai ascoltando?" mi domandò Ashton facendomi letteralmente saltare dalla paura.
Il divano era girato al contrario rispetto alla porta e con gli auricolari ovviamente non avevo avuto modo di sentirlo entrare.
"Uuu. Nightmare di Halsey. Davvero una bella scelta" commentò ascoltando qualche secondo della canzone che era partita dalla mia playlist visto che mi aveva tolto una cuffietta.
"La conosci?" gli domandai forse un po' sorpresa. Nemmeno la mia migliore amica conosceva Halsey a momenti. Sapeva della sua esistenza solo perché gliel'avevo nominata tipo un milione di volte.

Halsey era un po' il mio spirito guida. La adoravo come cantante, ma, soprattutto, come persona e sapere che Ashton la conoscesse e ascoltasse mi riempiva il cuore di gioia.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora