"Andrew mi manchi tantissimo" risposi subito io.
"Anche tu Leslie, non immagini quanto"
Era un giorno che non sentivo la sua voce e sentivo fossero passati letteralmente anni. All'improvviso mi tornò in mente Ashton. Se a me mancava così tanto Andrew dopo essere stata lontana da lui solo un giorno, non osavo immaginare lui che si era lasciato con la sua ragazza. Aspetta perché stavo pensando a lui proprio in quel momento?!
Mi diedi uno schiaffo mentalmente."Leslie? Tutto bene? Perché sennò prendo il primo aereo per Stoccolma e vengo a prenderti ora stesso" Quanto avrei potuto amarlo?
"E' per quell'Ashton? Che cazzo ti ha fatto? Si è avvicinato a te? Ti ha messo le mani addosso? Leslie?"
"Andrew, per favore calmati. Non è successo proprio nulla. Certo, litighiamo perché è proprio un rompipalle ma puoi stare tranquillo" Andrew a volte sapeva proprio comportarsi come un genitore e quella era una delle sue qualità migliori. Il fatto che mi vedesse quasi come la sua bambina che doveva accudire e proteggere era una sensazione indescrivibile. Mi faceva sentire importante con poco.
"Ne sei sicura? Ti sento strana..."
"Sto bene Andrew, credimi... E' che mi manchi e anche Jo. A proposito, salutamela tanto"
"Ovvio, comunque anche tu ci manchi tanto... specialmente a me"
Sorrisi come un'ebete a sentirlo dire quelle cose. Ero davvero innamorata di lui.
Dopo poco ci salutammo. In fondo c'era il fuso orario e non avevo idea di che ore fossero a San Francisco. Feci per entrare di nuovo nel locale quando lo sentii parlare."Sai che siete patetici?"
Ormai potevo riconoscere la sua voce anche a miglia di distanza. Ma perché doveva immischiarsi sempre quel ragazzo?! Ma poi perché dovevo ritrovarmelo sempre dietro? Sembrava avessi una calamita attaccata alla schiena così da attirarlo sempre a me.
"Mi stavi spiando per caso?" gli chiesi alzando un sopracciglio.
"Figurati. Mi stavo solo fumando una sigaretta se non l'avessi notato" No infatti, non l'avevo proprio vista.
"Fumi?" gli chiesi semplicemente. Magari avremmo potuto intrattenere una conversazione pacifica, ma, come mio solito, mi sbagliai.
"Se ho una sigaretta in mano tu che dici? Comunque sul serio, siete patetici. Sembra che siano secoli che non vi vediate e già non fate altro che dirvi che vi mancate. Bleah" Leslie respira, calmati e formula una risposta di senso compiuto.
"Senti chi parla"
"Come scusa?"
"Sei tu il primo che se la prende con persone a caso solo perché si è lasciato con la propria ragazza"
Solo dopo mi accorsi di avergli spifferato quello che mi aveva raccontato Luke sull'aereo. Merda.
"E tu come lo sai questo? Chi cazzo te lo ha detto?" mi chiese con una luce strana negli occhi. Era davvero spaventoso vederlo così. Sei tu che lo hai provocato. COSA?! IO?! Ma se era stato lui a cominciare. Stupida coscienza."Leslie chi te lo ha detto?" ripeté più nervoso di prima.
Cominciai a pensare a come sviare il discorso. Cosa alquanto impossibile. Perché gli importava così tanto? Tanto lo avrei scoperto comunque più avanti. Se ancora non lo sapesse sarei dovuta stare con loro ventiquattro ore su ventiquattro, tutti i giorni per le prossime due settimane."E' stato Luke vero? Certo, me lo sarei dovuto aspettare da quel bastardo" disse lui buttando fuori il fumo che aveva inspirato.
"Sai che non è carino il fatto che tu insulti i tuoi amici? Luke non ha proprio fatto nulla di male" Cercai di difendere Luke per quanto potessi ma ormai sapevo che il danno era fatto.
Si avvicinò a me fulminandomi con lo sguardo. Menomale che fuori dal locale non c'era nessuno, pensai.
"Primo tu non devi dirmi cosa è carino e cosa no, non sono cazzi tuoi e secondo questi sono affari miei chiaro? Luke non aveva proprio il diritto di raccontarti nulla della mia vita. Leslie tu non mi conosci" sputò lui acido e la cosa mi provocò un brivido orribile lungo la schiena.
"Ma io vorrei invece" Mi pentii subito dopo di averlo detto.
"Cos'è che vorresti?" mi chiese lui canzonatorio.
"Vorrei conoscerti. Sono cosciente del fatto che abbiamo cominciato malissimo ma possiamo sempre rimediare. Anche se non ti piace la cosa, io sono la tua fotografa e-" cercai di dire ma non mi lasciò finire che si mise a ridere, come se avessi fatto la battuta più divertente del secolo. Era serio? "Scordatelo. Tu non mi conoscerai mai Leslie Clarke, mettitelo in testa"
Finì di fumarsi la sigaretta e poi tornò dentro al locale come se non fosse successo proprio nulla.
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Photograph • Ashton Irwin
Fanfiction«Mi vuoi dire che ti prende?» mi chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, come se davvero gli importasse qualcosa. «Non ho nulla e poi a te non dovrebbe nemmeno importare» gli risposi sempre con quel tono scazzato, guardandolo di sottecchi. Al...