46. Heartbreak Girl

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Leslie
Non appena uscii fuori dal locale sentii subito l'aria fresca e umida sfiorarmi il viso. Nonostante non sapessi con chi parlare o men che meno chi chiamare, presi lo stesso il telefono in mano e diedi un'occhiata allo schermo, aspettandomi quasi che qualcuno di diverso mi avesse potuto scrivere, ma non poteva essere, visto che tutti coloro con cui parlavo erano con me quella sera.

In lontananza non potei non notare due fan che continuavano a rivolgermi delle occhiate quasi timide. Io sorrisi loro, ma non feci loro cenno di raggiungermi per una foto o per una chiacchierata come era capitato negli ultimi tempi. In quel momento non volevo fare proprio nulla. L'unica cosa che avrei voluto fare era tornare a casa, ovviamente a quella di Ashton.

Mi isolai da tutti gli altri che si trovavano fuori a chiacchierare al fresco o a fumare una sigaretta e mi andai a sedere su un muretto vicino aspettando che qualcuno dei ragazzi mi notasse per poi portarmi a casa.
In realtà stavo solo mentendo a me stessa.
Era chiaro che mi aspettassi che Ashton uscisse per venirmi a chiedere in qualche modo scusa.

Forse ero stata troppo dura con lui.
No, non era vero.
Mi aveva detto chiaramente che volesse 'tranquillità' e che volesse 'stare da solo'.
Lo avevo capito fin da subito.
Quella sera era più strano del solito e forse davvero non saremmo dovuti uscire.
Mi si inumidirono gli occhi a pensarci.

"Leslie?"
Finalmente sentii una voce richiamarmi. Quando mi voltai vidi la mia migliore amica con un'aria preoccupata.
"Che ci fai qui da sola?" mi chiese. Io non seppi cosa dirle. Volevo solo che si divertisse con Luke. Non avevo alcuna intenzione di addossarle anche i miei problemi con Ashton ora. "Non ci provare a dirmi 'nulla' perché non ci casco" mi avvertì lei sedendosi vicino a me. Io sospirai perché non sapevo nemmeno io alla fine cosa cazzo fosse successo quella sera.

"Ho discusso con Ashton. Mi ha fatto chiaramente capire che non mi volesse vicino e io me ne sono andata visto che non sapevo che altro fare" le dissi sincera abbassando lo sguardo.
"Dio, mi dispiace tanto Leslie" mi disse lei permettendomi di abbracciarla. Io lo feci e mi abbandonai alle lacrime.
"Ma come è possibile? Insomma stava andando tutto bene, anche oggi quando siamo partiti e arrivati. Che è successo?"
Bella domanda.
"Mi credi se ti dicessi che non ne ho idea?" dissi io con la voce quasi rotta. "Era strano quando stavamo parlando ai divanetti e non voleva ballare. Io l'ho convinto e lui ha sbottato, ma dubito che fosse solo perché non gli andasse di ballare" ci pensai io.
"Avevate già discusso prima?" cercò di capire Jo. "Non so... tipo a San Francisco?"
"Non mi-" Però poi ci pensai meglio e capii tutto. La telefonata di ieri.
"Cosa?" Io scossi subito la testa.
Non volevo parlare a Jo di cose di cui manco avevo la certezza. Solo con una persona avrei dovuto parlare di ciò.

"Perché non sei con Luke?" cambiai, dopo qualche minuto, discorso asciugandomi le guancie bagnate.
"Perché l'ho visto scappare da un momento all'altro mentre stavamo bevendo i nostri drink sul bancone e adesso che ci penso potrebbe essere andato a parlare proprio con Ashton" Io mi limitai ad alzare le spalle con poco interesse. Ormai non mi interessava nemmeno più. "Magari è andato a dirgli che è stato un coglione a comportarsi di merda con te! In fondo, mi hai sempre detto quanto Luke si preoccupasse per gli altri e, a maggior ragione, per te" Già... forse era così.

"Voglio tornare a casa" dissi alzandomi dal muretto per poi ritornare dentro a cercare qualcuno. Magari Calum mi avrebbe soccorsa, pensai.
Quando entrai a cercarlo, però, non lo trovai a ballare e nemmeno ai divanetti. Mi rifiutai di pensare ad altro e decisi di chiamarmi un taxi e mentre lo aspettavo non potei non rendermi conto di quanto fosse triste quella situazione.

Non appena arrivai davanti casa Irwin, mi fermai di fronte la porta di casa poiché Ashton non mi aveva ancora dato una copia delle chiavi. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe successo tutto ciò.
Mi sedetti sui gradini che portavano all'entrata e diedi un'ultima occhiata al telefono.
Erano solo mezzanotte e mezza.
Bene, avrei dovuto aspettare per chissà quanto tempo che il mio ragazzo rientrasse. Fortuna che non faceva freddo almeno.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora