32. Red Moon

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Ashton
Durante la notte, mi capitò di svegliarmi poiché sentii Leslie muoversi nella sua cuccetta sotto alla mia e la vidi alzarsi nella penombra. Si chiuse in bagno, cosa che non mi sarebbe sembrata affatto strana, ma dopo dieci minuti che si era chiusa dentro la sentii quasi gridare e allora scattai subito in piedi preoccupato. Gli altri non si erano accorti di nulla, dal momento che dormivano tutti beatamente. Io avevo il sonno leggero quella sera e diedi la colpa all'alcol che avevo bevuto solo qualche ora prima.

Bussai alla porta del bagno perché anche se non era chiusa a chiave non mi sembrò giusto entrare senza preavviso.
"Leslie? Tutto ok?" le domandai, cercando di non fare troppo rumore. Lei non mi rispose e, di conseguenza, mi preparai a entrare perché non sapevo cosa stesse succedendo, ma lei mi aprì qualche minuto dopo con una faccia terribilmente distrutta. Era pallida e aveva delle occhiaie molto pronunciate.

Fui sul punto di domandarle come mai l'avessi sentita gridare, ma guardai dietro di lei appena si voltò di spalle e capii che aveva appena vomitato tutto ciò che aveva bevuto la sera stessa. Io sospirai ed entrai dentro con lei, nonostante il bagno non fosse granché come grandezza, ma almeno chiudendo la porta non avrei disturbato il sonno degli altri.

Leslie si appoggiò con le braccia sul lavandino e lo sguardo basso e lo capii subito che stesse evitando di guardarsi allo specchio di fronte a lei.

"Ti ho svegliato?" mi chiese dopo poco con un tono di voce molto flebile. Io scossi la testa anche se sapevo non mi avesse visto e mi avvicinai di più a lei.
"Non riesco a dormire, tutto qui" le spiegai io, sedendomi sul gabinetto. Lei si voltò verso di me.
Stava a tutti costi cercando di non guardarmi. Percepii subito il suo imbarazzo, cosa che mi fece sorridere perché non aveva assolutamente nulla di cui imbarazzarsi.

"Sono un disastro" sussurrò rompendo il silenzio e mi parve che lo avesse detto più a se stessa che al sottoscritto. "Non riesco manco a bere qualche bicchiere senza vomitare" continuò lei ad auto commiserarsi e io davvero non seppi cosa dirle in quel momento. Avevo paura di peggiorare solo la situazione, ma mi feci coraggio e le dissi ciò che pensavo di lei in quell'istante.
"Non sei un disastro Leslie, sei una normalissima ragazza che ha bevuto per scordarsi del suo ex coglione, ma che non avrebbe dovuto farlo perche in teoria questa ragazza sa che non può reggere più di tanto l'alcol"
Lei sorrise, evidentemente perché avevo usato il 'lei' o perché ciò che le avevo detto lo aveva trovato divertente e basta. Finii per sorridere anch'io e, finalmente, da quando ero entrato in bagno, lei mi guardò negli occhi.
"La prossima volta ci penserò bene prima di bere" rise lei e io annuii.
"Devi ancora...?" cercai di domandarle io, indicandole il gabinetto dove ero seduto e lei scosse la testa, voltandosi per sciacquarsi la faccia. Dopodiché, io mi avvicinai alla porta per uscire e cercare di andare a riprendere sonno, ma lei mi fermò afferrandomi il polso per farmi girare verso di lei.

"Grazie... Ash, davvero" mi disse lei guardando la sua mano mentre mi teneva il polso. Io rimasi per un attimo destabilizzato, sia per il contatto, sia perché dovevo abituarmi a sentirmi chiamare da Leslie 'Ash' e non con il mio nome completo.
Pensai che, probabilmente, non fosse ancora in sé perché non credevo che avrebbe continuato a chiamarmi in quel modo quando sarebbe stata completamente sobria.

"So che ti ho trattato davvero male quando ti ho visto al pub, ma penso che se tu non fossi venuto, a quest'ora sarei andata in coma etilico" scherzò lei, alzando lo sguardo verso di me, ma sempre tenendo il contatto fra la sua mano e il mio polso.
"Non devi ringraziarmi. Tu ci sei stata per me, quindi questo era il minimo che potessi fare" le risposi sincero io. Lei mi sorrise e, all'improvviso, mi abbracciò. Io non ricambiai subito, solo dopo realizzai ciò che stava succedendo.

La sentii inspirare il mio profumo quando appoggiò la sua testa alla mia spalla, cosa che mi fece venire per un attimo i brividi lungo tutta la schiena. Ricambiai l'abbraccio, avvolgendo il suo corpo minuto tra le mie braccia e per un secondo chiusi gli occhi. E pensare che fino a poche ore fa lei non faceva altro che ignorarmi. Era davvero così imprevedibile la vita a volte, mi venne da pensare.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora