Dopo 5 interminabili minuti, finalmente la banda dei cinque tornò. Mi dispiace ma le tue foto ci fanno schifo, tornatene da dove sei venuta. Era questo l'unico pensiero che avevo in testa in quel momento. Certo che ero proprio positiva, pensai.
Si sedettero di nuovo e il manager mi chiese di fare lo stesso.
"Allora Leslie...tu hai vent'anni, sei un po' piccola per fare la fotografa per questi ragazzi..." Ok, ho capito, è stato bello, addio. "Ma..."
Oddio.
"...ci hai stupito"
"Parlate per voi" s'intromise il biondo.
Perché non poteva stare zitto una volta tanto?!
"Davvero? Ma spero in senso positivo" mi affrettai a dire io.
"Le tue foto sono veramente splendide" Stavolta parlò l'altro biondo. Lui mi stava già simpatico. Mi sentii obbligata a voltarmi verso Ashton per fargli un sorrisetto orgoglioso.
"Quindi ho il lavoro?" chiesi speranzosa ma a vedere la faccia del manager mi sa che potevo tornarmene a casa subito.
"Sì, ma ti darò un periodo di prova in cui dovrai dimostrarmi che davvero ci tieni e che sai davvero cosa stai facendo. Avrai tante responsabilità sulle spalle, dovrai dimostrare di sapertela cavare"
Ok, sono pronta.
"Certo, farò del mio meglio, non la deluderò" Per la prima volta il manager mi sorrise. Wow, quello sì che era un miracolo, pensai."Allora sarà meglio che ti presenti i ragazzi" disse lui alzandosi.
Fece un cenno ai quattro che iniziarono a dirmi qualcosa di loro.
"Io sono Luke, il chitarrista dei 5 Seconds Of Summer" mi disse il biondo che mi stava simpatico, stringendomi la mano.
"Io sono Calum, il bassista" disse stavolta il moro mostrandomi un dolce sorriso.
"Io sono Michael, altro chitarrista"
Questo era l'unico che non avevo ancora sentito parlare, pensai.
"Io sono Ashton, il batterista" disse finalmente il rompiscatole.
Io lo guardai male e sperai che il manager non mi avesse visto. Non volevo dargli già una brutta impressione di me."Bene ora che vi siete presentati direi che abbiamo finito qua. I ragazzi hanno un'intervista dopo pranzo e devono prepararsi" intervenne il manager.
"Aspetti, io quando inizio?"
"Ah sì giusto. I ragazzi hanno la prima data del tour a Stoccolma, tra due giorni. Direi che hai tempo per organizzarti per partire" "Quanto starà via Leslie?" chiesero Andrew e Jo.
Vidi Ashton roteare gli occhi. Avrei voluto dargli un pugno in quel momento.
"Le date in Europa sono cinque quindi circa una quindicina di giorni. Direi che questo potrà essere il tuo periodo di prova. Se lo supererai allora seguirai i ragazzi per tutto il tour che durerà un mesetto. E' un problema per l'università per caso?" mi chiese interessato.
"Ehm...no gli esami dovrei darli a giugno inoltrato"
"Ok perfetto, domani ti manderò una e-mail con tutto il programma per le prossime due settimane" Gli strinsi la mano un'ultima volta. I ragazzi, prima di andare via, mi salutarono e io ricambiai.Dopodichè io, Jo e Andrew uscimmo e tornammo in macchina.
"Io lo avevo detto che sarebbe stato un successo!" gridò Jo.
Io ancora non riuscivo a crederci. Insomma avrei fatto la fotografa per una band, chi lo avrebbe mai detto?
"Non dici nulla Leslie?" mi chiese Andrew. "Non vedi? Manco lei ci crede! Te l'avevo detto io di essere positiva!" mi precedette Jo. "Sì è che è tutto così surreale...andrò in tour!" esclamai io quasi sconvolta.La mia contentezza però svanì quando vidi Andrew abbassare lo sguardo. Ecco perché non avrei dovuto fare quel colloquio.
Cavolo, sarei stata via per almeno un mese se il manager mi avesse dato il lavoro. Come avrei fatto a non vedere Andrew e Jo per tutto quel tempo? Se solo ci pensavo, già mi mancavano.Appena arrivammo a casa iniziai ad organizzarmi. Prima di tutto chiamai mia madre per informarla della nuova notizia, poi cominciai a pensare a come fare con gli esami all'università. Inutile dire che sarebbe stato un grande peso per me studiare viaggiando e non seduta sul mio comodo letto come avevo fatto finora. Inoltre non ci sarebbe stata nemmeno Jo che avrebbe ascoltato i miei scleri. Con chi avrei sclerato quando avrei perso la pazienza?!
"A che pensi?" mi chiese Andrew venendosi a sedere vicino a me sul letto.
"A nulla in particolare, perché?" mentii io. "Non so...ti vedevo persa nei pensieri..." Abbassò lo sguardo, di nuovo in quella giornata. Dio perché mi sentivo in colpa? "Andrew io non voglio che tu stia così per me" dissi io senza pensarci.
"Così come?"
"Mi prendi in giro?" risi. "Lo capisco quando sei triste, sai i tuoi occhi non brillano come fanno sempre quando mi guardi..."
Sentii le lacrime avvicinarsi. Lui non potè non notarlo.
"Vieni qui" mi disse accogliendomi tra le sue braccia. Sembrava stessi per andare in guerra. Sembrava infantile quella situazione ma in fondo non lo era. Io, Andrew e Jo non ci eravamo mai staccati. Era vero, non era una vita che li conoscevo ma fin da subito erano stati importanti per me. Non sapevo come avrei fatto a stare senza di loro per un mese.Mi appoggiai al suo petto e chiusi gli occhi sentendo le lacrime scendere sul mio viso. Sperai che Andrew non se ne fosse accorto ma mi sbagliai, ormai mi conosceva troppo bene. "Ehi, non devi piangere ok? Non staremo lontani per anni" disse ridendo leggermente.
Sembrava che non ci stesse male ma lo percepivo nel suo sguardo che dentro fosse distrutto proprio come me.
Mi asciugò le lacrime e mi diede un bacio sulla fronte. Io sorrisi e mi riaccomodai tra le sue braccia.
"Come farò quando avrò bisogno di un tuo abbraccio?" sussurrai io calmandomi.
"Potrai chiamarmi quando vorrai, anche sempre. Lo sai che per te potrei anche morire, quindi chiamami e io ci sarò, te lo prometto" Adesso sì che cominciai a piangere a dirotto e non mi preoccupai di nasconderlo.
Lo strinsi più forte a me, come a fermare il tempo e lui ricambiò.***
"Ma lo hai visto il moro?! Era tipo perfetto! Come hai fatto a non notarlo?!"
"Magari perché sono fidanzata e non vado a guardare gli altri ragazzi?"
"Sarà ma non puoi non ammettere che fosse carino"
"Sì...certo"
Stavo cominciando a farmi la valigia ed ero nella mia stanza con Jo che mi stava dando una mano.
Sarei partita domani. Questi due giorni passarono veramente troppo in fretta. Cercai di trascorrerli il più possibile con Jo e Andrew e si sa che le cose belle durano sempre poco.
"Leslie?"
Alzai lo sguardo ed incontrai quello di Jo.
"Dimmi" risposi io.
"Ti vedo altrove con la testa, qualcosa non va?" mi chiese lei premurosa.
"No, è solo che non riesco ancora a crederci. Insomma sarà il mio primo lavoro in assoluto"
Lei mi abbracciò e io ricambiai.
"Vedrai che andrà tutto alla grande" mi disse lei. Io le sorrisi."Comunque ho notato come al biondo stessi già sul cazzo" disse improvvisamente lei.
Non avevo voglia di ripensare a come mi aveva trattata Ashton.
"Già, ho capito che è un rompiscatole di prima categoria che non mi farà lavorare come si deve"
Jo si mise a ridere ma io ero seria.
"Non c'è da ridere Jo, Ashton mi rovinerà la vita, me lo sento"
"Ma dai! Non essere così prevenuta. Sicuramente ti darà un po' di fastidio ma da lì a rovinarti la vita ce ne va eh"
Io sospirai e mi lasciai cadere sul letto. Avevo la testa così piena di pensieri. Sentivo di star per scoppiare da un momento all'altro."Però devi ammettere che è carino" disse lei guardando dappertutto tranne me.
"Sei seria?! Tu guardi solo quello" l'accusai io ed era vero. Da quando li aveva visti non aveva fatto altro che sbavare loro dietro.
"Sei seria? Ti piace il batterista rompipalle?" le chiesi incredula.
"Non ho detto questo Leslie. Solo...lo trovo carino ma credo che l'altro biondino lo sia di più...spero non sia fidanzato" disse lei speranzosa.
Ma faceva sul serio? Lo sapeva che quei quattro tipi erano famosi e che sicuramente l'ultima cosa che volevano fosse una relazione?! Mi sa che non aveva realizzato la cosa.
"Non dici niente?" mi chiese lei.
"Jo...continua a sperare"Ehiii ;)
Strano che sia riuscita ad aggiornare così presto ahaha.
Non so come ringraziarvi per tutte le views, sono davvero tantissime e ancora non ci credo, grazie mille 😭
Spero vi piaccia il capitolo e lasciatemi qualche commento se vi va :)
Alla prossima ❣️
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Photograph • Ashton Irwin
Fanfiction«Mi vuoi dire che ti prende?» mi chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, come se davvero gli importasse qualcosa. «Non ho nulla e poi a te non dovrebbe nemmeno importare» gli risposi sempre con quel tono scazzato, guardandolo di sottecchi. Al...