"Leslie? Cosa succede?" mi chiese Andrew allarmato.
"Devo andare" gli dissi semplicemente correndo dentro casa per prendere la borsa e le chiavi dell'auto dei miei.
Se avessi chiamato un taxi sarebbe arrivato dopo chissà quanto tempo.
"Dove stai andando?" mi domandò ancora lui quasi gridando.
"Uno dei ragazzi è all'ospedale" gli risposi io sbrigativa. Non avevo il tempo per parlare.
Luke non mi aveva detto praticamente nulla, solo che Ashton fosse svenuto e che ora lo stavano portando al pronto soccorso.
Non sapevo nient'altro.
"Beh allora ti accompagno"Dopo aver preso le chiavi, salutammo di fretta i miei ed entrammo in macchina. Appena la misi in moto cercai di ricordarmi la strada per l'ospedale.
"Cosa è successo?" mi chiese interessato il mio ragazzo seduto accanto a me.
"Non so, Luke non mi ha detto molto. So solo che Ashton è svenuto e che lo stanno portando al St. Thomas"
"Ashton?"
Stavolta il tono con cui parlò Andrew era freddo e quasi scioccato. Io annuii.
Non mi sembrava tanto difficile da capire."Dopo il trattamento che ti ha riservato tu ti preoccupi per lui?" continuò lui con un tono che mi fece innervosire solo di più.
"Certo che mi preoccupo Andrew, è pur sempre uno dei ragazzi con cui lavoro. Non so manco come stia adesso" risposi piccata. "Incredibile" esclamò lui. "Davvero, non riesco a crederci"
Era serio?"Andrew perché reagisci così? Sembra quasi come se ti avessi detto che starò via per un anno"
"Davvero non lo capisci? Leslie quel tipo non merita la tua preoccupazione. Questo non era il tuo giorno libero? Bene, non era così che avresti dovuto passarlo" mi rimbeccò lui quasi con un'aria da saccente.
Strinsi il volante più forte, tanto che vidi le nocche delle mie mani sbiancare.
"Tu non sai nulla Andrew. Non giudicare se prima non sai come stanno effettivamente le cose"
"Ah ma non mi dire!"
Distolsi lo sguardo per guardarlo sconvolta. Non sembrava più l'Andrew con cui prima mi ero messa a passeggiare per il giardino di casa mia."Quindi?" mi chiese lui dopo che ripresi a guardare la strada davanti a me.
"Cosa?" chiesi più irritata di lui per quell'assurda situazione.
"Come stanno le cose?" il suo tono continuava ad essere scocciato. Avrei voluto dirgli che, lì, quella scocciata sarei dovuta essere io.Ignorai la sua domanda e cercai di pensare ad altro, di distrarmi. Non era così che avevo immaginato il mio rientro a Londra, cazzo. "Non me lo vuoi dire ora? Perché ti ostini a difenderlo tanto? Manco avesse passato chissà cosa"
"Andrew non sai un cazzo di Ashton e dei ragazzi. Non puoi permetterti di giudicare nessuno, mi hai capito? E no. Non ho intenzione di raccontarti proprio nulla di Ashton. Sono cose riservate che penso non voglia che io racconti a chiunque"
Sentii la mia gola farsi secca per quanto avessi gridato contro il moro. Non avevamo mai litigato così e la cosa non fece altro che peggiorarmi l'umore già instabile di quella giornata."Chiunque? Davvero per te sono chiunque?" Lo vidi mentre cercava di far sì che lo guardassi negli occhi, ma non ce la facevo. Lui sapeva esattamente come fossi fatta, come fossi fragile quando iniziavamo una discussione.
Se l'avessi guardato negli occhi sarei scoppiata e quella era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Non volevo dargli quella soddisfazione."Porca puttana Leslie, guardami e ripetimelo se ne hai il coraggio" disse stavolta afferrandomi il mento per poterlo guardare negli occhi. Distolsi lo sguardo quasi subito. Vidi come nei suoi occhi non ci fosse più quel color nocciola mischiato al verde che tanto amavo. Erano spenti, tristi e, senza dubbio, arrabbiati con la sottoscritta.
Nemmeno io sapevo perché difendessi così tanto Ashton, forse perché mi aveva provato quello che mi aveva rivelato quella notte a Como. Andrew non sapeva cosa Ashton avesse passato durante la sua infanzia e anche durante la sua adolescenza."Ma ti senti quando parli Andrew?" cercai di riprendere il controllo dei miei pensieri e di far rinsavire il ragazzo seduto accanto a me che sembrava letteralmente essersi trasformato in un'altra persona in dieci minuti.
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Photograph • Ashton Irwin
Fanfiction«Mi vuoi dire che ti prende?» mi chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, come se davvero gli importasse qualcosa. «Non ho nulla e poi a te non dovrebbe nemmeno importare» gli risposi sempre con quel tono scazzato, guardandolo di sottecchi. Al...