40. Osaka

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Ashton
"Ti amo Ashton Irwin"
Non riuscivo più a togliermi quelle parole dalla mente.

Mentre guardavo dormire Leslie, continuavo a pensare a quanto fossi stato fortunato che le cose tra di noi fossero andate in quel modo.
E se non avessi mai cambiato atteggiamento nei suoi confronti? Saremmo arrivati a dirci addirittura 'Ti amo'? Quelle domande mi stavano tormentando un po' da quando eravamo usciti dalla doccia insieme.

Le scacciai dalla testa per l'ennesima volta e mi concentrai ad accarezzare dolcemente la guancia di Leslie. Pensavo che un po' tutte le ragazze fossero magnifiche quando dormivano, ma Leslie era davvero l'eccezione alla regola. Dire che fosse 'magnifica' era proprio dire poco. Sembrava così tranquilla che non potei non paragonarla ad un angelo in quel momento.

Dopo esserci fatti letteralmente la doccia insieme, presi Leslie in braccio e la portai sul suo letto. Aveva bisogno di dormire dopo tutte quelle ore passate in aereo.

"Dove vai?" mi aveva chiesto non appena mi ero allontanato dal suo letto per andare a recuperare una maglia da mettermi e, possibilmente, anche un paio di pantaloni morbidi.
"Direi che sia meglio se mi vesto, no?" le avevo domandato in risposta sorridendo a vedere la sua faccia confusa.
"A me non dispiace per niente vederti senza vestiti, quindi vieni qui" aveva ribattuto lei e il suo sorriso non mi fece rifiutare la sua richiesta.

Mi aveva indicato il posto, avrei osato dire, minuscolo, accanto a lei sul letto. Purtroppo, avevo dovuto schiacciarmi contro di lei per non rischiare di cadere per terra come un idiota visto che comunque il letto era singolo, ma a Leslie non era per niente dispiaciuto.

"Vuoi che mi sposti un po'?" si era premurata di chiedermi e io avevo subito scosso la testa. Mi dava la schiena, così l'abbracciai da dietro e appoggiai la mia testa sulla sua spalla. Lei si era accoccolata di più al sottoscritto e aveva appoggiato le mani sopra al mio braccio.
In quella posizione ci eravamo addormentati nel cuore del pomeriggio.

Io mi svegliai prima di lei, anzi forse non avevo dormito proprio. Ero troppo contento in quel momento per provare a riposarmi, ma sapevo che Leslie avesse davvero bisogno di dormire e infatti non volli proprio svegliarla. La guardai dormire per un tempo che mi parve infinito e, ogni tanto, le accarezzavo le guancie o le toglievo qualche ciocca di capelli che le andavano sulla faccia.

Pensai che non mi sarei aspettato potessimo dirci subito cosa provavamo perché immaginavo ci servisse più tempo e, invece, fu tutto così inaspettato e improvviso che la gioia che stavo provando in quel momento mi avevano fatto scordare ogni cosa, persino lo stress e la stanchezza del tour che ormai si stavano facendo sentire da un pezzo.

Mi voltai verso il soffitto e mi misi a fissarlo dando un'occhiata qua e là anche alla finestra. Forse stava anche piovendo ora che ci facevo caso, visto che la stanza si era fatta più scura a quell'ora.

"Sei proprio carino quando sei perso tra i tuoi pensieri" mi interruppe dai miei pensieri la voce ancora assonnata di Leslie al mio fianco.
"Non stavi dormendo?" le domandai girandomi subito verso di lei.
"Sì, ma ti ho sentito muovere e dato che questo letto non è il massimo della grandezza..."
"Giusto, hai ragione" annuii io leggermente colpevole.

"A cosa pensavi?" mi domandò ad un tratto mentre, stavolta, fu lei quella che prese a togliermi qualche riccio ribelle che mi era finito sulla fronte. Io le sorrisi e guardai ogni suo piccolo movimento. Dallo sbattere delle sue palpebre alle labbra tra i suoi denti.
"Perché lo hai detto?" le domandai di punto in bianco guardandola dritto negli occhi e lei smise per un secondo di dare attenzioni ai miei capelli.
"Cosa intendi?"
"Perché mi hai detto che mi ami?" e sapevo che poteva sembrare una domanda alquanto stupida e senza senso, ma il mio cervello aveva bisogno di sentirsi dire che Leslie lo avesse detto perché davvero lo provava, perché davvero lei sentiva di amarmi.
"Non è ovvio?" mi domandò di rimando guardandomi con i suoi occhioni marroni che mi fecero dimenticare un po' tutto.
Che potere incredibile aveva quella ragazza su di me, pensai.
"Sì, ma non vorrei che tu l'abbia detto solo perché eri presa dal momento e-"
"Sei serio Ashton Irwin? Ti ho detto 'Ti amo' perché penso di amarti anche io e mi sono anche stupita se devo essere completamente sincera" ammise lei e io mi misi seduto sul letto.
"Stupita?" e lei annuì seguendomi sedendosi di fianco a me coprendosi, però, con il lenzuolo visto che anche lei non si era rivestita dopo la doccia che avevamo fatto.
"Sì, perché non credevo sarei riuscita a dirtelo così in fretta. Pensavo avrei avuto bisogno di più tempo, ma non so. Quando ho realizzato ciò che avevamo fatto nella doccia, quando ci ho visti vicini e che stavamo cercando di recuperare il fiato ho capito che ormai non aveva più senso aspettare per dirti che provo quello che provi tu per me Ashton"
Leslie abbassò lo sguardo mentre la vidi giocare con le sue dita e la cosa mi fece intenerire troppo. Le alzai il volto per poterla guardare negli occhi e mi avvicinai di più a lei.
"Non hai idea di quanto mi senta felice in questo momento Leslie Clarke. Non potresti nemmeno immaginarlo" e, dopo averle fatto spuntare un sorriso di quelli che non sapevo non mi sarei dimenticato in fretta, la baciai con la stessa passione di tutti i baci che ci eravamo dati prima.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora