Uscì di casa ed entrai in macchina, misi la chiave dentro la serratura e accesi il motore. Oggi si va all'orfanotrofio "Le Stelline" di Milano. Beh, oggi io aiuterò molti bambini e loro aiuteranno me. Perchè sono quasi le sei del mattino e mi aspettano sei ore di viaggio.
Accendo la radio e il navigatore, cosi almeno evito di perdermi, come l'ultima volta.
Chissà cosa si prova a vivere in orfanotrofio, sono sicuro che alcuni bambini sono gelosi. Loro ancora lì dentro e invece il suo amico/a ha una famiglia e una casa.
Io per fortuna ho una famiglia e due bellissimi fratelli. Però io un bambino lo vorrei, ma come faccio con la mia ex? Non vorrà mai vivere con me solo per accontentarmi e poi non posso perdonarla. Mi ha tradito.[Arrivo in orfanotrofio]
Parcheggio la macchina e scendo, mi avvicino al portone e suono il piccolo campanello.
Esce una signora, aveva una camicia bianca e una gonna nera, delle calze color carne, tacchi neri. Ha i capelli marroni in un chignon.
"Benvenuto signor Mobrici".
"Grazie".
"Io sono la preside di questo istituto, Sabrina Fernelli".
"Piacere mio" e gli stringo, delicatamente, la mano.
"Vuole qualcosa da bere o da mangiare?"
"Uhm...un bicchiere d'acqua".
"Ok" mi porta in cucina.
"Ecco a lei" mi porge il bicchiere.
"Grazie". Inizio a bere e una piccola bambina sbuca dal nulla.
"Sabri, devo andare in bagno".
"Io torno subito" prende la mano di questa bambina e vanno via. Io appoggio il bicchiere di plastica trasparente sul tavolo.
Stavo per prendere il telefono, quando sento dei singhiozzi provenire dalla stanza affianco. Vado di là e vedo un bambino nasco in un piccolo angolino, aveva la testa appoggiata sui suoi jeans blu. Mi avvicino a lui.
"Ehy piccolo, cos'è successo?" Lui alza la testa e mi vede. Ha degli occhi bellissimi.
"Ehy, non ti voglio fare del male, voglio solo sapere perchè un bambino cosi piccolo piange".
"I-io non sto piangendo".
"No e allora cosa sono queste lacrime che scendono dai tuoi occhi".
"Tu sei come gli altri non capiresti".
"Prova a spiegarmelo".
"Ma tu sei un estraneo".
"Piacere Fabrizio".
"Ermal" mi sussurra.
"Visto che adesso non sono piú un estraneo, mi dici cos'è successo?" Gli sorrido.
"Oggi è il mio compleanno".
"Auguri, quanti anni fai?"
"Cinque" dice triste.
"Perchè non sei felice?"
"Perchè tutti si sono dimenticati del mio compleanno".
"Oh, aspettami qui". Ritorno in cucina e trovo Sabrina. Aiutava un piccolo bambino a fare i compiti.
"Posso chiederle un favore?".
"Si, mi dica".
"Posso uscire per qualche ora con un bambino?"
"Ehm, cosa deve fare?"
"Oggi è il compleanno di Ermal, vorrei fare qualcosa di carino, dopotutto nessuno si è ricordato del suo compleanno". La "rimprovero".
"Ermal non è un bambino molto chiacchierone, però questo regalo posso farlo".
"Grazie" sorrido.
"Prima però deve firmare un foglio".
"Ok" andiamo in un piccolo studio, con una sedia marrone girevole. Prende un foglio e una penna.
"Ecco, firmi qui".
"Fatto!"
"Bene, buon divertimento".
"Grazie" ritorno da Ermal. Lui intanto si è calmato e sta giocando con un peluche bianco e celeste.
"Ermal indovina?"
"Cosa?" Mi guarda.
"Andiamo a festeggiare il tuo compleanno".
"Dove?" Mi sorride.
"Vieni" gli prendo la mano e lo porto fuori. Prendo le chiavi della mia macchina e lo porto in un negozio di giocattoli.
"Puoi prendere tutto quello che vuoi"
"Davvero?"
"Si". Lui corre tra lo scaffale delle macchine. Io lo seguo. Lui guarda due macchine. Una "Ferrari" rossa, l'altra invece è un piccolo camion verde.
"Quale ti piace?"
"Non lo so, mi piacciono tutte e due".
"Le vogliamo prendere tutte e due?"
"Si". Gli prendo la mano e andiamo alla cassa.
"Sono centocinquanta euro".
"Ecco a lei". La cassiera prende i soldi, li conta e poi mette in una bustina il regalo a Ermal.
Usciamo da quel negozio e andiamo in macchina. Accendo la radio e lui apre il suo regalo.
"Grazie".
"Prego" gli sorrido, sento un rumorino provenire dallo stomaco di Ermal.
"Per caso qualcuno ha fame?"
"Si, ma non possiamo mangiare fuori dall'orfanotrofio".
"Io non sono Sabrina, cosa vuoi da mangiare?"
"La pizza".
"Ok" ci fermiamo ad una pizzeria. Scendiamo ed entriamo. Guarda dalla "vetrina" per vedere cosa vuole.
"Cosa vuoi?"
"Quella". Appoggia il suo piccolo dito per dirmi che vuole la pizza margherita.
"Ok". Gli prendo la pizza e ci sediamo ad un tavolo.
Inizia a mangiare. È più grande quel pezzo di pizza che tutto lui.
"Tu non ti prendi niente?"
"Non ho fame".
"Ma non è bello mangiare davanti a gli altri".
"Non ti preoccupare, piccolo vuoi qualcosa da bere?"
"La coca cola".
"Ok". Mi alzo e vado dalla cassiera e gli chiedo di darmi la bevanda scelta da Ermal e una cannuccia.
"Grazie" pago e vado da lui. Appoggio la coca cola e metto la cannuccia.
"Grazie" e inizia a bere. In poco tempo finisce tutto e andiamo fuori è ora di tornare a casa. Gli prendo la mano. Entriamo in macchina e andiamo in orfanotrofio.Spazio meh...💎
Sono tornata, come promesso, spero vi piaccia lo stesso❤
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|| Mio figlio|| Metamoro
Fanfiction"Sempre sarai nella tasca destra in alto In un passo stanco dentro un salto in alto Che mette i brividi".