capitolo 8

298 12 0
                                    

Usciamo dell'orfanotrofio e andiamo a scuola. Ermal accende la radio e si ascolta un po di musica.
"Mi piace la musica, a te?"
"Io ci vivo con la musica".
"Fabri! Mi compri la merendina?"
"Cosa vuoi?"
"Uhm, volevo comprarmi le caramelle però non so se vanno bene".
"Io ti consiglierei qualcos'altro".
"Ad esempio?"
"Dei salatini o delle patatine, ovviamente il pacco piccolo sennò ti fa male il pancino".
In tanto in radio mettono una mia canzone, "pensa" per ricordare Rita Borsellino, sorella di Paolo Borsellino. Due guerrieri e sopratutto due anime dal cuore nobile.
"Questa è la tua canzone!"
"Si, ti piace?"
"Si ma te l'hanno rubata!"
"No, sono io".
"Davvero?"
"Si" sorrido.
Arriviamo davanti ad un bar e mi prendo il caffè, lui invece guarda cosa prendersi per merenda.
"Ermal hai fatto?"
"Non so cosa prendere".
"Vuoi questi?"
"Si".
"Ok" gli prendo la mano, pago alla cassa e torniamo a guidare. Lui apre una cerniera e mette il piccolo pacco di patatine giallo.
"Grazie".
"Prego" arriviamo a scuola. Lo faccio scendere e insieme andiamo al cancello.
"Ciao Ermal!" Si avvicina una bambina bionda dagli occhi azzurri.
"Ciao Camilla". Gli lascia un piccolo abbraccio e poi gli prende la mano.
"È il tuo papà?"
"No è un mio amico".
"Ok, io per merenda ho dei biscotti preparati da mamma, ti va dopo di mangiarli insieme?"
"Si, io invece ho le patatine".
"Andiamo in classe?"
"Si", sorride, ma io fermo Ermal.
"Piccola posso parlare un attimo con Ermal?"
"Si" la piccola si allontana e io stacco un piccolo fiore dal giardino.
"Dai questo a Camilla".
"Ok". Mi lascia un bacio sulla guancia e un piccolo abbraccio.
"Tieni".
"Che bello, grazie". Gli lascia un bacio sulla guancia. Sorrido mentre loro mano nella mano entrano in classe. Io entro nell'istituto e busso alla porta del preside.
"Avanti".
Apro la porta.
"Buongiorno".
"Buongiorno, sono Lucia Mandelli la vice preside".
"Io sono Fabrizio Mobrici e ho ccompagnato io Ermal". Gli passo il foglio di Sabrina.
"Ok, ma lei è il padre?"
"No, sono solo un amico".
"Ok".
Mi avvicino alla porta e la apro.
"Buona giornata".
"Altrettanto".
Esco dall'istituto e vado a farmi una passeggiata a Milano.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora