capitolo 16

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Le sirene dell'ambulanza sfrecciavano a tutta velocità fra le strade di Roma. All'interno c'erano quattro uomini, due paramedici, tutti e due bruni, alti e snelli. Avevano la loro divisa rossa con le strisce grigie. Affianco a questi due paramedici c'erano due uomini, uno biondo cenere e dalla pelle rosea, lui aveva il naso rotto e qualche graffio e piangeva, un po per lo spavento e per aver fatto del male a un pover uomo innocente, invece l'altro era bruno, pelle scura, aveva le lentiggini ed era disteso sulla barella bianca con dei ferri gialli. Quest'uomo aveva una mascherina trasparente dove fuoriesce dell'ossigeno per farlo respirare visto che il suo petto fù schiacciato dal cruscotto della sua macchina nera.
Si aprirono le porte dell'ambulanza, i due paramedici fecero scendere i due uomini e li portarono immediatamente il bruno nella sala operatoria.
"No-non morirà, vero?" Chiese impaurito il biondo.
"Non lo sappiamo", rispose gentilmente il medico che nel mentre prendeva il disinfettante.
"Oddio..." bussano alla porta, il dottore andò ad aprire e si trovò davanti tre carabinieri in divisa. Un capitano, un maresciallo e un brigadiere.
"Salve, dovremmo parlare con quell'uomo", dice freddo il capitano.
"Certo, io ho finito" il dottore esce e lascia lavorare i carabinieri.
"Allora, cos'è successo?" Chiede il brigadiere che bel mentre prese un block notes e una penna.
"Ecco...io avevo litigato con la mia ragazza e allora sono uscito a farmi una passeggiata con la macchina. Mi è arrivato un messaggio dalla mia ragazza io ho preso il telefono e non ho guardato la strada e cosi che ho fatto l'incidente con la macchina".
"Conosceva quell'uomo?" Disse maresciallo.
"No e mi dispiace per quello che ho fatto".
"Capitano, potrei parlarle un attimo?" Disse il brigadiere.
"Certo, tu rimani qui". I due uscirono e iniziano a parlare del biondino e cosa fosse veramente successo.
"Mi dia i suoi documenti e le sue impronte digitali".
"Ok..."
"Maresciallo".
"Mi dica", il capitano si avvicina al suo orecchio.
"Vada a vedere cosa ha fatto il ragazzo e sopratutto mi deve dire se ha dei precedenti penali e vada a parlare con la sua fidanzata, secondo me ci sta nascondendo qualcosa".
"Vado", esce dalla stanza.
"Brigadiere".
"Sí?"
"Lei rimanga qui e mi dica tutto quello che fa".
"Certo".
Il capitano esce da quella piccola stanza e va da un dottore che ha curato il bruno.
"Allora? Ci sono novità?"
"Purtroppo no".
"Cos'ha?"
"Aveva un problema nel respirare, abbiamo fatto un piccolo intervento per salvare i suoi polmoni adesso tocca a lui".
"Cosa dovrebbe fare?"
"Beh se non si sveglia noi non possiamo operarlo al cento per cento".
"Non potete farlo adesso? L'avete operato qualche minuto fa, non cambia nulla".
"No, vede l'uomo deve essere sveglio e conscio di quello che sta succedendo. E l'intervento che abbiamo fatto è stato di mettere dei fili per la respirazione sennò tra qualche ora sarebbe morto".
"L'avete avvisata la famiglia?"
"No, abbiamo bisogno della password per entrare nel telefono e chiamare la sua famiglia".
"Darò il suo telefono ai miei uomini".
"Ok".

"Ehy Fabri! Da quanto tempo, come stai?"
"Salve signora Marisa, suo figlio è in ospedale".
"Oddio cosa gli è successo?"
"Avuto un incidente stradale".
"Oddio, arriviamo subito".
I genitori di Fabrizio andarono immediatamente all'ospedale. Appena arrivarono la madre iniziò a piangere, suo marito, Franco, si avvicinò a lei e la abbraccio. Marisa prese un bel respiro profondo e chiamo i suoi due figli + i suoi amici più intimi (Andrea, Danilo, Roberto, Giovanni e il Maestro)

P.O.V Ermal
E da un po che Fabrizio se ne andato, mi manca tanto, prendo il telefono che mi ha regalato. Sabrina mi ha spiegato alla perfezione come si usa e come si fa a chiamare Fabrizio dovrei riuscire a farcela, credo. Blocco il telefono e schiaccio quel cerchio verde con un telefono bianco disegnato, l'app si apre e trovo il numero, lo schiaccio e parte la chiamata.
"Perchè non rispondi!?" Decido di richiamarlo e finalmente accetta la mia chiamata.
"Bizio!" Sorrido.
"Pronto? Chi parla?" La voce non mi sembra lui.
"Sono io, Ermal".
"Chi?"
"Ermal!"
"Non mi dice nulla il tuo nome".
"Ma come? Te ne sei andato dall'orfanotrofio sono da qualche ora, come sei riuscito a dimenticarmi?"
"Ah, ora ho capito chi sei! *Ridacchia*"
"Come stai? Ti sento strano".
"No amore, sono sua sorella, vedi mio fratello ora sta dormendo".
"Non puoi svegliarlo?"
"No amore, era troppo stanco. Facciamo cosi quando si sveglia te lo chiamo".
"Ok".
"Ciao piccolo".
"Ciao". Chiude la chiamata e noto che c'è un pallino blu a destra. Scendo dal letto.
"Sabrina".
"Dimmi".
"Cos'è?"
"Ehm, se non mi sbaglio è la posizione".
"Cos'è?"
"La posizione serve a capire dove il mittente ti ha chiamato".
"Ok, grazie".
"Prego", corro in camera mia, schiaccio quel pallino e mi dice che Fabrizio è in ospedale.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora