Parcheggio la macchina e faccio scendere prima Sabrina e poi Ermal. Lui mi prende la mano e andiamo vicino al cancello.
"Fai il bravo".
"Si". Mi lascia un piccolo abbraccio e poi scappa dentro.
"Adoro vedere i bambini felici, sopratutto Ermal".
"Anch'io" andiamo in macchina e ritorniamo dai bambini.
"Per qualsiasi cosa io sono in ufficio".
"Ok". Vado in camera degli ospiti e prendo la mia chitarra.
Metto una mano nella tasca della mia giacca e trovo una busta bianca.
"Cazzo!"
Vado in ufficio di Sabrina, mi sono dimenticato di darle la busta. Busso e lei mi apre, con un sorriso.
"Vieni" mi fa sedere su una sedia nera di plastica.
"Mi sono dimenticato di darti questa". Gli passo una bustina bianca.
"Cos'è?" La apre e mi sorride.
"Grazie".
"Volevo dartela ieri ma ho conosciuto Ermal e non ci sono più riuscito".
"Me ne sono accorta". Ridacchia.
"Se non disturbo, posso suonare?"
"Certo".
"Ok" sorrido e vado via, faccio tutte le scale. Apro la porta e prendo la chitarra e la suono. Passo un po di tempo da solo prima che arrivi quella peste. Ieri però è stato molto dolce, però non mi devo affezionare a lui sennò va a finire male. Non posso adottarlo, non ci sono mai a casa e poi lui non può crescere senza una madre.
"Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile".
Cantare è la cosa più bella del mondo, mi rilassa e mi fa provare i brividi sulla mia pelle e mi fa conoscere persone nuove. Sbuca una bambina più piccola Ermal. Aveva un orsacchiotto in mano e mi guarda un po impaurita.
"Vieni non ti faccio male". Le sorrido.
"Ciao, lo sai che sei molto bravo a cantare". Si avvicina.
"Grazie".
"Io sono Giovanna e tu?"
"Fabrizio" la piccola mi stringe la mano. Sorride e si siede affianco a me, canto e suono per lei per un più di ora.
"Eccoti", la prende in braccio.
"Non mi da fastidio".
"Oggi questa peste deve andare dal suo papà". Gli sorride e gli lascia un bacio sulla guancia.
"È tua figlia?"
"Si, saluta amore". Gli prende la mano.
"Ciao ciao" muove la manina.
"Ciao piccola". Mi alzo e vado in bagno. Mi suona il telefono, lo prendo. Numero sconosciuto.
"Pronto?"
"Fabrizio sono Ermal".
"Ciao Ermal, chi ti ha dato il mio numero?"
"Sabrina, mi vieni a prendere?"
"Certo, ma tu non devi fare altre due ore?"
"Si, ma oggi c'è lo sciopero, si usciva prima ma io mi sono dimenticato di dirlo a Sabrina".
"Sto arrivando". Esco dal bagno e mi metto in macchina e vado da lui. Apro il cancello e entro inizio a salire delle scale.
"Fabrizio sono qui!"
"Eccomi".
"E lei il padre?"
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|| Mio figlio|| Metamoro
Fanfiction"Sempre sarai nella tasca destra in alto In un passo stanco dentro un salto in alto Che mette i brividi".