capitolo 48

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Scusate se il capitolo è corto

Da quando mi sono tatuato la faccia di mio figlio lui non smette di chiedermi un tatuaggio, gli ho spiegato più di una volta che i tatuaggi possono essere fatti solo quando si è maggiorenni ma lui non ne vuole proprio sapere, ha iniziato anche a rompere le scatole a Romina, dicendole che lui era grande e che io non mi sarei arrabbiato. Voleva disegnarsi un cuore rosso, con scritto papà in nero.
Entro in macchina e vado a casa dei miei, mio padre mi aveva chiamato dicendomi di stare molto meglio rispetto a qualche giorno fa e che le medicine funzionano, mi chiese un'altra cosa, voleva giocare con Ermal, quando è ritornato in ospedale ha avuto paura di morire e di lasciare me, mia madre ed Ermal, quindi voleva giocare con lui e godersi ogni secondo.
Suono alla porta e mia madre con le lacrime a gli occhi mi apre e mi saluta.
"Mamma, che succede?"
"Niente, loro due mi stanno facendo morire dal ridere".
"Dove sono?"
"In camera tua", vado e apro la porta e li guardo, mio figlio con i miei giocattoli, affianco mio padre.
"Papà!" Si alza e corre ad abbracciarmi, io lo prendo in braccio e saluto mio padre. Per la prima volta in vita sua mi abbraccia.
"Papà, vedi che mi ha fatto nonno". Si alza la manica della mani del braccio sinistro, li c'era il tatuaggio che voleva farsi.
"Perchè l'hai fatto?"
"Sono come tutti i nonni d'Italia".
"Cioè?"
"Se mio nipote vuole qualcosa io la compro".
"Ti piace?" Mi chiede.
"Si, molto bello, adesso dobbiamo tornare a casa".
"Non potete rimanere? Almeno per pranzo". Chiese mio padre, come potevo dirgli di no?
"E va bene ma dopo pranzo si torna a casa, qualcuno deve finire ancora i suoi lavoretti", guardo mio figlio, lui mi sorride e va da mia madre a darle questa bella notizia.
Io tocco i giocattoli, quanto mi sarebbe piaciuto giocare insieme a mio padre.
"Mi dispiace".
"Per cosa?"
"Per non essere stato il padre migliore di tutti".
"Non ti preoccupare, l'importante e che Ermal abbia un nonno fantastico".
"E io?" Mi girai quando vidi mia madre con in braccio Ermal.
"Anche tu ma".
"Si nonna è fantastica!" Come risposta Ermal ricevette un bel bacio sulla guancia. Sorrido e metto a posto i giocattoli e andiamo ad aiutare mia madre.
Metto la tovaglia bianca, le posate, i bicchieri, invece, li mise Ermal, presi il bicchiere di mio padre, lo riempio d'acqua e metto li affianco la sua medicina.
"Nonna, posso portare io i piatti?"
"No amore, tu sei ancora troppo piccolo, lasciaglielo fare al tuo papà".
"Ok". Si sedette affianco a mio padre e iniziarono a mangiare.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora