capitolo 33

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Svegliai mio figlio dopo il suo riposino quotidiano, lui si stropiccia gli occhi e mi lascia uno sguardo assonnato.
"Dai, alzati che papà ti fa vedere una cosa".
"Cosa?" Disse avvicinandosi a me poi allungo le abbraccia perchè voleva essere preso in braccio.
"Una sorpresina", sorrido e lo prendo in braccio e gli lascio la merenda sul tavolo, i biscotti che ha fatto mia madre per lui, ieri mi ha parlato sulle condizioni di salute di mio padre e mi ha detto che ci sono miglioramenti, me no male.
"Papino, posso bere il latte?" Mi urla dalla cucina.
"Si, ma poco".
"Ok", apro il frigorifero e prendo il latte, poi mi avvicino una sedia e cerco di prende una tazza in alto.
"Eddai!" Salto sulla sedia per arrivarci.
"Ermal!" Corro dalla camera da letto alla cucina e lo vedo per terra con alcune lacrimuccie a gli occhi.
"Amore, che ti è successo?" Dissi avvicinandomi a lui.
"Volevo prendere la tazza per riempirla di latte ma non ci arrivavo e cosi sono caduto".
"Perchè non mi hai chiamato?" Lo presi in braccio e lo portai in bagno.
"Perchè volevo farlo da solo, proprio come te".
"Ermal, se alcune volte non riesci a fare qualcosa, chiamami". Sorrisi e presi una benda, la misi attorno alla sua caviglia per stringerla.
"Papà, mi fa tanto male". Si coprì gli occhi con le mani.
"Ehy piccolè, non piangere, capito? Passerà con calma".
"Fa male lo stesso", notai che il suo labbro inferiore tremava.
"Ti ho detto che non devi piangere!" Presi il suo dolce visino, incastrai i mie occhi marroni con i suoi scuri e i miei baci finirono sulle sue guance, poi sul collo e infine sulle sue dolci manine rosa.
"Basta", ride, io vado a prendergli le scarpe.
"Papà, me le metti?"
"E va bene", gli faccio il solletico ai piedi e gli metto le scarpe.
"In braccio!" Sorride e lo accontento, lui si stringe di più a me e sento un sospiro, se cosi vogliamo chiamarlo, di felicità.
"Papino, vediamo i cartoni insieme?" Disse con occhi a forma di cuore.
"Non possiamo", gli misi il cappotto e andammo in macchina, dove stavamo andando? Oggi per la prima volta mio figlio sarebbe stato presente al mio concerto.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora