capitolo 5

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*Dal capitolo precedente*
"E lei il padre?"
"Si", risponde Ermal con un sorriso.
"No, sono un amico di Sabrina".
"Ok, mi raccomando Ermal fai firmare l'avviso a Sabrina".
"Si". Sorride, mi prende la mano e appoggia la sua testa sul "mio" braccio. Sorrido e gli prendo lo zaino. Usciamo fuori e gli apro la portiera.
"Fabrizio vedi che ho fatto!" Apre lo zaino e prende un foglio. Ci sono due persone. Un adulto e un bambino che si prendono la mano.
"Siamo io e te". Facciamo tutti e due un grand sorriso.
"È bellissimo".
"Tieni e tuo", mi passa il foglio, io lo metto nella tasca a destra.
"Andiamo al parco?"
"Non possiamo", lui mette il broncio e io gli accarezzo la mano.
"Allora dove andiamo?"
"A casa" gli sorrido.
In poco tempo arriviamo in orfanotrofio, Ermal saluta Sabrina e mi prende la mano e saliamo le scale.
"Fabrizio!"
"Dimmi". Mi giro.
"Ma questa è camera tua?" Dice indicando la porta.
"Si, perchè?"
"Posso vederla?" Annuisco e lui corre dentro, lo seguo e rimango a guardarlo sul ciglio della porta. Ermal inizia a toccare le corde della mia chitarra classica.
"Cos'è?"
"Una chitarra". La prende o meglio dire la prendo.
"Vuoi che ti suoni qualcosa?"
"Si". Gli si illuminano gli occhi. Metto la mia chitarra sulle mie gambe e inizio a suonare.
"Mi domando perché quando vivi aspettando
Un giorno passa lentamente come fosse un anno
Mi domando perché non sono nato nel 50
Avrei saputo cosa fare io negli anni 70
Mi domando se sei mia oppure fai finta
E se alla fine dei fatti essere onesti conta
Mi domando se la storia è stata scritta dagli eroi
O da qualcuno che pensava solamente ai cazzi suoi
Mi domando perché mi fa schifo la mia faccia
A volte si e a volte no
Perché a volte voglio avere solo quello che non ho
Mi domando soltanto perché
Gesù Cristo è morto in croce per me". Gli sorrido e mi applaude le mani.
"Come fai ad essere cosi bravo?"
"Imparando".
"Voglio farlo anch'io".
"Ti aiuterò".

Entra in camera "mia" Sabrina.

"È pronto venite a mangiare". Sorride e prende la mano di Ermal e lo porta in salotto. Ci sediamo vicini e ci mettono il piatto davanti.
"Che schifo!" Ermal allontana il piatto e si alza. Io mi avvicino a lui.
"Cos'è che non ti piace?"
"Tutto". Dice triste.
"Cosa volevi da mangiare?"
"Non lo so". La sua pancia brontola.
"Se io ti tolgo tutto quello che sta sopra alla pasta, tu te la mangi?"
"Si" gli prende la mano e lo porto in salotto, gli prendo il piatto e gli tolgo tutta la salsa sopra.
"Buon appetito".
"Grazie, anche a te". Prende la forchetta e inizia a mangiare.
"Ti piace?"
"Si".
Dopo mangiato, mi prese la mano e mi porto in camera mia. Prese il tablet e apri Netflix e mise "Robin Hood".
"Dobbiamo vedere il film".
"Va bene".
Mentre guardavamo il film Ermal mi fece tante domande del tipo: "perchè il principe Giovanni è cosi cattivo?" O "ma dov'è il re? Perchè non ritorna?" Ma la domanda più bella fu questa:
"Ma se un giorno viene il principe Giovanni, tu mi salveresti?"
"Certo, nessuno ti può toccare". Lui mi fece un bellissimo sorriso e mi lasciò un bacio sulla guancia.
"Ti è piaciuto il film?"
"Si, a te?"
"Si". Toglie l'app, prende dei peluche e mi tira per la maglia.
"Va bene arrivo!" Sorrido e lo prendo in braccio.
"Stavo pensando, ma se ci facciamo una passeggiata e ci prendiamo un bel gelato?"
"Certo!"
Usciamo e andiamo a farci una passeggiata e poi come promesso gli prendo il gelato al cioccolato.
Verso le sette tornammo in orfanotrofio. Lui tutto felice si siede a tavola e inizia a mangiare.
"Oggi cosa avete fatto?" Chiese sorridendo Sabrina a Ermal.
"Abbiamo giocato, abbiamo finito il film e ci siamo fatti una passeggiata". Sorride e mette il piatto sul lavello.
"Bene, vai a lavarti i denti cosi dopo non ti lamenti".
"Va bene però anche Fabrizio deve lavarseli".
"Ok". Mi alzai e lo portai in bagno.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora