Dopo quella piccola discussione lo feci rilassare e adesso sta dormendo abbracciato alla sua piccola zebra. Sorrido, il suo bellissimo viso affogato nel morbido cuscino bianco, i suoi ricci sparsi su di esso e la bocca aperta affianco un po di saliva. Mi alzai dal letto e andai in camera mia, sistemai la valigia.
Usci e andai al parco mi siedetti su una panchina verde, chiusi gli occhi e lasciai cadere la testa all'indietro. Perchè è tutto cosi difficile? Vorrei vivere nei cartoni animati.
Sento un rumore stridulo, apro gli occhi e vedo un bambino con i capelli bruni e occhi marroni, maglia nera e pantaloni blu. Il piccolo è occupato a mangiare una coppetta di gelato cioccolato e panna. Si gira e mi sorride.
"Ciao".
"Ciao piccolo", gli sorrido.
"Perchè sei triste?"
"Perchè non voglio andarmene da Milano".
"Ma tu sei Fabrizio Moro?"
"Si".
"Lo sai che piaci tanto alla mia mamma".
"Salutamela".
"Si", prendo un fazzoletto e gli pulisco la bocca tutta sporca di gelato.
"Grazie".
"Prego".
"Ma tu di dove sei?"
"Di Roma".
"Perchè sei a Milano?"
"Dovevo aiutare dei bambini e adesso devo tornare a casa".
"Sei Superman?"
"Magari".
"Mario!" Il bambino si gira e sorride alla donna che l'ha chiamato.
"Devo andare dalla mia mamma, ciao".
"Ciao", lo guardo correre dalla sua mamma.Mi alzo dalla panchina e dopo aver fatto una lunga passeggiata torno in orfanotrofio. Vado da Ermal.
"Che fai?"
"I compiti".
"Vuoi una mano?"
"No, grazie". Mi avvicinai a lui e vidi che stava colorando un disegno. Presi il diario, lo apri e vidi che aveva solo arte, chiusi il diario e lo guardai.
"Cosa disegni?"
"Una persona", dice prendendo il marrone e lasciando il rosa.
"Chi?"
"Un ragazzo".
"Chi è?" Dissi appoggiando una mano sulla sua piccola spalla.
"Una persona a cui voglio bene, anche tanto".
"Chi?"
"Tu", dice facendo un sorriso.
"Ti voglio bene". Gli lascio un bacio sulla sua piccola guancia morbida.
"Voglio darti anch'io un bacino", allunga le braccia, io metto le mie mani sotto le sue ascelle e, senza fargli male, lo avvicino a me. Lui appoggia una mano sulla mia guancia, sposta il mio viso e mi lascia un bacio sulla fronte. Sorrido e lui passa un piccolo dito sul mio labbro inferiore e io ci lascio sopra un piccolo bacino. Io mi avvicino a lui e gli lascio una pernacchia sul collo.
"Mi fai il solletico".
"Lo so".
"Dove vivi?"
"A Roma", ci sediamo e lui finisce il suo disegno.
"Uffa! È lontano!" Dice portando le mani su i suoi fianchi.
"Ci vediamo un film?"
"Ok", prendo il tablet, apro Netflix.
"Posso scegliere io il film?"
"Certo" dice in un sorriso.
"Ok, chiudi gli occhi". Lui appoggia le sue mani su gli occhi, sorrido e metto il film.
"Non sbirciare", lui ride.
"Hai fatto?"
"Si".
"Ralph spacca internet, grazie, lo volevo vedere".
"Prego", vediamo il film, tra risate e domande su cosa stesse facendo Ralph e i suoi amici e nemici. Ci alziamo e andiamo giù, Sabrina ci comunica che è pronto e oggi mangiamo la pizza margherita con tanta mozzarella filante.Era mezzanotte, mi giravo e rigiravo nel letto, non riuscivo a dormire. Mi faceva male sapere che la mattina me ne sarei andato, sono stato con tanti bambini ma Ermal era diverso. È riuscito ad entrare nel mio cuore grazie ad un sorriso.
Sento la porta aprirsi, dei piccoli passi venire verso di me e infine un bacio sulla mia guancia.
"Fabri, ti prego ritorna qui, non mi lasciare da solo. Non fare come la mia mamma, mi ha lasciato qui dicendomi che doveva fare un servizio e poi farebbe tornata e invece... ecco, io non posso fermarti ma almeno non mi abbandonare. Vieni a trovarmi e a giocare con me". Poi sento il suo peluche vicino alla mia faccia, sento un peso sulle caviglie. Con delle lamentele Ermal si mette al mio fianco, prendo la coperta e lo abbraccio.
"Starò sempre con te, anche se starò lontano. Tranquillo quando ritornerò giocheremo tutto il tempo e ti farò conoscere i miei amici".
"Ok, giocherò anche con loro".
"Buonanotte", gli sorrido e gli lascio un bacio sulla fronte.
"Buonanotte", sento le sue piccole braccia stringere il mio collo. Appoggio le mie mani sulla sua schiena e ci addormentiamo abbracciati.
"Mi mancherai pulce", sorrido.
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|| Mio figlio|| Metamoro
Fanfiction"Sempre sarai nella tasca destra in alto In un passo stanco dentro un salto in alto Che mette i brividi".