capitolo 35

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Verso le dieci sali sul palco e presi il microfono e la mia chitarra. Girai la testa e guardai mio figlio, lui è tranquillo e mi sorride.
"Ciao grandi!" Urlo dal microfono, dopo avermi salutato anche loro con un bel urlo forte inizio a cantare. La prima canzone è un classico, "un giorno un po più grande".
"Rimani dove sei e prova un po' a pensare che quello che hai sbagliato non lo puoi più cambiare, che l'esperienza insegna che vita toglie la vita ti rida..."
Poi passai a "sangue nelle vene", "ognuno ha quel che si merita", "Barabba", "basta", "non è facile", "non basta solo business", "non importa", "parole, rumori e giorni", "svegliati", "un pezzettino".
Alzai il braccio e indicai un cartellone che avevamo fatto apposta per lei.
"Alessia è qui!" Aspettai il piano forte per suonare "21 anni". Quando il mio strumento arriva, io mi giro e mi siedo sullo sgabello e le mie dita sui tasti e chiudo gli occhi.
"Io lo so, che a volte piangere è un problema,
come so che quando ridi sei suprema,
ma in fondo hai solo 21 anni e tu
già lo sai che non ti scorderai mai di questa storia
e ti domandi gli altri come fanno mai.
come fanno come fanno mai.
e intanto passa il tempo e tu tralasci ogni momento
assaggi la tua vita ma non sai che sapore ha.
perché tu non vuoi più crescere.
io lo so che quando parli tu non pesi parole
come so che quando pensi vorresti essere altrove
ma poche volte sai ti rendi conto
mentre vivi un momento
che poi sarà speciale
e intanto passa il tempo
e tu tralasci l'argomento
assaggi la tua vita
ma non sai che sapore ha.
perché tu non vuoi crescere crescere crescere.
la la la...
ma in fondo hai solo 21 anni e tu
già lo sai che non ti scorderai mai di questa storia
e ti domanderai gli altri come fanno mai.
come fanno, come fanno mai".

Apro gli occhi quando sento le mani di qualcuno sulle guance, sorrisi e lo feci sedere sulle mie  gambe. Quando finisce la canzone prendo il microfono.
"Vi presento mio figlio, Ermal, saluta amore". Lui muove la manina.
"È un po' timido". Lo avvicinai al pubblico e dopo un urlo lo lascio andare un po dove vuole.
Rimasi fermo ad aspettare la prossima canzone. Guardai mio figlio schiacciare a caso i tasti del piano forte, la sua curiosità faceva casino, mi avvicinai a lui e lo presi in braccio.
"Che combini?"
"Voglio suonarlo", sorride e io lo accontento, le mie mani insieme alle sue rendono una melodia meravigliosa.
"Cambio di programma, ora c'è "eppure mi hai cambiato la vita".
Insieme a lui canto questa canzone.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora