Appoggio Ermal sul sedile e lui chiude gli occhi. Gli lascio un bacio sulla fronte. Accendo la macchina e vado all'orfanotrofio. Lo prendo in braccio e lo porto in camera sua.
"Fabrizio!" Dice nel sonno. Gli lascio un bacio sulla fronte.
"Non te ne andare", dice prendendomi il braccio, mi metto al suo fianco.
"Shh, non è niente e solo un brutto incubo".
"Mmh". Lo stringo a me e con il pollice della mia mano gli accarezzo la schiena.Nel sogno di Ermal❣
Stavo saltellando per il bosco, devo andare da Fabrizio. Mi ha invitato a casa sua per mangiare e giocare. Arrivo di fronte ad una casa di legno, salgo tre scalini e busso alla porta. Mi apre Fabrizio e mi sorride.
"Ciao Ermal", io allargo le braccia e lui mi prende in braccio e mi fa entrare.
"Mi sei mancato".
"Anche tu". Mi lascia un bacio sulla guancia.
"Ma come mai vivi nel bosco?"
"Perchè qui c'è silenzio".
"Ok, giochiamo?"
"Aspetta, prima mangiamo".
"Ok" metto il broncio. Mi fa sedere su una sedia bianca. Sopra al tavolo c'è una bellissima tovaglia colorata con sopra tutti i miei disegni per lui. Sorrido e lui mi mette il piatto.
"Ti piace la carbonara?"
"Si".
"Buon appetito".
"Anche a te". Prendo la forchetta e mangio la pasta.
"Era buona!" Lui mi prende la mano e gli lascia sopra un bacio. Lui si alza.
"Torno subito, vado a prendere la carne".
"Ok". Sorrido e apro il mio zaino e prendo dei colori. Mi siedo e sposto il piatto. Apro i colori e faccio un disegnino per Fabrizio.
"Sei bravissimo". Mi lascia un bacio fra i capelli.
"Grazie", sorrido e finisco il mio disegno.
"Fabrizio".
"Dimmi".
"Perchè i tuoi occhi sono gialli?"
"Ho una piccola allergia".
"Uhm". Appoggia le mie mani sulle mie e noto che non ci sono più i suoi tatuaggi.
"Fabri perchè non hai più i tatuaggi?"
"Non sono affari tuoi!" I suoi occhi da gialli diventano rossi.
"Perchè tuoi occhi sono cosi?" Dico spaventato.
"Perchè si". Apre la giacca e si trasforma in un ragno nero enorme.
"Vieni qui! Che mi sono appena accorto di non avere carne". Ride e si avvicina.
"No!" Vado vicino alla porta e certo di aprirla.
"Non sono cosi scemo, la porta è chiusa a chiave". Scappo e mi chiudo in bagno. Mi siedo e appoggio la schiena sulla porta.
"È inutile che ti nascondi sento il tuo odore".
P.O.V Ermal
Mi giro verso la porta e cerco di sentire i suoi passi. Forse se ne andato, ho vinto. Mi alzo senza far nessun rumore e spio dal buco della porta. Sento qualcosa di strano sulle mie spalle.
"Ermal!" Mi giro e gli lascio uno schiaffo."Ma sei impazzito!?" Dice toccandosi la guancia.
"Scusa".
"Ahia".
"Mi dispiace ma ho fatto un incubo".
"Vedi quanto ero brutto che mi hai lasciato uno schiaffo".
"Tu eri un ragno che voleva mangiarmi".
"Ma cosa sogni?" Gli lascio un bacio sulla fronte.
"Vado in bagno". Si alza e si allontana. Appoggio una mano sulla parte dove dormiva.
"Che schifo!" Tolgo la mano, ha fatto la pipì nel letto. Mi alzo e tolgo le coperte. Le porto in bagno e le metto nel contenitore dei panni sporchi.
Esce dal bagno, io lo fermo e apro l'acqua della vasca.
"Togliti i vestiti".
"Perchè?"
"Ti fai una bella doccia".
"Ok". Vado a chiudere la porta e lo aiuto a togliersi i vestiti.
"È fredda!" Appoggia il piedino nell'acqua.
"Dagli il tempo di riscaldarsi".
"Ok". Entra in acqua.
"Voglio uscire! È troppo fredda!"
"No, devi farti la doccia".
"Ma..."
"Niente ma, tu ti fai la doccia!" Lui mi guarda con gli occhi lucidi.
"Scusa, ma tu sei un bimbo cattivo".
"Mi odi anche tu?"
"No". Gli lascio un bacio tra i capelli.
"Com quale ti vuoi lavare?"
"Con quello al cocco".
"Ok". Prendo il bagnoschiuma e me ne verso un po nella mano. Metto il liquido sopra il suo pancino, inizio a fargli un piccolo massaggio.
"Mi fai il solletico". Dice ridendo.
"Allora continuo", lo lavo per bene e poi gli metto attorno un piccolo asciugamano grigio chiaro.
Lo appoggio sul letto, lo asciugo e poi prendo il phon. Lo accendo e passo la mia mano fra i suoi capelli.
"Cosa mi metti?"
"Vediamo un po". Apro l'armadio. Prendo una maglia blu con una luna disegnata e dei semplici pantaloni neri.
"Tieni". Gli passo i vestiti.
"Grazie". Lo guardo sorridendo mentre si mette la maglia. Poi passa ai pantaloni. Si siede sul bordo del letto e fa una piccola lotta prima di arrendersi definitivamente.
"Uffa!"
"Aspe". Appoggio le mie mani sulle sue cosce e, con un po di solletico, metto i pantaloni.
"Grazie". Mi sorride.
"Prego". Gli prendo le scarpe e le calze.
"No mi pungono".
"Cosa?"
"Le calze". Ok, apro un piccolo cassetto e prendo le calze arancioni.
"Vanno bene queste?"
"Si". Le prende e se le mette, poi prende le scarpe.
"Ho fatto". Dice tutto felice.
"Bravo, andiamo a farci una passeggiata?"
"Va bene però non devi prendere la macchina".
"D'accordo". Gli prendo la mano, usciamo e iniziamo a camminare.
"Com'è l'Albania?"
"Bella, ma l'Italia di più". Mi guarda e io mi abbasso e faccio scontrare il mio naso con il suo.
Mi fermo e prendo il cellulare e rispondo alla telefonata. Ermal mi lascia la mano e guarda una vetrina, ci sono delle caramelle, cioccolatini e le cicche. Appoggia le sue mani sulla vetrata e fissa qualcosa.
"Ci sentiamo dopo, ciao". Chiudo la chiamata e lo guardo.
"Cosa vuoi?"
"Quello".
"La cioccolata?"
"No, il lupo".
"Lupo?"
"Si, quel peluche".
"Ah, vieni".Entriamo nel negozio.
"Buon pomeriggio" sorrido.
"Buon pomeriggio, desidera".
"Vorrei quel lupo che c'è nella vetrina".
"Certo, vuole quello grande o quello piccolo".
"Quale vuoi?"
"Grande".
"Mi dia quello grande".
"Subito". Apre una porta e esce, dopo qualche minuto ritorna con una scatola nera scritto in rossa: "lupi".
"Quant'è?"
"Duecento".
"Non ho capito, quanto costa?"
"Duecento".
"Guarda ci sono anche i lupi piccoli". Dice tutto felice.
"Ok". Apro il portafoglio e pago quel peluche.
"Arrivederci".
"Ciao". Dice Ermal muovendo la mano.
Con un po di fatica porto quella scatola in orfanotrofio.
"Cos'è?" Dice avvicinandosi a noi Sabrina.
"Fabrizio mi ha comprato un regalino".
"Cosa ti ha comprato?"
"Un peluche a forma di lupo".
"Per sapere, quanto ti è costato?"
"Duecento".
"Cavolo, gli vuoi veramente bene".
"Si".
"Mi aiuti a portarlo in camera?"
"Si".
Prendo la scatola e dopo aver cenato e giocato per un bel po di ore, andiamo a fare la nanna.
"Buonanotte".
"Buonanotte". Mi abbraccia. Lui si addormenta e io penso di essere spacciato, mi sono affezionato a lui e domani è il nostro ultimo giorno insieme.Raga 1113 parole.
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|| Mio figlio|| Metamoro
أدب الهواة"Sempre sarai nella tasca destra in alto In un passo stanco dentro un salto in alto Che mette i brividi".